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Attesa un'ordinanza nazionale

Liguria in stato di “alta severità idrica”. Entro pochi giorni ci sarà la richiesta dello stato di emergenza

L’Osservatorio di Bacino distrettuale dell’Appennino Settentrionale ha definito il livello di ‘alta severità idrica’ per tutto il territorio ligure. Questo l’esito della riunione che si è da poco conclusa, a cui hanno partecipato, per la Liguria, i tecnici della Regione insieme ai gestori del servizio idrico integrato e agli enti di governo dell’ambito del territorio regionale.
“Si tratta di una decisione attesa e assolutamente condivisa – affermano il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e l’assessore alla Protezione civile Giacomo Giampedrone – sulla base dei monitoraggi in corso, che anche in Liguria descrivono un quadro di elevata criticità, più accentuata nel ponente, dove molti sindaci hanno già messo in campo le misure previste dalle linee guida regionali, e anche sulla base delle previsioni, che non sono ottimistiche per le prossime settimane. In queste ore i nostri tecnici stanno proseguendo nel lavoro già avviato per elaborare i dati raccolti e fornire tutti gli elementi istruttori necessari al Dipartimento nazionale di Protezione civile per avanzare, entro alcuni giorni, la richiesta di concessione dello Stato di emergenza anche per il nostro territorio”.
“L’ordinanza nazionale che attendiamo nelle prossime ore delineerà il quadro entro cui ci muoveremo: il tema centrale – aggiunge Toti – è certamente quello delle risorse che speriamo siano adeguate per rispondere in modo efficace alle esigenze anche della Liguria per finanziare quegli interventi emergenziali indispensabili per scongiurare la razionalizzazione dell’acqua potabile o ulteriori danni alle attività produttive e turistiche”.
La situazione più critica riguarda il ponente ligure, anche a causa della dispersione idrica dovuta alle condizioni delle tubature. Per questo “auspichiamo che dentro l’ordinanza nazionale siano previste da un lato misure urgenti, non strutturali, ma finalizzate a scongiurare razionamento acqua potabile (es cisterne, pozzi e tubi provvisori) ma soprattutto – prosegue Giampedrone – una semplificazione delle procedure autorizzative degli interventi strutturali già finanziati. In base ai criteri che saranno individuati a livello nazionale per la quantificazione dei danni si potrà anche consentirne il ristoro a chi ha patito e sta patendo le conseguenze più gravi di questa situazione, in particolare per il settore agricolo e zootecnico”.
Per quanto riguarda invece gli invasi dell’area metropolitana, i volumi stoccati attualmente sfiorano complessivamente i 27milioni di metri cubi di acqua, avvicinandosi ai volumi dell’estate del 2003 “ma oggi, a differenza di allora, il rilascio dal Brugneto verso il Piacentino è completato e il fabbisogno della città è calato”, conclude Giampedrone.

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