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L'attesa è finita

Gotti: “Mercato o meno, felice di essere stato voluto per quello che sono. Sarà il nostro Spezia”

Conferenza stampa d’insediamento per il tecnico friulano: “Prendo in mano una rosa anomala, giovane, interessantissima. La difesa a tre non dovrà essere un dogma. Nzola mi piace tantissimo, mentre sui giocatori dell’Udinese…”

I suoi primi giorni in riva al golfo sono serviti, per quanto possibile, a tastare il terreno a tutte le componenti, in quelli che sono i giorni dedicati alle presentazioni e alle strette di mano: quella ambientale, quella umana e quella naturalmente prettamente sportiva. Anche in termini ufficiali, Luca Gotti è finalmente il nuovo allenatore dello Spezia, dopo la sigla sul contratto biennale apposta stamane che lo legherà a Via Melara fino al 30 giugno 2024. Un accordo informale c’era da tempo, prima ancora che il Tas sospendesse il “ban” al mercato ma serviva attendere le scadenze ufficiali. Per il professore di Adria, i primi passi della sua nuova avventura muovono da Lerici, dove ieri sera ha cenato e dove rimarrà almeno fino alla partenza per il ritiro, in attesa di trovare una dimora permanente.

L’incontro con i giornalisti sancisce così l’inizio di una nuova storia: a ben guardare a Spezia, Gotti è il terzo allenatore diverso in altrettante stagioni di massima serie. Anche lui come Italiano e Thiago Motta è chiamato a compiere una vera e propria impresa. Tocca a colui che l’ha scelto, Riccardo Pecini, l’introduzione al personaggio: “E’ stata una scelta molto ponderata, abbiamo parlato tantissimo prima di intraprendere questo percorso e crediamo di aver trovato la persona giusta per la nostra società e l’ambiente Spezia che sono due aspetti imprescindibili. Il mercato? Un anno fa abbiamo agito facendo delle scelte anche di prospettiva. Colgo l’occasione per precisare un aspetto: col mercato aperto aggiustiamo alcune cose ma non snaturiamo la direzione che abbiamo voluto intraprendere. Maggiore? Ci sono state due manifestazioni di interesse ma nessuno ci ha mai fatto un’offerta. Il nodo rispetto alla sua posizione è legato al contratto: siamo tutti vogliosi di tenerlo, con altrettanta onesta bisogna dire che se non arrivassimo ad un accordo, dobbiamo valutare anche questo”.

Giovani tifosi di Giulio Maggiore

Luca Gotti inizia in autonomia prima ancora di iniziare a sottoporsi alla pioggia di domande: “Sono estremamente contento di essere qui. Fortunatamente e anche inaspettatamente avevo a disposizione delle alternative ma nella mia scelta, c’è stato un aspetto determinante. Il fatto che lo Spezia cercasse me come persona e come allenatore, al di là di ogni aspetto economico. La trattativa finanziaria è durata tre minuti, senza intermediari e parlandosi tra persone normali. Sono stato gratificato dalla sensazione di esser la persona cercata. Il Picco? Sono stato qui da avversario, spesso si parla di dodicesimo uomo in campo anche a sproposito ma non è davvero questo il caso. E penso che saprà essere determinante come in queste due stagioni. E se l’epilogo fosse quello di questi ultimi due anni ben venga che nelle griglie di inizio campionato ci mettano ancora ultimi e sicuri retrocessi”.

Luca Gotti

Prime impressioni tattiche e di giocatori, la dialettica e la voglia di mettersi a disposizione non gli manca: “Prendo in mano una rosa anomala perché il percorso lo conoscete tutti. E’ un gruppo giovane, con poca esperienza globale di serie A ma con un anno alle spalle molto positivo. Ci sono dei giovani molto interessanti, con grandi margini di miglioramento. Adesso è verosimile che qualche giocatore importante degli ultimi anni possa non esserci piu ma c’è la volontà di aggiungere là dove con calma individuiamo delle lacune. Chi sono? Sono un entusiasta, ho costruito la mia carriera gradualmente e sono sorpreso da quello che la vita mi ha riservato. Mi piaceva molto fare il secondo allenatore, stare coi ragazzi sul campo e non avere il rovescio della medaglia di tutto quello che c’è intorno al calcio per cui sono meno predisposto, diciamo. Alla fine si sono verificate situazioni che mi hanno riportato in panchina con il ruolo di promo allenatore: la vita come ho detto, ti sorprende. Non sarà lo Spezia di Gotti sarà il nostro Spezia è come giocherà dipenderà tanto dalle caratteristiche dei giocatori che avrò a disposizione. Sono molto attento, servono idee chiare, equilibrio, io sono per l’impegno, un dogma che non può mancare quando si fa un lavoro così bello”.

L’esperienza di Udine è l’ultima di una serie di stagioni anche piuttosto diverse fra loro compresi gli anni con Sarri e il capitolo Chelsea: “L’anomalia a Udine e’ esserci rimasto così a lungo. Se mi guardo indietro sono convinto che siamo la somma delle nostre esperienze, ci aiutano, ci cambiano. Ho tanti spunti di riflessione. Il mercato chiuso? Non mi ha mai spaventato, anzi la prendevo come un’opportunità perché c’è una rosa giovane, che si è appena salvata. Avrei lavorato dal primo giorno senza confusione. Ma la cosa più preoccupante sarebbe stato avere il mercato chiuso nelle altre sessioni. Non poter aggiustare le cose in itinere mi avrebbe preoccupato. Teniamo conto che per come è costruito il calendario, saranno due i campionati”.

Riccardo Pecini e Luca Gotti

Si entra nel vivo è inevitabilmente si entra nel discorso singoli a partire da Mbala Nzola, l’araba fenice di questo Spezia: “A me il giocatore è piaciuto tantissimo. Da fuori fai sempre fatica a capire i perché di quello che accade: ha avuto meno spazio rispetto all’anno prima, ma io penso che oggi possa essere un primo acquisto. Chiaro che quando cambia un allenatore le gerarchie si azzerano e Nzola come gli altri dovrà saper meritare la mia fiducia. Ma la premessa è che un giocatore che mi piace molto. Una delle prime cose che ho detto quando ci siamo parlati è che davanti lo Spezia avesse potenziale offensivo e Strelec e Antiste sono ragazzi molto interessanti”.

“Il modulo? Non sono un integralista, ho sempre ritenuto che i giocatori debbano essere messi nelle condizioni di esprimersi al meglio. Abbiamo iniziato a guardare le partite, è piacevole fare questo tipo di esercizio poi sarà il campo a darmi delle risposte rispetto a quello che mi sono immaginato. La mia idea è che i difensori a disposizione, i giocatori che saranno impiegati sull’esterno, mi consigliano un dispositivo con tre centrali. Ma il 3-5-2 si può fare in tanti modi, sono solo espressioni numeriche che servono per capirsi. Se in un 4-3-3 i terzini fanno due cose molto diverse tra loro alla fine anche quella diventa una difesa a tre. Ma voglio essere aperto mentalmente e vedere se le idee che mi sono fatto in questi giorni sono giuste o meno. Giocatori che avevo a Udine? Sono stato sorpreso di avere letto tanti messaggi che riportavano articoli di giornale di quel genere. Poi succede che s’innesca la scintilla e i giocatori stessi ti chiamano per sapere se è vero. Ma nulla di tutto questo è successo”.

Luca Gotti
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