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Opinione comune di associazioni, operatori e candidati di centrosinistra

“Il turismo come industria, con il coinvolgimento di tutto il territorio e un impiego condiviso della tassa di soggiorno”

Il turismo visto come asset dal quale non solo non si può più prescindere, ma anche e soprattutto come un’opportunità da governare al meglio, da gestire per trasformarne le criticità in occasioni di creazione di valore aggiunto. Questo il tema dell’interessante dibattito che è andato in scena nel pomeriggio al De Terminal di Banchina Thaon di Revel. A organizzare l’incontro è stata la coalizione di centrosinistra che sostiene Piera Sommovigo e all’appello hanno risposto i rappresentanti di tutte le associazioni di categoria e del mondo associativo in generale.

A rompere il ghiaccio ha pensato Massimo Bonati, candidato consigliere per il Partito democratico, con un punto della situazione sul quale si sono innestati i contributi di chi lo ha seguito.
“L’attuale amministrazione – ha esordito – aveva annunciato la costituzione di una Dmo che non ha partorito quanto promesso. Il progetto è ormai abbandonato, come dimostra la delibera che parla di Dms approvata un mese fa. Di fatto siamo al punto zero e la logica imperante sembra quella del laissez faire. Invece, come abbiamo visto ampiamente nel corso della pandemia, la pubblica amministrazione deve esercitare il suo ruolo in maniera fattiva. I servizi devono essere forniti dai privati ma occorre inquadrare, dare indirizzi. Il turismo è un fenomeno complesso interconnesso con i trasporti, la comunicazione… e ritengo che la Spezia si deve porre a capo di un soggetto unitario, costituito secondo una logica territoriale, non di appartenenza politica. Dobbiamo ritornare a pensare a un’area vasta con la Spezia al centro”. Bonati ha sfiorato anche i temi che ruotano intorno al mercato crocieristico e l’utilizzo della tassa di soggiorno, argomento ripreso più volte nel corso della discussione.

La sindaca di Riomaggiore, Fabrizia Pecunia, ha ribadito l’importanza del concetto di “area vasta”, ma ha lamentato l’assenza di una strada da seguire, mentre riguardo agli assembramenti alle Cinque Terre cui si è assistito negli ultimi fine settimana ha detto: “Siamo contenti della ripresa, ma serve una governance. E serve anche che la città della Spezia si faccia conoscere come località turistica vera, profonda”.
Diversificare e distribuire, dunque, per arginare le folle oceaniche che annualmente vengono immortalate nei pressi delle stazioni della costa.
Per il direttore di Confindustria, Paolo Faconti, il fenomeno turistico deve essere gestito, organizzato “come qualsiasi altra industria, qualsiasi altro comparto economico. Bisogna cambiare l’approccio culturale e iniziare a programmare. Non si può gestire una situazione in cui le Cinque Terre sono un formicaio mentre in città, siccome è il 2 giugno, gran parte di bar e ristoranti erano chiusi. E se la promozione viene fatta senza coordinazione, con ognuno che va per la sua strada, il turismo rimarrà sempre un fenomeno. Abbiamo una provincia che in termini di abitanti è più piccola di un municipio romano, bisogna muoversi in maniera unitaria. Confindustria – ha ricordato Faconti – è stata la prima a proporre lo strumento della Dmo. Dopo qualche anno forse possiamo pensare che non fosse la soluzione ideale e che prima è necessario fissare gli obiettivi. Ma quel che è certo è che serve una visione comune”.

Il mancato accordo tra i Comuni e l’assenza di una guida sono stati stigmatizzati anche da Lorenzo Servadei, esponente di Confcommercio. “L’imposta di soggiorno è una tassa di scopo – ha rammentato – che per il 60 per cento dovrebbe essere impiegata in attività di promozione e marketing da svolgere in accordo con le associazioni. Ma si sa, i bilanci delle amministrazioni sono spesso in difficoltà, e spesso le cose vanno diversamente. Tra i provvedimenti da mettere in atto bisogna creare opportunità per destagionalizzare. Il progetto Mille e una notte, che ha regalato la seconda notte a chi pernottava in città nei mesi scorsi, è stato fatto per quello, con le risorse provenienti dall’imposta di soggiorno. Magari in futuro potrebbe essere riproposto in autunno, anche per far percepire maggiormente il ritorno di questa imposta agli operatori locali”.
Sempre sullo stesso argomento, Eugenio Bordoni, in rappresentanza di Confesercenti turismo, è stato più duro: “La tassa di soggiorno deve essere utilizzata a favore del turismo. Si tratta di soldi delle imprese, prelevati dai nostri ospiti. E per loro devono essere impiegati. Non è possibile passare da una somma di 1,2 milioni previsti a 200mila euro. Altri Comuni vicini hanno rispettato davvero il Patto del turismo. Concordo sulla necessità di creare una organizzazione capillare e di area vasta che renda più facile la vita ai turisti e aumenti gli introiti per tutti, imprese e amministrazioni”.

Ritornando a parlare di Dmo e altre forme di governance, Angelo Matellini, di Cna, ha ricordato la disponibilità sempre dimostrata dalle associazioni di categoria. “Ma l’importante – ha proseguito – non è strumento ma come lo si usa. Serve un’idea. La Spezia non può essere un parcheggio per pullman turistici, ma serve anche contemperare le diverse esigenze dei territorio. All’inizio ricordo che c’era una forte critica nei confronti delle crociere, che si riteneva avessero una ricaduta molto bassa, ma alla lunga la presenza della città nei depliant ha reso un buon servizio. Quello che dobbiamo fare adesso è rendere la città più easy, più fruibile da parte dei turisti”.
“Abbiamo trascorso anni al solito tavolo, con le solite richieste. Ma sono state quasi sempre disattese. Anche la programmazione – ha dichiarato Antonella Simone, per Confartigianato – è un tema chiesto per anni. Non per domani, ma per i prossimi 5/10 anni. Il turismo è indubbiamente un fenomeno in crescita: dobbiamo mantenerlo, ci vuole poco a distruggere tutto quello che si è creato. E per farlo bisogna risolvere anche i problemi spiccioli: per esempio quello della carenza di parcheggi. Sono cose come queste che portano voti negativi nelle recensioni”.

Concluso il giro delle associazioni di categoria, la palla è passata a Caterina Natale, presidente della cooperativa Turismo sostenibile. “Il turismo è tutto sommato recente per la Spezia e per questo è ancora considerato un fenomeno. Occorrono sostenibilità economica e sociale, e in questo senso penso al fatto che bisogna smettere di lanciare bandi al massimo ribasso… Servono qualità, coprogettazione e coprogrammazione. Siamo tornati ai livelli pre Covid, ma abbiamo fatto programmazione? Forse, ma c’è molto da migliorare. Sposo a pieno il tema della territorialità. Tutti i giorni tramite i nostri operatori ai point e sul territorio viviamo i problemi che ci vengono portati dai turisti. Ed è per questo che possono essere utili le cooperative di comunità, un insieme di attori che fanno sì che il territorio programmi il suo futuro”.
Una testimonianza diretta dei problemi con i quali si scontra il turismo l’ha portata il presidente del Cai, Alessandro Bacchioni: “Tanti mentre stanno camminando sui sentieri ci chiedono se Pisa è lontana. Molti altri vengono completamente impreparati a livello di vestiario, pensando di percorrere sentieri che sono come passeggiate sul lungo mare. Questo è turismo mordi e fuggi: non conoscono la nostra cultura e il nostro territorio. Durante il Covid abbiamo creato alcuni pacchetti con percorsi contenenti durata, difficoltà e informazioni. Il successo è stato tale che stiamo per pubblicarli anche in inglese. Riguardo all’affollamento a Vernazza dei giorni scorsi, non dobbiamo parlare di evento eccezionale, ma di piena normalità. Ormai lo sappiamo, bisogna costruire delle alternative”.
Tra i modi per preservare l’anima del territorio c’è sicuramente l’agricoltura, alle Cinque Terre e non solo. Ne ha parlato Alessandro Ferrante, presidente Cia: “Il lavoro agricolo mantiene in salute il territorio. Oggi c’è un grosso problema con cinghiali e caprioli che, in fuga dai lupi delle alture si avvicinano a dismisura alla città, dove trovano abbondanti risorse di cibo. La salvezza non è recintare tutto, come vorrebbe qualcuno. Serve una gestione della situazione, anche da parte del prossimo sindaco o sindaca della Spezia. Bisogna ripartire dal progetto Campagna urbana, fermo dal 2017. Ci sono infatti troppi territori abbandonati intorno al tessuto urbano che sono diventati l’habitat ideale per gli ungulati”.

Microfono ai candidati Giorgia Lombardi (Spezia con te), Diego Denevi (Leali a Spezia), Massimo Lombardi (Spezia bene comune) e Lucia Sommovigo (Movimento cinque stelle), prima che la candidata sindaca Piera Sommovigo tirasse le fila dell’incontro con le conclusioni.
Ringraziati tutti per gli interventi Sommovigo ha iniziato con ironia: “Mi manca solo uno scoglio, diventare sindaca”. Poi ha elencato i punti salienti dell’incontro: “Cambiamento culturale all’approccio del turismo soprattutto da chi si candida ad amministrare un ente pubblico. Il sindaco deve occuparsi di tutto il territorio, come per esempio della Palmaria, e non può avere una visione limitata. Altro elemento è quello di pensare al turismo come industria, dobbiamo cercare di renderlo un sistema redditizio offrendo un prodotto di qualità investendo nella formazione degli operatori. Il settore del turismo deve essere composto da personale preparato, creando dei soggetti che possano intercettare le richieste sempre in mutamento dei viaggiatori. L’ultima cosa è il metodo. Ogni decisione deve essere condivisa in modo da essere attuabile e che siano gli stessi soggetti a difendere il progetto. Se invece ragioniamo in un’ottica di imposizione non possiamo attuare un piano funzionante: dobbiamo crederci per approcciarci al settore turistico. Chiudendo credo che siamo veramente ottimisti ed entusiasti per questa campagna, ma sono sicura che se avrò l’onore e il privilegio di guidare la mia città questi elementi saranno portati avanti. Per far rinascere il territorio”.

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