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Le pagelle di udinese-spezia

La gara perfetta nel giorno più importante: Verde, Gyasi e Giulio prendono per mano una città

Provedel 6.5
Fa gli straordinari per togliere dal sacco il colpo di testa ma non può nulla sulla sventola di Molina che incrocia sotto il sette. Colpito duro in uscita, fa temere una sostituzione a risultato ancora in bilico e con Zoet rimasto a casa ma stringerà i denti per portarla in fondo, soccombendo soltanto in pieno recupero su un colpo di testa centrale ma che lui vede partire soltanto alla fine. Se lo Spezia si salva per il secondo anno consecutivo tanto del merito va a questo portiere praticamente dimenticato dall’Empoli e che ora Pecini deve accontentare con un rinnovo che metta d’accordo tutti. Per garantirsi un futuro di certezze e per aiutare questo giovanotto di Pordenone a coronare il sogno azzurro.

Amian 7
L’attenzione con cui fa le diagonali difensive sembra pratica scontata per un calciatore di serie A eppure quell’applicazione quasi maniacale racchiude la grande portata del miglioramento che questo ragazzo ha saputo tradurre nel corso di questi primi mesi italiani: era partito malissimo, ma ha saputo lavorare e si è ricordato il perché era seguito da anni dal diesse aquilotto. Parlando di diagonali, quella che fa per fermare l’idolo di casa Deulofeu è addirittura portentosa perché parte evidentemente in ritardo ma riesce nell’intento di pulire l’area con una personalità che è coronamento della sua stagione.

Daniele Verde

Erlic 6.5 – Cioffi sceglie due attaccanti brevlinei per provare a sorprendere i lungagnoni in maglia nera: Deulofeu e Pussetto effettivamente sono bravi a giocare palla a terra, con passaggi corti e imbucate ma è troppa la posta in palio per lasciare varchi centrali e il centrale croato concede davvero le briciole anche al temibile Nestorovski, entrato per dare centimetri all’attacco dell’Udinese.

Nikolaou 6.5 – Insieme a Martin ha saputo soffrire e crescere durante questa incredibile stagione e a Udine la condotta dei centrali spezzini è all’altezza delle difficoltà e della crucialità dell’impegno. A ben guardare soffre meno di quello che ci si possa aspettare i tanti cross che l’Udinese manda nel cuore dell’area di rigore ma piace anche quando sfida l’avversario palla a terra. Cuore greco, sguardo fiero e un paio di uscite palla al piede che allontanano gli infarti in corso.

Reca 6
Provvidenziale quando prende l’ascensore per anticipare Bussetto e deviare un potenziale colpo di testa che poteva costare carissimo. La sua gara cambierà però prestissimo perchè su un movimento difensivo apparentemente innocuo sente male al ginocchio e dopo diversi minuti di tentativi alla mezz’ora lascia il campo, sconsolato. (Dal 31’pt Ferrer 8 – Gli bastano 5′ per fare qualcosa di grande, ne aggiungerà altri 14 per edificare qualcosa di enorme, di fantastico. Non segna i due gol ma come se lo facesse: l’1-1 nasce da un fraseggio dettato dal catalano che corre, dimentica di essere un destro naturale e arma con strumenti scientifici il sinistro siderale di Daniele Verde per l’1-1 aquilotto; riesce addirittura a fare meglio nel secondo episodio quando con una scivolata anni ’60 riconquista un pallone nell’area e serve a Gyasi una palla che l’italo-ghanese trasforma in oro. Conclude in bellezza, sporcando il tiro di Molina e cancellando il possibile 2-3 friulano).

Emmanuel Gyasi

Maggiore 7.5
Il gol di Molina è una meraviglia ma arriva su un suo rinvio difettoso: il peso di una stagione travagliata si avverte anche nei dettagli e l’Udinese non si fa pregare. Soffre tanto nella prima frazione, l’avversario ha garretti non ancora da spiaggia ma il capitano non molla mai e non è retorica. Non è semplice per un mingherlino come lui al cospetto di giocatori ben più robusti. Ma soprattutto si fa trovare pronto quando Verde cerca un compagno per l’1-3: è suo il gol della salvezza certa. Che cosa chiedere di più ad un’annata durissima che quella dell’esordio, vista con gli occhi di oggi, sembra acqua fresca? La passerella contro il Napoli poi servirà sedersi e parlare di futuro. Ma intanto un’altra pagina è stata scritta, con la maglia giusta. Quella della vita. (Dal 38’st Kovalenko n.g. – Entra e si guadagna un rigore, forse generoso ma il contatto esiste e lui non accentua la caduta. Troppo poco per una valutazione, per raccontare la sua pagella stagionale aspettiamo l’ultima giornata).

Kiwior 6.5
Tre errori da matita blu in appoggio nelle zone in cui non puoi perdere la palla perché la difesa non è ancora schierata e l’Udinese può ripartire con tanti uomini. Walace è un osso, l’Udinese terrà il possesso per quasi il 70% della partita e il ragazzo di Tychy fa una fatica immane. Il risultato volge in favore e quando arriva il 3-1 l’atteggiamento dei padroni di casa cambia, favorendolo: ripresa nel vivo, ritorna quello che conosciamo, bravissimo a catturare palloni come fossero prede in un bosco conosciuto e soprattutto bloccando sul nascere le ripartenze piuù o meno svogliate dell’Udinese.

Daniele Verde

Verde 8
Quando Vincenzo Montella lo ha trasformato da terzino ad esterno alto non poteva sapere che oltre al fiuto per il gol aveva anche una dote non comune: la capacità di segnare gol da copertina come quello che segna all’Udinese con un colpo al volo che sembra scomodare una nuova arte marziale orientale. Ottava meravigliosa rete, stagione della consacrazione malgrado momenti a dir poco difficili dove di campo ne aveva visto poco, poi un assist al bacio che capitan Maggiore deve solo spingere in rete. Impossibile non notare quell’abbraccio quasi intimo con Thiago Motta e tante parole da dire alle rispettive orecchie, figlie di un rapporto che durante la stagione ha trovato un punto di svolta che è stata anche quella di tutta la squadra. Man of the season, per distacco. (Dal 22’st Antiste 6.5 – Un anno ad imparare che il calcio è roba forte e non riguarda soltanto gli aspetti tecnici e i presunti talenti individuali. Un anno per impare che anche da attaccante si deve difendere 90′ se questo è ciò che serve, un anno anche e soprattutto per prepararsi al prossimo. Se saprà fare il salto ne vedremo delle belle. In bocca al lupo Janis!)

Agudelo 6.5
Sui guantoni di Silvestri il suo mancino dal cuore dell’area che non parte con la forza e l’angolazione sufficiente per impegnare di più l’estremo difensore dei friulani. E’ soltanto il principio del pomeriggio friulano che proseguirà nel suo caso con una gara tutto cuore e tentacoli, a guerreggiare contro una mediana ben più corpulenta del suo 1,78. Non perde mai la concentrazione e dosa meglio di altre volte i download della gara. Avversari che paiono giganteschi, ma che non gli mettono paura: esce che non ne ha davvero più (Dal 22’st Bertola 6.5 – Che sia l’inizio di un’altra storia romantica di un ragazzo della generazione Ferdeghini, gettato nella mischia piuttosto a sorpresa per fare legna a centrocampo e tamponare dove serve. Ci proverà anche da fuori, costringendo Silvestri ad allungarsi e dimostrando che non è entrato solo per gli almanacchi. Le sue lacrime alla fine sono anche le nostre).

Gyasi 8
La vita toglie, la vita dà, carissimo Ema. Con le mani nei capelli insieme agli 11mila di una settimana fa per una torsione in area di rigore e una conclusione che non inquadra la porta da posizione invidiabile, esattamente quello che gli accade anche oggi con l’altro piede ma con epilogo opposto. Una corsa piena di gioia sotto il settore ospiti che vale più di tanti dicorsi perché raccoglie la sofferenza di un’annata che sembra infinita. Fu lui a portare lo Spezia in serie A, è lui che ha fatto piangere San Siro ed è sempre lui oggi a salvarlo. E’ l’uomo della storia che come tutti i grandi leader continua a correre sino all’ultimo. Perché i grandi sono gli ultimi a fermarsi. Sempre. (Dal 38’st Salcedo n.g.)

Manaj 7
Sull’esterno della rete dopo due minuti il suo sinistro da posizione defilata poi si trasforma subito in uomo assist quando scappa via sulla fascia, liquida il suo diretto marcatore per poi scaricare intelligentemente ad Agudelo una gran palla che Silvestri parerà. Basta e avanza lui là davanti contro un’Udinese che qualcosa lascia ma piace per come duella anche sul 3-1, anche quando il primo caldo può mettere in ginocchio un atleta che non si ferma da dieci mesi, non si dà per vinto su nessun pallone e riesce a tenere alta la sua squadra, facendo quello che l’allenatore vorrebbe sempre vedere dal suo terminale offensivo. Dispiace per quel penalty calciato al cielo, perchè avrebbe meritato la gioia personale. Il club punta su di lui, lui ha già detto di voler rimanere, non sarà difficile accontentarlo.

All. Thiago Motta 7
Il modulo prediletto quando davanti hai una big o un avversario più forte fisicamente con i giocatori che hanno garantito maggior affidabilità nel corso di questa lunga stagione: troppo importante far quel che si deve fare, senza fronzoli o esperimenti. Lo Spezia parte forte, tanto da portare i primi pericoli dopo pochi minuti ma l’Udinese è un diesel e già dopo il primo quarto d’ora emergono le qualità dei padroni di casa. Basta insistere un po’ che la difesa aquilotta inizia a balbettare e il gol è quasi naturale. Ma la squadra regge il momento, trova un pareggio forse più bello che meritato ma soprattutto non smette di attaccare acquisito il pari, meritando di mettere il muso avanti. Il tris in apertura di ripresa è il miglior calmante per tutta una città che un po’ sul posto, un po’ sul divano vive 90′ come una specie di preghiera collettiva. E alla fine tutti in campo, la salvezza è compiuta e somiglia ad una liberazione.

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