LA REDAZIONE
Scrivici
PUBBLICITÀ
Richiedi contatto
Destre e astensioni

Centi: “Astensionimo e scelte di destra difficili da arginare, si aggiunge l’idea che i diritti civili siano l’unica battaglia da fare a sinistra”

Roberto Centi

“Una delle cause della crisi della sinistra nel nostro Paese è che intere generazioni radicate nei valori di quella parte politica stanno scomparendo perché passano a miglior vita (che terribile espressione!) e i giovani tendono da diversi anni a Destra”. Lo sostiene con forza il neoeletto consigliere comunale Roberto Centi di LeAli a Spezia che in una nota prosegue: “Secondo autorevoli ricerche, i giovani italiani si collocano mediamente su posizioni più conservatrici rispetto agli altri giovani europei, e questo atteggiamento si traduce o nell’astensionismo o nell’adesione a formazioni di Centro-destra o decisamente di Destra, con slittamenti interni come quello in atto dalla Lega a Fratelli d’Italia, dopo la crisi dell’ ondata protestataria dei 5 Stelle, che al suo interno aveva un po’ di tutto, tra cui una istanza di destra ora slittata a sua volta verso forme più chiare di scelta partitica”.

“Le cause – spiega Centi – sono da ricercare nella maggiore incertezza per il futuro rispetto agli altri paesi europei, soprattutto a causa di una crisi economica senza fine almeno dal 2008, nel timore del cambiamento dovuto anche alla garanzia rappresentata dallo status quo della organizzazione familiare, nella sensazione di essere la frontiera più esposta verso il Sud del mondo, nel bombardamento di TV e social che in alcuni decenni hanno creato il mito di un successo economico facile e a portata di mano che si scontra poi con una realtà sociale e economica da paese in crisi perenne, in un euroscetticismo alimentato dalle nostre destre e anche in origine dai 5 Stelle alla ricerca di una terza via assolutamente impraticabile”.

“Astensione e scelte di destra – aggiunge – sembrano a oggi elementi difficili da arginare, cui si aggiunge l’idea, alimentata da ormai 50 anni di Sessantottismo senza Sessantotto, che i diritti civili siano l’unica battaglia da fare a sinistra, che sia più importante partecipare a un Pride (con tutto il rispetto per i Pride) o a una iniziativa contro l’abbattimento dei cetacei da parte delle baleniere giapponesi (con tutto il rispetto per le battaglie ambientaliste di nicchia e nella speranza che l’ambientalismo maturi e diventi sociale) che a una manifestazione/sciopero per salvare 100  posti di lavoro della tua città, senza capire che senza salvaguardia sociale non ci sono altri diritti, perché non c’è il pane. Aggiungerei l’immagine da eterna Woodstock che molta presunta Sinistra dà di sé, senza ormai né Woodstock né vera Sinistra”.

“Aggiungo, e poi basta, una diffusa ignoranza della Costituzione e dei suoi valori, oltre che dei meccanismi delle istituzioni, per cui molti non votano perché “non sono informati” e la perniciosa convinzione che tanto i politici “sono tutti uguali”, che contribuisce, questo sì, a mantenere il peggio della “casta” così com’è, perché il meglio delle forze giovani se ne sta fuori – conclude Centi -. Convinzione avvalorata dall’ esempio non proprio esaltante di sé che hanno dato e danno i partiti tradizionali di Sinistra o di Centro Sinistra. Il cammino da fare è quindi lunghissimo e difficile, perché ha troppi ostacoli. Proverò i prossimi giorni a fare qualche proposta di lavoro. Per ora che i giovani si accontentino dell’impegno di chi è stato eletto e dell’esempio, come a scuola. Perché forse è di una scuola (di politica) che c’è bisogno, come sempre è quando le cose si mettono male non per una parte, ma per tutto uno Stato”.