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Capitaneria di porto

Abbandonate da anni nel canale di Porto Venere, recuperate boe e catene

Operazione complessa a tutela dell'ambiente marino nelle rimanenze di un vecchio e dismesso impianto di piscicoltura.

Si è conclusa nella mattinata di giovedì una complessa attività di recupero di boe e catene abbandonate in mare in uno specchio acqueo nelle immediate vicinanze di Porto Venere, ove un tempo era ubicato un impianto di piscicoltura, poi dismesso. Le sette boe recuperate, del diametro di circa 60cm e lunghezza di 1,5 mt., erano vincolate ai cosiddetti ‘corpi morti’ su un fondale di 28 metri per mezzo di catene lunghe circa 15 metri. Le boe erano in acqua da diversi anni ormai, costituendo di fatto un pericolo per la sicurezza della navigazione. L’attività investigativa svolta aveva consentito di risalire ai vecchi concessionari, ma non potendo ingiungere agli stessi la rimozione delle attrezzature trattandosi di una società fallita, la Capitaneria di Porto della Spezia ha quindi deciso di intervenire direttamente per accelerare le operazioni di rimozione grazie all’impiego determinante del 5° Nucleo operatori subacquei della Guardia Costiera della Direzione marittima di Genova. Le boe erano costituite principalmente da materiale plastico, destinato nel tempo a deteriorarsi e diffondersi sotto forma di microparticelle con effetti deleteri per l’ecosistema marino.

Boe e catene recuperate

Le catene a cui erano assicurate, a loro volte, ormai consumate dalle correnti galvaniche potevano spezzarsi in qualsiasi momento riportandole a galla con le boe, e quindi diventare un pericolo per l’intenso traffico di unità da diporto che caratterizza l’estate del canale di Portovenere. Una rimozione possibile grazie al prezioso lavoro dei subacquei della Guardia Costiera di Genova, coordinati dal Servizio operativo della Capitaneria di Porto di Spezia, che hanno prima effettuato una ricognizione dei fondali e successivamente hanno operato il taglio delle catene con apparecchiature all’avanguardia. L’operazione a tutela dell’ambiente marino si è conclusa con successo grazie alla sinergia e alla stretta collaborazione tra tutte le componenti operative impiegate e le istituzioni coinvolte, dal momento che la Marina Militare ha offerto il proprio prezioso contributo mettendo a disposizione il rimorchiatore Y463 e il suo professionale equipaggio, a supporto anche delle due unità navali impiegate dalla Capitaneria di porto, mentre il Comune di Porto Venere ha garantito con i propri mezzi il recupero e lo smaltimento di boe e catene con la supervisione del personale dell’Ufficio Locale Marittimo. Le boe e le catene recuperate, infatti, sono catalogate quali rifiuti speciali e richiedono un trattamento specifico per lo smaltimento a norma di legge.

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