“Sette giorni di prognosi, abrasione all’avambraccio, abrasione al dito, abrasione al gomito sinistro, abrasione a gomito destro, al dito della mano sinistra, tumefazione allo zigomo sinistro e al labbro superiore , abrasione al padiglione auricolare destro, abrasione alla piramide nasale: sembra un bollettino di guerra , ma questo è il referto medico dell’agente di Polizia penitenziaria ferito inviato al pronto Soccorso ieri pomeriggio dal carcere della Spezia. Una grave aggressione avvenuta ieri intorno alle 17 da parte di un detenuto italiano con fine pena 2027”. A riferirlo il segretario regionale della Uil Polizia penitenziaria, Fabio Pagani, che prosegue: “Troppe le aggressioni in danno di operatori penitenziari e il poliziotto inevitabilmente è esposto a fattori di rischio senza concreta possibilità (operando disarmato) di poter difendere la propria incolumità fisica, premesso che ogni aggressione subita da un poliziotto penitenziario nelle prime linee delle frontiere penitenziarie è da considerarsi una aggressione allo Stato”.
Pagani chiede al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria “urgenti interventi sulla struttura spezzina”, chiedendo altresì al Provveditore di recarsi a alla Spezia. “Il carcere necessita di un direttore titolare sette giorni su sette e di interventi strutturali, considerato che la struttura a breve dovrà liberare un piano detentivo per rischio crollo dovuto a perdite di acqua”, prosegue il segretario, concludendo: “Il Ministro della Giustizia e il Governo Draghi, mentre i poliziotti prendono mazzate, sono più impegnati a pensare alla possibile costruzione di casette dell’amore e a consentire ai detenuti di trascorrere con i rispettivi congiunti fino a ventiquattr’ore d’intimità una volta al mese. Così si crea ancora maggiore spaccatura con uomini e donne dello Stato, poliziotti, sempre più vittime sacrificali del sistema e di una politica assente”.
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