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Una storia spezzina

Una storia spezzina

Quelle vie della Spezia murata che oggi non ci sono più

La carta del del 1875 di Cevini

Ogni tanto imbraccio il testo in cui Paolo Cevini traccia la storia della nostra città illustrandola soprattutto sotto il profilo dello sviluppo urbanistico. Seppur datato (1984), il libro è fornito di un buon apparato iconico sempre utile da consultarsi.
Una carta del 1875 (pag, 127 del libro per chi voglia consultarla) mostra bene un paio di cose. Ci vedi i primi ingrandimenti della Spezia postarsenalizia che, a soli sei anni dall’inaugurazione dell’Arsenale, non stava più nella sua vecchia pelle e si dava da fare per ospitare la marea di gente che era venuta e continuava a venire. Il segno più tangibile del mutamento è la scomparsa delle vecchie mura. Del tozzo quadrilatero che delimitava la città se ne sono già andati il braccio meridionale e quasi tutto l’occidentale (vie Cavallotti e Colombo). Dell’orientale resta solo la prima metà a scendere e l’unico a rimanere integro è il braccio Nord (Rattazzi-Biassa) che si prolunga per il breve tratto del braccio ovest che resta scendendo fino a via Biassa.

Altra cosa saliente è la toponomastica stradale: restano le denominazioni ancestrali e arriva la fresca epopea risorgimentale delle prime due guerre d’indipendenza e dell’impresa dei Mille. Dal punto di vista urbanistico è interessante l’area attorno alla chiesa di Sant’Antonio, oggi Banca d’Italia. Là soprattutto infuriò il colera del 1884: un quartiere malsano di case accatastate che favorì l’espandersi del contagio e che fu necessario buttare giù e poi ricostruire. Restano le vie Marsala, San Martino e via Goito che oggi è galleria. Scompare via Colombina che partiva dalla piazza omonima al centro del braccio ovest delle mura. Con lei se ne vanno le vie dei forni e delle scuderie; via Sapri è ricordata con il nome di San Carlo, la chiesa diventata prima teatro e poi cinema Diana; troneggia la nuova via Colombo destinata ad un brillante avvenire.

Il mercato del pesce che si sarebbe poi trasferito nell’odierna piazza Patroni, s’allunga di traverso sotto la piazza del Comune (Beverini) e c’è via Solferino, nome oggi scomparso, che fa il paio con San Martino per le due battaglie combattute nello stesso giorno. Sopra Sant’Antonio si apre una via Garibaldi. Siccome il Generale sarebbe morto sette anni dopo, la titolare della strada non può essere che la povera Anita Ribeiro convinta dall’amore a seguire il suo Eroe dall’altra parte del mondo dove morì a soli 27 anni. Anche se brasiliana, la Spezia le voleva bene e quando la via fu distrutta se ne trovò un’altra, alla Chiappa, per ricordare la sua figura di eroina nel processo che portò  all’unificazione del Paese.

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