Superata la prova pasquale, passati i quaranta biblici giorni di tregua, le Cinque Terre si trovano ad affrontare con il tutto esaurito i giorni dell’Ascensione di Gesù, festeggiata in molti Paesi europei tra i quali Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Islanda, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Svezia e Svizzera. L’Europa che cammina pare essersi data appuntamento tra le casette colorate e i sentieri del Parco Nazionale. Mancano cinesi e statunitensi ma il turismo di massa è qui, in un maggio che è già estate, pieno di lucciole. I turisti non le vedono: loro spariscono col buio, con un treno della sera, zaino in spalla, proprio quando i coleotteri cominciano la loro danza di luce. Si vocifera piano “è tornato il turismo del Faraone”.
Ci sono tutte le criticità del caso: i treni stracolmi in determinate fasce orarie, i ristoranti che non prendono prenotazioni perché sono già pieni, le preghiere rivolte all’aspetto scatologico di questo paradiso naturale, ovvero “fa’ che le fogne reggano”. Questa mattina alle 10 e 30 il termometro del parcheggio a Manarola segnava 34 gradi e sul sentiero della Beccara s’incamminava una colonna di escursionisti già provata dal caldo. Ieri i turisti erano talmente tanti nel borgo che anche i gradini delle case son diventati sedie per consumare la pausa pranzo. Qualche manutentore sospira: “siamo diventati spazzini”. Eccolo, di nuovo, lo scatologico delle “Sancterr”, che non sono “terre sante” ma le “cinq terres” dei francesi, nazionalità maggioritaria di questo ponte dell’Ascensione. “Dovrebbero scavare una buca con il tallone, poi depositare i loro escrementi e richiuderla, invece troviamo tracce di passaggio umano anche nei sentieri più alti. Siamo lontani dal leave no trace degli statunitensi”. Sembrano tante formichine colorate: cercano l’ombra di una pianta, cercano un gelato fresco, cercano acqua. Le spiagge sono tutte occupate da corpi bianchi come il latte. Dai traghetti scendono le comitive: sono tornate le palette delle crociere e i lunghi serpentoni dei croceristi. Ma sono numerosi anche quelli che arrivano in bus.
Il pensiero più ricorrente è la sicurezza. Sono note le criticità per mettere in moto la macchina dei soccorsi. È già successo che l’elicottero non riuscisse ad atterrare a Vernazza, che le ambulanze non riuscissero a trovare il varco tra la folla. Il CAI della Spezia si è affidato ai social per cercare volontari che aiutino nel monitoraggio e nella sicurezza dei sentieri del Parco. Un appello tangibile che cela un dato di fatto preoccupante: così non ce la facciamo. C’è bisogno di tutti, c’è bisogno di tornare a essere umili, anche nell’espletare le funzioni primarie. Per festeggiare questa estate che ha un sapore così diverso dalle precedenti, un sapore quasi di… sgradita normalità.