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44 anni fa il ritrovamento del corpo dello statista

“Moro oggi chiederebbe la convocazione di una conferenza di pace nello spirito di Helsinki”

Intervento di Paolo Bufano, esponente Pd Sarzana.

Aldo Moro (da 'Aldo Moro, memorie di un professore', ciclo 'Italiani', Raiplay)

Domani, 9 maggio, ricorre il 44°anniversario del ritrovamento del corpo di Aldo Moro, assassinato dalle Brigate Rosse all’esito di una tragica vicenda dai contorni ancora in parte inquietantemente oscuri.
Le più alte Autorità dello Stato renderanno omaggio – come ogni anno – al maggiore Statista italiano del secolo scorso presso la lapide in via Caetani e dinanzi al suo sepolcro a Torrita Tiberina.
Ma quest’anno il ricordo di Moro si colora di un particolarissimo rimpianto e ispira attualissime riflessioni.
Gero Grassi, il più intransigente custode ed instancabile divulgatore del pensiero e dell’opera di Moro, mi ha ricordato in queste ore che le parole più ricorrenti nei discorsi politici, nelle lezioni universitarie, nei comizi e negli articoli di Moro sono ‘pace’ e ‘Europa’. E che Moro oggi chiederebbe la convocazione di una Conferenza di pace ma nello spirito di Helsinki, non in quello di Yalta; con l’obiettivo cioè di superare, non di sancire, la logica dei blocchi, basata sulla troppo fragile regola dei timori, delle diffidenze e degli inganni reciproci.
Che è poi ciò che ha detto il Presidente Mattarella, ‘moroteo’ da sempre: “Occorre costruire un quadro internazionale rispettoso e condiviso che conduca alla pace».
Firmando, nell’agosto 1975, l’Atto Finale della Conferenza di Helsinki, sia come presidente del Consiglio italiano sia come presidente di turno dell’allora Comunità Europea, Moro – a chi definiva illusoria la prospettiva del superamento della politica dei due blocchi – rispondeva, come ha ricordato Angelo Picariello su Avvenire: ‘Il signor Breznev passerà e il seme che tutti insieme abbiamo gettato darà i suoi frutti’».
E nonostante le battute di arresto registrate da quel percorso, proprio a Helsinki furono poste le basi per il superamento della Guerra fredda, un processo che avrebbe portato alla dissoluzione dell’impero sovietico, alla caduta del Muro 14 anni dopo e alla nascita di un’autonoma identità comune europea.
Allora in queste ore Moro certamente proclamerebbe innanzitutto la centralità delle vittime, e dunque la necessità del sostegno alla Nazione aggredita, anche attraverso l’esercizio organizzato della scriminante della legittima difesa (in misura proporzionata all’offesa); poi chiamerebbe alla valorizzazione della dimensione europea come luogo di superamento della rinnovata contrapposizione est – ovest; e certo esorterebbe alla ricerca della mediazione, alla valorizzazione “del coraggio e della fantasia dei mediatori” ed infine alla cura di “non lacerare i preziosi legami fra i popoli e le culture” distinguendoli dai rapporti fra i rispettivi regimi che – finché non sono espressione di una democrazia compiuta – sono comunque transeunti.

Paolo Bufano, PD Sarzana

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