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L'interrogazione di cucchi

Sisti: “Continuiamo a credere nel progetto per il 2 Giugno, perso tempo a causa di cattiva politica”

La sindaca di Santo Stefano in consiglio: "Costruiremo un ufficio gare per fare in casa anche procedure di questo tipo".

Parco 2 giugno, Ponzano Belaso

Riqualificazione del Parco 2 giugno di Ponzano Belaso tra i temi dello scorso consiglio comunale, affrontato per via di un’interrogazione del capogruppo di ‘Uniti per Santo Stefano’ Emanuele Cucchi, presentata per conoscere lo stato dell’arte della pratica, che nei mesi scorsi ha visto bandita una gara, poi non concretizzatasi, partendo da un progetto di finanza presentato all’ente.

“Il privato – ha ripercorso la vicenda la sindaca Paola Sisti – aveva proposto un progetto di finanza che prevedeva la costruzione di un piccolo edificio, una parte del quale destinata di fatto a bar e un’altra a sala pubblica, realizzazioni che sarebbero diventate di proprietà comunale dopo gli anni stabiliti dal progetto di finanza per la sostenibilità economica, cioè 20 anni più 5 – tema sul quale ci furono grossi problemi all’interno della precedente maggioranza -; periodo durante il quale erano previsti il pagamento di un canone al comune più tutta una serie di operazioni quali potenziamento e manutenzione dei giochi, impianto di illuminazione, impianto di irrigazione, mantenimento del manto erboso, servizi igienici. Il tutto con la garanzia della permanenza pubblica dell’area, con orari di apertura e chiusura stabiliti dall’ente pubblico. Io personalmente credo che questo progetto sia il futuro. Attualmente soltanto per pulire il parco spendiamo 15mila euro all’anno, non siamo in grado di mettere un impianto di irrigazione perché costa troppo né di avere un banale servizio di custodia; i bagni poi sono rotti e inutilizzabili perché se li teniamo aperti serve qualcuno che vada a pulire e a mantenerli. Abbiamo messo i giochi, li manteniamo perché è pericoloso non farlo, ma niente più”.

Quindi il punto sulla gara. “L’abbiamo fatta con la stazione unica appaltata, cioè la Provincia, che ci ha posto una serie di ostacoli, tra cui una fidejussione enorme, calcolata sui potenziali guadagni del soggetto proponente, stimandoli in 300mila euro annui. La richiesta era quindi una fidejussione da 9 milioni di euro, che nessun istituto o assicurazione avrebbe mai fatto a nessuno. Di fronte a ciò il soggetto proponente ha dovuto tirarsi indietro. Noi eravamo anche andati in Provincia portando le nostre ragioni, convinti che la fidejussione non dovesse garantire il mancato guadagno, che fa parte del rischio di impresa, ma quello che dovevamo ricevere noi come ente, quali il canone, la pulizia, la costruzione: da ciò sarebbe derivata una fidejussione molto più bassa. Ci siamo in seguito rivolti anche a un esperto di progetti di finanza e proprio in questi giorni ci ha spiegato che il Comune ha fatto tutti gli atti giusti, ritenendo altresì sbagliata la valutazione della Provincia perché basata sul Codice degli appalti, che non c’entra con i progetti di finanza”.

“Noi continuiamo a credere nel progetto – intanto fortunatamente l’interesse del privato non è decaduto – e lavoreremo per costruire un nostro ufficio gare che possa riuscire a espletare procedure anche di questo tipo. Nei prossimi giorni faremo quindi una delibera di giunta per un accordo con privati che hanno competenze specifiche su appalti e progetti di finanza in modo che possano formare il nostro personale, riuscendo così a farci le gare in casa”, ha aggiunto la sindaca, concludendo: “Il tema del progetto per il 2 giugno nella passata consiliatura è stato utilizzato strumentalmente e in merito è stato raccontato il peggio che si potesse raccontare. Chiacchiere da bar, fuffa. E’ stato detto anche che volevamo fare favori, ma quando un progetto va a gara, possono partecipare tutti. E ora mi dispiace che a causa della cattiva politica questo progetto, che può cambiare completamente Belaso, non lo abbiamo già da anni. Qualcosa che potevamo fare 3-4 anni fa, la vedremo tra 8-10 anni. Ma abbiamo perso tanto tempo a causa della cattiva politica”.

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