In piazza brin

Sommovigo: “Per garantire la sicurezza servono idee non repressione. Basta zone ghetto”

Si è tenuta ieri pomeriggio al Circolo Fantoni la tavola rotonda ‘Diritti, doveri di cittadinanza, integrazione sociale e sicurezzaorganizzata da leAli, forza civica a sostegno della candidatura di Piera Sommovigo a sindaca della Spezia.

Presenti, oltre alla candidata e a una cinquantina di cittadini, anche il criminologo e professore universitario Stefano Padovani che coordina le attività di ricerca dell’Osservatorio sulla Sicurezza Urbana della Regione Liguria, il giornalista Renzo Raffaelli che ha moderato l’incontro e Guido Melley, leader di leAli.

“La sicurezza è un tema importante – ha esordito Sommovigoma non va declinato solo in termini di repressione e di intervento a posteriori. La sicurezza urbana non spetta solo alle forze dell’ordine, ma è un argomento che va affrontato in maniera trasversale, abbracciando tutta una serie di settori: servizi, mobilità, occupazione. Un’amministrazione deve affrontare il tema dell’integrazione sociale in modo sistemico, programmatico – continua Sommovigomettendo a rete tutte le realtà che vi operano: associazioni, attività commerciali, scuole…realtà dello stesso quartiere che a sua volta deve essere messo in connessione con altre aree della città. Stigmatizzare una zona come problematica, farne un ghetto, affrontare le difficoltà solo con telecamere di sorveglianza, come ha fatto l’amministrazione uscente, non risolve, crea nuovi problemi”.

Per garantire la sicurezza e l’integrazione sociale Sommovigo propone alcune soluzioni: “Quando sarò sindaca nominerò una figura dedicata a questo delicato compito che faccia da raccordo tra tutte le realtà citate. Ci tengo anche a dire che non toglierò neanche una telecamera, anzi, le aumenterò se necessario, ma a questo si devono accompagnare progetti, idee. Penso a centri di aggregazione, laboratori multietnici, una rete tra associazioni anche tra quartieri diversi in modo che il dialogo si allarghi. Un quartiere come l’Umbertino – conclude la candidata – deve diventare attrattivo, non repulsivo. Consiglio la lettura del punto 11 del mio programma che si trova anche sul mio sito in versione integrale al capitolo ‘Spezia, città dove tutti possono essere fragili.

Sulla discriminazione del quartiere Umbertino è intervenuto anche Guido Melley, leader di leAliPiazza Brin non è un problema da reprimere come ha fatto intendere Peracchini che ha toccato l’apice con la vergognosa vicenda del quartiere Umbertino trasformato inzona rossa, di fatto ghettizzandolo. Un caso unico in Italia dove esistevano le città in zona rossa, ma non i singoli quartieri”.

Anche l’esperto di sicurezza urbana Stefano Padovani non è stato morbido con l’amministrazione uscente. “In questi cinque anni non è stato fatto niente per risolvere veramente la sicurezza urbana. Se Peracchini fosse qui gli direi che ha sbagliato tutto, non solo per il quartiere Umbertino, ma per tutta la città. Ci vuole progettualità. In questa città serve un cambio di passo“.

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