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Lista spezia riformista

Franciosi: “Peracchini è il sindaco che non sa trattare. Sommovigo prigioniera dei sogni”

“Le amministrative alla Spezia? Per ora una campagna sotto traccia che tuttavia nel mese di maggio scoppierà. Ci sono due opzioni in campo che sembrano diverse ma che sono simili tra loro perché guardano all’immobilismo. Facciamo in modo che questa lista faccia una bella campagna elettorale, con idee per il territorio, è l’immagine libera e di grandissimo valore di Antonella Franciosi”. A battezzare la candidatura a sindaco dell’avvocata spezzina è l’amica Raffaella Paita, deputata di Italia Viva che appoggia la candidatura all’interno della lista “Spezia Riformista. Un folto pubblico presente, si nota anche il patron di Duferco Antonio Gozzi e tanto mondo imprenditoriale e portuale, per ascoltare le parole di Franciosi: “Il problema che si è posto con Peracchini in questi anni si propone anche con l’alleanza fra Pd e Movimento cinque stelle. Peracchini in particolare è l’uomo che non sa trattare: col porto, coi commercianti, con la Marina militare, con gli altri enti. Non sa trattare neanche con la Regione di cui è succube. Ha sacrificato alla sua sottomissione anche la nostra sanità. Come si fa a dire che la politica non dovrebbe occuparsi di sanità? Con questo metodo, è riuscito a tenere ferma due anni la variante del progettista per il nuovo Felettino. La Regione l’ha bocciata e nessuno ha capito il motivo. Questa nuova proposta di ospedale graverà sulle spalle di Asl non più per 25 ma per 30 anni: se questo disgraziato progetto andrà in porto così com’è, tra trent’anni lo avremo pagato due volte. Non riesce nemmeno essere simpatico a quelli di centrodestra che negli scorsi mesi hanno perso la battaglia con Toti e ora ha abbandonato l’arancione è diventato civico… manca di una visione e noi invece una visione ce l’abbiamo. Pensiamo alla città del lavoro, senza le persone se ne vanno”.

La critica non è soltanto di marca sanitaria: “Voi sapete del solarium a Calata Paita, quando il primo bacino e il waterfront dovrebbero essere davvero il futuro della città. E, badate bene, Calata Paita non torna alla città per merito di Peracchini ma viene da lontano, dalle giunte di centrosinistra che hanno avuto un pensiero e hanno lavorato ad un’operazione complessa che consentisse lo sviluppo del porto e della cantieristica. Tra porto e cantieri c’erano anche le cosiddette marine: io non so se le avete mai visitate ma sembrava di entrare in una città nella città. C’erano addirittura persone che facevano il bagno tra un container e un cantiere. Ebbene queste marine sono state spostate, liberando degli spazi che così facendo ci vengono restituiti. Naturale che la città abbia un ritorno da questa sostituzione”. Franciosi ricorda la funzione pubblica: “E allora rubo un’idea ad Antonello Pischedda che l’aveva abbozzata 35 anni fa ed e’ stata ripresa da Stefania Novelli, l’altro giorno. Costruire un teatro sul mare che sia anche di benvenuto agli ospiti della città. Io aggiungerei uno spazio polifunzionale che sia capace di accogliere i Maneskin come Mozart, la commedia dell’arte, compagnie di teatro di avanguardia. E poi dovrebbe trovare spazio una nuova edizione del Premio del Golfo mai dimenticato dagli spezzini ma trascurato dall’amministrazione. Pensate di lasciar correre il vostro sguardo dalla calata Paita, venite verso il centro e ricongiungendovi alla Morin, provate ad andare oltre le mura dell’Arsenale. Bisogna superare quel muro, se voi guardate la città dall’altro potete vedere che ci sono molte aree inutilizzate e noi quelle aree dobbiamo riprenderle. Per farlo ci vuole un sindaco capace di dialogare, Peracchini non è riuscito a farlo, a differenza dei suoi predecessori. Leggo Grondacci che sottolinea quello che non è stato fatto in passato ma ricordo, e non dovrei sbagliarmi, che lui fu assessore per nove mesi per poi dimettersi. Forse si è spaventato del ruolo. Il Museo Navale andrebbe collegato al resto della città, sarebbe un ulteriore luogo di cultura trascurato da Peracchini in questi anni”.

Un passaggio anche sul centrosinistra, sulle altre forze che potevano essere unite ma così non è stato: “I contenuti che proponeva Forcieri per il waterfront sono stati motivo di divisione tanto che Avantinsieme ha lasciato il campo riformista per unirsi agli altri: nell’idea di Forcieri non era prevista la funzione pubblica, nella nostra sì. Siamo per la produzione, per le infrastrutture, ma siamo capaci di dire dei no all’asservimenro dell’area Enel. Pensare uno sviluppo diverso, con energia pulita. Loro si definiscono centrosinistra? Io li chiamo giallorossi e se noi non ci siamo non c’è il centrosinistra. Dico a Sommovigo che sono prigionieri dei sogni: nella coalizione che l’appoggia c’è chi vuole uscire dalla NATO e chi vuole fornire le armi all’Ucraina. Io lo voglio dire chiaro: sono per sostenere la resistenza dell’Ucraina e non ho problemi a dirlo perché è quello che fecero i partigiani in attesa dell’arrivo degli alleati”. Ma nemmeno Grazzini (“ricordato per i muscoli e per lo Spezia”) viene risparmiato dalle critiche così come Buondonno (cinque anni fa si candidò con Rifondazione…). Mancano 45 giorni e la campagna elettorale è già iniziata. Decisamente.

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