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Grazie allo stretto rapporto con le imprese

Scuola nazionale trasporti e Adsp, il connubio funziona. In un anno formate 250 persone: tutte assunte

Federica Catani, Pier Gino Scardigli e Mario Sommariva

Negli ultimi 12 mesi la Scuola nazionale trasporti e logistica ha coinvolti in percorsi di formazione circa 250 persone in cerca di lavoro, per un totale di oltre 12.000 ore di formazione, 1.600 delle quali svolte in azienda. Ed è proprio il rapporto con le imprese uno dei cardini del successo intrinseco in questi numeri, visto che il tasso di occupazioni dei giovani e meno giovani che hanno partecipato ai corsi ha quasi raggiunto il 100 per cento.
Numeri significativi, per certi versi eccezionali, che il presidente Pier Gino Scardigli e la direttrice Federica Catani hanno voluto condividere con il presidente dell’Autorità di sistema portuale Mario Sommariva, ringraziandolo per la sensibilità e la presenza costante nel sostegno alle attività della Scuola.

Operatore polivalente di Terminal portuale, Addetto all’ufficio merci, Tecnico di spedizione, Tecnico ferroviario polifunzionale, Logistic manager: sono solo alcune delle figure professionali formate dalla Sntl che ha seguito l’evoluzione del lavoro portuale, sottoposto negli ultimi trent’anni ad un cambiamento epocale, accompagnata da una ininterrotta formazione delle figure professionali che i vari stadi dell’innovazione richiedevano e continuano oggi a richiedere, per sostenere l’eterna sfida della competitività. La Sntl si è adeguata al cambiamento e ha costruito un modello cui ha aderito con grande interesse l’Adsp che opera in partnership e sinergia con la Scuola, che ha nel frattempo raddoppiato il suo impegno affiancando alla storica sede spezzina quella di Marina di Carrara.
Stamani, presso l’auditorium dell’Adsp sono stati presentati i numeri della formazione e le prospettive che questa apre per le imprese e per i lavoratori, oltre che per l’intero sistema portuale ed economico.
Dati molto importanti, soprattutto se rapportati alle attuali difficoltà di recruiting riscontrate dalle imprese e alle difficoltà perduranti legati alla situazione di emergenza sanitaria. Tutti i percorsi sono progettati e realizzati in stretta collaborazione con le imprese presso le quali vengono svolti, accanto alla didattica teorica, gli stage e le esperienze in contesto di lavoro.  Si tratta di un modello virtuoso di coinvolgimento delle imprese in tutte le fasi dei percorsi formativi, talvolta accompagnato da specifici impegni all’assunzione dei partecipanti al termine della formazione.

Come evidenziato da Scardigli, “dalla sua fondazione, la Scuola ha garantito, iniziando dai logistic maganer, la formazione delle professionalità necessarie alle imprese seguendo l’evoluzione del mondo portuale e logistico. La piena occupabilità dei nostri abilitati è un punto di eccellenza che qualifica la Scuola, il mondo delle imprese e quello del lavoro. E su questa linea la Scuola è pronta alle nuove sfide che impongono di preparare, a grande richiesta, altre nuove figure specializzate e di concorrere, in nuovi settori come l’autotrasporto, a scongiurare carenze di personale. La piena sintonia con l’Adsp ci consente di affinare un modello di qualità nel rapporto formazione-lavoro e nella formazione continua”.

La direttrice Catani ha sottolineato che “il sistema della formazione si sta facendo carico dello squilibrio esistente tra domanda ed offerta di lavoro, aspetto fondamentale in un settore strategico quale quello della logistica e della portualità. In partnership con l’Adsp abbiamo sviluppato un importante lavoro e una continua progettualità nel porto della Spezia e di Marina di Carrara. Si tratta di formazione direttamente funzionale ai piani di assunzione aziendali e nella quale imprese si coinvolgono attivamente ed a vario livello: dalla disponibilità di propri docenti e istruttori, all’accoglienza degli allievi per periodi di stage o di formazione in contesto di lavoro, a veri e propri impegni assunzionali”.

“La formazione dei lavoratori portuali è uno dei punti cardine da sviluppare per rendere efficiente l’attività degli operatori del terminal. L’Adsp e la Sntl hanno il progetto comune di contribuire alla formazione professionale delle persone, sia sensibilizzando sulla sicurezza sul lavoro, sia parlando di competitività e sviluppando le strategie di sviluppo migliori. Oltre all’approccio al mondo del lavoro per i più giovani, dobbiamo tenere in considerazione la trasformazione occupazione per quel personale che diventa inidoneo fisicamente o professionalmente allo svolgimento di certe mansioni. L’intreccio tra la leva della formazione e le politiche di sostegno al mercato del lavoro inserite nel Piano organico del porto approvato lo scorso anno con uno stanziamento di 500mila euro è il modo migliore per creare una vera prospettiva per il porto, che non è fatta solo di infrastrutture o dragaggi, ma anche e soprattutto di persone, di lavoratori. Non dimentichiamo che il futuro terminal che prenderà il posto della Marina del Canaletto sarà semi automatizzato quindi serviranno figure specifiche, ma anche sostegno per coloro che vedranno sparire la propria mansione. I cambiamenti non sono mai neutrali, né sotto il profilo della qualità né sotto quello della quantità”, ha concluso Sommariva.

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