Una massa di turisti ai moli in partenza per i traghetti alle Cinque Terre. Quaranta volontari del Soccorso alpino pronti a intervenire nell’area Parco sui sentieri. Accordi pronti firmati e altri quasi alla firma. Manovre già attive in territorio amatissimo e fragile. Ma cosa sta succedendo in questi giorni alle Cinque Terre? Se si volesse dare un’istantanea positiva della situazione, si potrebbe dire che il Covid sembra quasi un ricordo e con ottimi ritorni a tutto il comprensorio che ha avuto paura di non ripartire, ma se allo stesso tempo si guarda il rovescio della medaglia i numeri crescono a dismisura e più che sospirare si trattiene il respiro.
Lo scatto che arriva oggi dai traghetti lascia poco spazio alla fantasia. Le code per un viaggio via mare ci sono e anche sui sentieri il flusso non scherza. L’istantanea dell’altro giorno sia dal basso, attraverso le voci da chi vive nei borghi e in quei territori, che dall’alto quindi da chi li amministra hanno restituito un’immagine a tratti preoccupanti anche se chi nel mezzo, nel Parco nazionale delle Cinque Terre, invita a mantenere calma e sangue freddo.
Cosa è successo dalla fine di marzo ad oggi sui sentieri i volontari del Soccorso alpino e di chi come loro è sentinella attenta nell’Area parco lo sa fin troppo bene perché a tanti, non a tutti, sembrano sfuggire alcuni dettagli non di poco conto con una quantità di presenze che in prospettiva parrebbero superare quelle del 2019, ancora oggi, deputato l’anno dei record.
I volontari del Soccorso alpino in questi giorni ne hanno affrontate tante e oggi, forse complice il cielo incerto per buona parte della giornata, ha fatto desistere molti escursionisti improvvisati. Forse. Stando a quanto si apprende, non si vedono più le infradito su e giù per i sentieri ma rimangono costanti invece altre criticità: molte persone non sono nelle adeguate condizioni fisiche per affrontare i sentieri delle Cinque Terre, talvolta non hanno una conoscenza tale “dell’impresa” da affrontare e poi si trovano bloccati, in altri casi ancora chi è in difficoltà lancia l’allarme ma prosegue sul sentiero e quando arrivano i soccorritori il punto di ritrovo non è più quello segnalato. Oppure, come è accaduto giusto un paio di giorni fa, si riprende e non avverte. Situazione che per i soccorritori si è tradotta non solo con un viaggio a vuoto ma anche con un allertamento dell’elisoccorso. Tra i profili delle persone che hanno corso maggiori rischi spuntano i visitatori un po’ su con l’età che fisicamente e con difficoltà potrebbero affrontare l’intero percorso come quello del sentiero Vernazza -Monterosso. Altro dettaglio da non sottovalutare sono le motivazioni che spingono, soprattutto gli stranieri, a rinunciare agli interventi: temono che il servizio sia a pagamento, quando in Liguria non lo è. Questo potrebbe alimentare una catena pericolosa.
Dal Soccorso alpino spiegano: “Il nostro compito è vegliare e non lasceremo mai nessuno indietro. Sono necessarie però alcune considerazioni. E’ fondamentale che le persone ci chiamino se sono in difficoltà ed è altrettanto importante prepararsi: è necessario avere con se le giuste scorte d’acqua, le calzature adeguate e programmare un percorso alla propria portata, avere il cellulare sempre carico. Non è assolutamente secondario lanciare immediatamente l’allarme perché se ci si perde con la luce e si comunica tempestivamente ci sono maggiori possibilità che tutto finisca in poco tempo. Un soccorso sui sentieri nelle ore notturne è naturalmente complicato. Il supporto del Soccorso alpino e di tutte le altre forze chiamate in campo è garantito. La macchina è sempre attiva”.
L’ultimo punto. I soccorritori ci sono, i protocolli anche ma se queste sono le premesse nulla vieta di pensare che i prossimi giorni, a ridosso del 2 giugno, faranno drizzare le antenne a tutti i livelli soprattutto a chi dovrà garantire la sicurezza e chi vivrà in mezzo al via vai.