Interminabili momenti di terrore. Non si possono descrivere in altro modo i drammatici minuti vissuti dalle persone chiuse in banca durante la rapina avvenuta questo pomeriggio, attorno alle 13, nella filiale della banca Credit Agricole ai Prati di Vezzano. Sull’acquisizione delle immagini riprese dalle telecamere presenti all’interno della banca e nelle zone circostanti stanno lavorando senza sosta i Carabinieri. I militari si concentreranno su una decina di testimonianze, tra clienti e impiegati fatti restare in una stanza per tutta la durata del colpo.
Una donna è stata costretta a entrare nella banca pochi istanti prima che la rapina fosse compiuta. “Ho deciso all’ultimo momento di recarmi in quella filiale – racconta a CDS -. Le porte erano chiuse, ma ho notato che dietro di me c’erano due persone. Uno molto corpulento con una camicia celeste, portava a braccetto un altro uomo claudicante. Ho detto loro di passarmi avanti, ma l’uomo corpulento mi ha trascinata dentro la banca. Lì ho notato altre persone all’interno, due erano in piedi. Sembravano molto giovani: uno magro, con la tuta e la parrucca. Di lì a poco ci hanno detto di consegnare i cellulari. Io non lo avevo, ho alzato le mani. Mi hanno chiesto se avevo delle armi e ho risposto di no. Ho cercato di mantenere i nervi saldi e ho eseguito alla lettera gli ordini dei rapinatori”.
La signora e altri testimoni hanno raccontato di aver notato che i rapinatori avevano il volto coperto da bandane, parrucche. Qualcuno avrebbe notato almeno un cutter in mano di uno dei quattro. Elementi in fase di accertamento da parte dei carabinieri. Sempre stando a quanto si apprende dalle testimonianze, le persone bloccate nella banca sarebbero state divise mentre due rapinatori, che parlavano italiano, si sono fatti consegnare il denaro dalla direttrice. Alla luce di questa serie di elementi, e della rapidità del colpo, non è da escludere che si tratti di una banda di professionisti. Soltanto le indagini potranno accertarlo.
“Una volta seduti ci hanno spiegato per filo e per segno quello che avevano intenzione di fare – continua la donna ancora scosa -. Hanno detto con tono fermo, a più riprese: ‘se fate i bravi nessuno si farà male, non abbiamo armi. Lo Stato non ci aiuta e non sappiamo come vivere‘. Io ho cercato di restare vigile e fredda per non perdere il controllo. Ma a un certo punto sono crollata. Non sono riuscita a trattenere le lacrime quando ho scoperto che accanto a me c’era una signora molto anziana che aveva paura. Ho visto le lacrime che sgorgavano sul suo volto. Hanno cominciato a scendere anche dal mio, mentre cercavo di farle forza. Ho pensato a mia madre che ho perso poco tempo fa. Uno dei rapinatori si è avvicinato, ho avuto di nuovo paura. Si è rivolto alla signora anziana dicendole ‘ho una mamma e una nonna, non potrei mai farle del male’.”
Un colpo di pochi minuti, anche se le vittime si sentono sospese nel tempo. “Per me è come se fosse passata più di un’ora – conclude la testimone -. Questa vicenda mi ha profondamente scossa a livello personale e non posso non pensare a quel giovane rapinatore che si è mostrato per un momento gentile. Vorrei potergli dire che nella vita c’è un’alternativa a tutto questo“.
