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Sprugoleria

Sprugoleria

La “losca” e i suoi numerosi significati ormai perduti

Sala da ballo anni Sessanta

Ogni parola è una favola affascinante se ne sappiamo l’origine e ne seguiamo l’evoluzione.
Per esempio, l’aggettivo losco, che deriva da un termine che nella lingua dei Goti significava storto, è termine adottato per indicare chi per un difetto visivo non guarda bene negli occhi altrui. Così chi si senta osservato in quel malo modo, e non è colpa di chi guarda ma solo impressione del guardato, può anche sentirsi minacciato.
Questo processo ci spiega il perché la parola di per sé innocente, assume un significato torvo, ben distante dal suo senso primitivo e lo si accosta al lestofante da cui occorre guardarsi e stare alla larga.
Ma losco si adatta pure ad altre situazioni, tutte spiegabili con la sua origine che risale al tempo invero assai lontano, delle invasioni barbariche.
Chi non è navigante lo ignora, ma chiunque solchi le onde sa bene che la losca, ad esempio, è la cavità a poppa dell’imbarcazione nave attraverso cui passa la catena dell’ancora: il buco è detto così perché i primi che usarono quel termine ci vedevano una somiglianza con un occhio malconcio.
E il modo di dire è rimasto.
Nella terra della Sprugola, quando a evimo fanti, usavamo spesso la parola losca ma non perché fossimo dei naviganti ma perché con essa indicavamo una figuraccia, una di quelle che ti fanno arrossire dalla vergogna quando qualche cosa non andava perfettamente liscio ma succedeva qualche cosa di storto.
Una volta si diceva come a Genova moro pisto, faccia pestata, ma una volta scomparso il dialetto era nata chissà come, chissà quando, inventata da chissà chi, quell’altra parola losca.
Nella losca rientravano gli infortuni successi in varie categorie, da un’impreparazione a scuola o un’interrogazione andata a male, da un’espressione inopportuna in un colloquio importante fino alle disavventure con le fantele che figurati se poi non sarebbero andate a spifferare tutto alle loro amiche che avrebbero sicuramente contribuito la loro parte alla diffusione del fattaccio in una specie di catena di Sant’Antonio.
Perché la losca per essere veramente tale doveva essere nota alla moltitudine.
Se era un fatto privato, consumato ad esempio all’interno delle mura domestiche, ma chi se n’importa. Ma era perdere la faccia dinanzi alla collettività di cui si era parte, la cosa era davvero scioccante.
Quanti amori si sono rotti per una losca, tanti anche prima di essere concepiti, né si contano le amicizie che una losca ha bruciato.
Io, che oggi faccio ancora enormi losche anche se le chiamo elegantemente misunderstanding, ho però una curiosità: ma i fanti questa benedetta parola la usano ancora?

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