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Anche a via melara ci si ragiona

Per lo Spezia la tentazione del rebranding: nuovo logo e chiarezza sul nome

La tendenza ormai è al minimalismo: dimenticate l'aquila dal becco ricurvo che ghermiva con gli artigli la scritta ASC nei primi Duemila, ma anche le tonalità complesse degli anni Settanta. E si proverà a risolvere l'equivoco di una società che si chiama Spezia Calcio srl, mostra un logo con scritto Spezia 1906 in cui è inscritto l'acronimo ASC, che richiama la defunta Associazione Calcio Spezia, a sua volta figlia dell'originario Spezia Foot Ball Club. Un secolo di stratificazione archeologica.

La sala stampa del Picco

Un nuovo marchio e una dicitura finalmente univoca. Qualcosa che, anche a livello grafico, dica “siamo diversi rispetto a prima”, ma al contempo trasmetta il senso della storia e non scontenti il popolo dei tifosi che si riconosce in una simbologia precisa. Da un punto di vista pratico, c’è poi la necessità di darsi un nome che spazzi via la confusione storica in cui si imbatte di chi va a cercare lo Spezia sulle maglie da gioco, sui documenti depositati presso la FIGC o magari sul sito ufficiale della Lega di serie A. E ci trova in ognuno di questi casi qualcosa di diverso.

Anche dalle parti di Via Melara ci si inizia a porre il problema di un rebranding proattivo, sulla scorta di quanto fatto da molte società di serie A negli ultimi anni. Dalla Juventus nel 2017 alla Fiorentina poche settimane fa, con diversi gradi di audacia. Il club bianconero è probabilmente quello che ha portato lo strappo più netto, il recente facelift del Genoa è invece quasi impercettibile.

Lo Spezia parte da un buon vantaggio: se la tendenza ormai è al minimalismo, le tre lettere abbracciate sul petto di Maggiore e compagni sono di quanto più sintetico si possa trovare. Pochi colori e pochi tratti, figuratività quasi bandita. Dimenticate l’aquila dal becco ricurvo che ghermiva con gli artigli la scritta ASC nei primi Duemila, ma anche le tonalità complesse degli anni Settanta con i bordini in contrasto. Comunque vada, sarà una scelta delicata.

Due gagliardetti per due epoche

L’argomento rebranding pare particolarmente sentito dalle proprietà straniere, sicuramente dagli americani così sensibili agli aspetti del marketing. Lo Spezia non può ambire a diventare un marchio globale del calcio, ma l’intenzione della famiglia Platek, espressa in più di un’intervista dal presidente Philip Platek, è il consolidamento dell’immagine del club come una nuova realtà in ascesa, che sta in serie A con un progetto e non come una ciclica casualità sportiva. Dentro ci casca un po’ di tutto: le due salvezze consecutive ed il recente successo al Tribunale arbitrale dello Sport, ma anche i gol da copertina di Verde e le vetrine internazionali conquistate di recente dai vari Erlic e Kiwior.

Lo Spezia negli anni Quaranta

Il momento del rifacimento della tribuna del Picco sarà centrale in questo disegno. Una nuova casa e un nuovo simbolo potrebbero andare di pari passo, perché la forma è sostanza. Dietro ad entrambi c’è (o ci sarà) un’indagine di mercato, che per quanto riguarda lo stadio ha coinvolto direttamente i tifosi con un questionario che è stato compilato da migliaia di tifosi. Digerito poi dagli esperti della CAA Icon di Los Angeles, che pare sempre meno coinvolta nelle scelte tecniche ma ancora sponda fondamentale per gli aspetti aziendali.

E di certo sarà una scelta aziendale provare a risolvere l’equivoco di una società che si chiama Spezia Calcio srl, mostra un logo con scritto Spezia 1906 in cui è inscritto l’acronimo ASC, che richiama la defunta Associazione Calcio Spezia, a sua volta figlia dell’originario Spezia Foot Ball Club. Un secolo di stratificazione archeologica.

 

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