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Una storia spezzina

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L’arsenale di Napoleone, piccola tessera di un immenso puzzle

Napoleone

Il 5 maggio è ricorso il 221° della morte di Napoleone che scomparve quasi cinquantaduenne nell’isoletta sperduta nell’Atlantico che nessuno conoscerebbe non fosse stata l’ultima dimora dell’uomo per cui la terra tremò.

Ricordo Napoleone perché alla sua figura è legata un’inesattezza della nostra storia. In un qualsiasi testo sulla nostra terra si legge che Napoleone fu il primo a voler costruire nel Golfo un Arsenale.

Non è esatto. A parer mio al grande Corso l’idea di fare un impianto militare alla Spezia non interessò affatto.

Ma còsa i diza ‘sto chi, penserà chiunque legga.

Bene. L’idea di Napoleone era una sola: costruire un grande sistema che contrastasse la potenza della Royal Navy, la flotta della Gran Bretagna, grande nemica.

Invincibile, almeno fino a un certo punto, sulla terra, Napoleone il suo tallone l’aveva sul mare. I suoi vascelli non ce la facevano contro l’armata navale che batteva l’Union Jack. Le prende nel 1798 a Abukir, baia egiziana, subisce un’altra cocente debacle a Trafalgar presso Cadice nel 1805.

Per questo l’Imperatore elabora un’accurata strategia per contenere lo strapotere inglese sul mare sì da poter attuare un totale blocco economico contro il nemico. Per controllare le acque progetta un sistema integrato di contenimento della potenza navale inglese che si fonda su tre arsenali da realizzarsi in altrettante postazioni vitali, capisaldi ognuno dei quali è complementare agli altri due ma nessuno è valido per sé solo: un grande piano strategico.

Per controllare la Manica immagina un Arsenale a Cherbourg, il porto bretone sulla penisola del Cotentin così prossima alle coste inglesi e irlandesi. Noto che lì nei pressi il 6 giugno ’44 sbarcarono gli Alleati. Per gestire il Mare del Nord l’idea è costruire un Arsenale sull’estuario della Schelda ad Anversa.

Per il Mediterraneo ecco l’idea dell’Arsenale nel Golfo che Bonaparte nei Memoirs dettati a Sant’Elena per passatempo, giudica essere le plus beau port de l’univers.

Non si pensi a contraddizione fra questa considerazione e l’affermazione iniziale.

L’Arsenale nel Golfo ha senso solo se inserito all’interno della strategia complessa e articolata elaborata da Napoleone. Se invece, magari per amor di patria, lo si considera isolatamente, a sé stante, è un piano privo di significato sotto il profilo militare: buono per l’epica nostrana ma estraneo alla realtà.

La realtà voleva che il Golfo finallora infrastrutturalmente trascurato, fosse collegato al Nord Italia. Per questo l’Empereur chiede che gli mandino les projects des comunications de la Spezia à Pise, Plaisance, Parme, Génes.

Pensateci: anticipa di un secolo le richieste che farà il porto. Ma questo l’abbiamo dimenticato. Ricordiamo unicamente l’Arsenale, un’idea che era solo la tessera di un immenso puzzle.

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