“Il ‘Codice dell’Ambiente’ (dl 152/2006) stabilisce che le Regioni italiane raggiungano la quota del 65% di raccolta differenziata, sul totale dei rifiuti urbani prodotti. Un obbligo che si estende ai Comuni dei quali viene misurato l’impegno in quella direzione e vengono sanzionati i risultati negativi ossia inferiori allo standard normativo.
Molte difficoltà, con qualche eccezione, le incontrano ovviamente – anche dalle nostre parti – alcuni piccoli comuni, per evidenti limiti organizzativi e ovvii problemi logistici”. Così in una nota il Partito democratico di Sarzana. “I centri maggiori della nostra provincia invece – proseguono dal Pd – se la cavano complessivamente meglio rispetto a quel che avviene a Genova e nelle città, grandi e piccole, della costa orientale della Liguria (QUI i dati diramati nei giorni scorsi dalla Regione, ndr). Insomma, da noi le cose non vanno male nei comuni medio-grandi…fuorché a Sarzana. Che è arrivata a stento al 64,5% di raccolta differenziata ed è stata per questo ‘bocciata’ e ‘multata’ dalla Regione amica. E ciò mentre Arcola, Castelnuovo, Luni, Levanto, Santo Stefano sono invece censiti come “eccellenti” o quanto meno come “virtuosi” e sono comunque ai vertici della ‘graduatoria’ e ben oltre la fatidica soglia del 65%. Sarzana è il fanalino di coda della Valdimagra e perfino nella ‘classifica avulsa’ dei comuni maggiori retti in provincia dal Centrodestra Sarzana risulta la cenerentola (64,5%), ben dietro a Spezia (78,5%) e a Lerici (73,3%)… Insomma, Sarzana ‘si differenzia’…perché in città ‘si differenzia’ poco…”.
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