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Lettere a cds

La lettera: “Il servizio di Asl per prenotare il rinnovo di porto d’armi e patenti è sospeso. Ma come è possibile?”

La sala d'attesa degli uffici Asl di Via XXIV maggio

“Capita di ricordarsi di rinnovare i documenti in scadenza negli ultimi giorni, capita.
Capita pure di dover fare conseguentemente le pratiche necessarie con una certa urgenza.
Capita di fare i calcoli mentali di quanto tempo serve per mettere insieme foto tessera, versamenti, marche da bollo, ecc.
Capita anche di dover telefonare per appuntamento della visita medica specialistica obbligatoria.
Capita quindi di comporre il numero che l’Asl5 ha messo a disposizione.
Capita di trovarlo occupato, capita.
Ma quello che non deve capitare è di provare a telefonare per una settimana e sentire una voce registrata ripeterti che “il servizio di prenotazioni non è attivo e che non è pertanto possibile concordare un appuntamento”.
Capita quindi di scomodare qualche Santo in Paradiso vista la scadenza imminente.
Capita di chiamare allora altri numeri per capire come poter fare.
Capita che dopo minuti passati ad ascoltare un valzer Viennese o una disco music anni 80 qualcuno ti risponda dicendoti che non sa che dirti…
E allora capita che l’interessato butti giù qualche riga e la mandi ai media per denunciare una situazione che definirla di estremo disagio è limitativo…
E capita che alla fine di queste righe (metto anche il numero per chi volesse provare a telefonare per rendersi conto di persona di quanto affermato 0187 533753 – servizio rinnovo porto d’armi) si chieda all’Asl5 e ai suoi dirigenti quando il numero ridiventerà attivo e anche il perché da più di una settimana non lo è.
E capita con amarezza constatare ancora una volta le lacune di questa Asl e i disagi che i cittadini devono subire per colpe scellerate di una Regione che continua a sbandierare che va tutto bene. Liste d’attesa infinite, esami diagnostici saltati, prenotazioni negate, strutture fatiscenti, personale al collasso, medici in fuga, cittadini vessati…
Capita tutti i giorni!”.
Mauro Bornia

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