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Sarzana, la ripresa post Covid passa dagli atri fioriti

È stato sufficiente percorrere una “vasca” tra le Piazze Garibaldi e Matteotti, passando da Via Mazzini, per capire che a Sarzana si respira l’aria della ripresa tanto attesa. Nonostante il clima più autunnale che primaverile e la concomitante Fiera spezzina di San Giuseppe (in versione posticipata), un fiume di sarzanesi, residenti della Provincia della Spezia e turisti si sono riversati nelle vie cittadine per ammirare gli atri dei Palazzi gentilizi, proprio per l’occasione aperti al pubblico e adornati con addobbi floreali per nulla ridondanti, stucchevoli e fuori luogo, anzi appropriati al relativo contesto storico culturale. A tal riguardo, meritevole di menzione merita l’efficiente organizzazione della manifestazione, riuscita anche grazie all’umile lavoro dei volontari, professionali e pronti ad accogliere i visitatori, che giustamente hanno manifestato un forte senso di responsabilità, rispettando il contingentamento all’ingresso dei palazzi storici e ammirando le bellezze architettoniche sarzanesi con rispetto e devozione profana. Sarzana si è mostrata ancora una volta cittadina affascinante ed accogliente, punto d’incontro, sia territoriale che culturale, di regioni limitrofe, ma diverse, confermandosi concretamente capoluogo della Lunigiana/Liguria Apuana, o, come alcune volte mi spingo a dire, della Terra di Mezzo, richiamando volutamente la trilogia di J. R. R. Tolkien. Se di ripresa si parla, come noi tutti speriamo e ci auguriamo, sicuramente è opportuno e doveroso citare, per quanto riguarda soprattutto Sarzana, i suoi atri fioriti.

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