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Una storia spezzina

Una storia spezzina

Una mappa sconosciuta del Golfo di Especia, probabilmente del ‘700

Il nome della città è Especia come diceva allora il gallico idioma. Ad occidente se ne mostra l’icona di borgo murato, prossimo a dove la Lagora allora sfociava in mare vicina alla protuberanza scura che si protende sulle onde: il mozzicone del porticciolo. Dalla parte opposta, chiuso in un anello di vegetazione, c’è il Castello e poi la “Grande Piana” che dopo Cristo Re si apre verso Migliarina.

La mappa del golfo di Especia scovata da Scaramuccia

In un sito di internet oggi chiuso, ho trovato una carta che si riferisce al Golfo. Ne ignoro titolo e autore né so la data della creazione. Immaginando dalle parole un’origine francese, è databile a dopo il 1724 quando la Lanterna terminò la fortificazione del Golfo costruendo il Lazzaretto, forte munito di cannoni, al Varignano, la punta che si sporge affusolata come un indice che oggi ospita gli incursori.
Il nome della città è Especia come diceva allora il gallico idioma. Ad occidente se ne mostra l’icona di borgo murato, prossimo a dove la Lagora allora sfociava in mare vicina alla protuberanza scura che si protende sulle onde: il mozzicone del porticciolo. Dalla parte opposta, chiuso in un anello di vegetazione, c’è il Castello e poi la “Grande Piana” che dopo Cristo Re si apre verso Migliarina.
La carta non è molto particolareggiata: diversi quadratini neri per le costruzioni fuori del centro murato, icone di case anche campanili per i borghi litoranei, tanti puntini lungo la costa a mostrare dove l’acqua è più bassa.
Mi pare che la carta fosse ad uso e consumo esclusivo dei naviganti interessati alla costa occidentale.
Infatti, solo questa metà del Golfo, fra le bisettrici che lo marcano e la punta che indica il nord, è espressa la profondità del mare misurata in brasses, il braccio francese che corrispondeva a 1 metro virgola 713427. Alle cifre s’accompagnano le icone di ancore a segnalare l’ormeggio sicuro. Il centro è traversato da una scritta che dice che il fondale di erbe è melmoso.
In basso un isolotto a forma di otto con i suoi numeri di profondità e la scritta Letine che per vuol dire il Tino: avevano commesso qualche errore.
I nomi di luoghi sono pochi. Il lazzaretto precede l’area fortificata della cittadella, la fortezza di Santa Maria, fulcro della difesa del Golfo; Fezzano è l’Ofezan scritto come lo sentono pronunciare dagli indigeni, il Fortino è la torre di San Gerolamo che troneggia su “la Cadam”, abbreviazione di Ca’ di mare che ha vicino la torre quadrata di Sant’Andrea che gli Inglesi ridussero in polvere martedì 5 aprile 1814 quando fecero saltare le fortificazioni dov’erano attestati i napoleonici.
Né si dimentichi il convento dei monaci del Monte “Oliueto” che s’erano stabiliti suppergiù lì nel 1383 e vi furono sloggiati dalle leggi giacobine del 1798 che abolirono gli ordini religiosi.
Sull’altro lato della riviera, l’orientale, con Lerissa e Telaron ci sono gli inconsueti San Lorenzo e Mazo.
Il primo mi fa pensare al cantiere di successo che è lì oggi, l’altro compare in una carta del 1861 ed in una francese del 1764 dove è detto Maison de Spinola, la nobile famiglia genovese.

La mappa del golfo de L'Especy del 1764
La mappa del Golfo della Spezia del 1861

 

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