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Mercoledì sera in consiglio

Protesta Oss e il terrore che la politica non sia all’altezza. Scoppia la contestazione in commissione comunale

La vertenza dei 159 Oss spezzini è una delle ferite aperte più sanguinanti nel mondo occupazionale di una città che, sotto la voce sanità, conosce ormai da tempo un lunghissimo periodo nero. Ma, scendendo nel particolare e delicato terreno assistenziale, è soprattutto uno dei temi spinosi e irrisolti malgrado decine di riunioni, commissioni consiliari, cortei pubblici e prese di posizione da parte delle sigle sindacali e, almeno in questo caso, della battaglie intraprese direttamente dai lavoratori e lavoratrici coinvolte. Trasferte a De Ferrari sotto la sede della Regione come nel caso della scorsa settimana quando i delegati sindacali, era il 21 aprile, erano partiti alla volta di Genova per ricevere risposte certe che, evidentemente, non hanno avuto.

Commissione consiliare su Oss

Prima dei dettagli e delle diverse testimonianze sindacali, prima delle considerazioni dei commissari, si è materializzata la protesta dei lavoratori e lavoratrici intervenute. Al di là della circostanza in sè, la loro presenza massiccia in un’aula che per ragioni di Covid non può avere la capienza massima che aveva un tempo, ha indotto il presidente della commissione Fabio Cenerini ad intervenire più volte anche perché il blackout all’impianto audio rendeva difficoltoso l’ascolto dei vari interventi. Ma la protesta ad onor del vero non può certo definirsi esattamente un atto inaspettato visto che si avvicinano pericolosamente le date in cui poi non si potrà più tornare indietro. Una protesta che ha coinvolto almeno una cinquantina di Oss, forse di più, che non le hanno mandate a dire alla politica farcendo la protesta non solo coi cartelloni esposti ma pure con frasi estreme frutto della frustrazione di chi non sa se tra qualche mese potrà ancora svolgere il proprio lavoro. Attimi di tensione che si sono ripresentati a commissione in corso, toni che hanno fatto salire il termometro della sala consiglio come poche volte si è visto in questi anni. Una circostanza che ha consigliato il presidente della commissione Fabio Cenerini di sospendere temporaneamente la seduta nell’attesa che la situazione si ricomponesse anche con l’aiuto degli agenti della Questura, chiamati a monitorare la situazione che si stava creando al primo piano di Palazzo civico.

Commissione consiliare su Oss

Marco Raffaelli, commissario e consigliere del Pd, ha avviato la discussione che partiva proprio da una sua richiesta di riunione, propedeutica all’interpellanza che sarà discussa domani sera nell’ultimo consiglio comunale prima del cessate lavori imposto dalla normativa elettorale. “Non andiamo affatto, al contrario di quanto assicurano da Genova, verso la risoluzione del problema. Quella degli e delle Oss è una bomba sociale, noi dall’istituzione regionale pretendiamo degli impegni precisi ma siamo anche cosciente che per i 50 giorni di campagna elettorale seguiremo la vicenda soltanto attraverso il lavoro dei sindacati. Tutti quanti dobbiamo aiutare queste persone. Ma mi chiedo: non è che alla base di tutta questa impasse c’è un problema di tipo economico?”.

Generico aprile 2022

A esplicare la sintesi dell’incontro avuto la settimana scorsa a Genova col presidente Toti, è stato invece Marco Furletti, coordinatore provinciale della Uil: “Questa legislatura è cominciata è finita con la vertenza Coopservice. Il 21 aprile abbiamo incontrato il presidente Toti ribadendo quella che era la nostra posizione, rafforzata dalla mozione urgente approvata nell’ultimo consiglio comunale. Si è individuato un percorso che però, a conti fatti, non si è ancora concretizzato; di contro di quella stessa riunione abbiamo letto dichiarazioni trionfalistiche che francamente non ci sentiamo di sottoscrivere”. Lo scetticismo delle parti sociali deriva dai fatti mancanti: “Abbiamo apprezzato l’impegno preso ma di concreto si è visto poco. L’unico dato certo è che dal 1 giugno prossimo 144 persone verranno licenziate perché c’è una procedura di mobilità aperta che si chiuderà entro metà Maggio. Da questo totale bisogna togliere 33 persone che in Coopservice hanno vinto il concorso. Rimangono perciò 111 esuberi. La Regione ha detto che fra i vincitori del concorso per il contratto a tempo indeterminato e quelli che verrebbero utili in altre strutture si sarebbero liberati 34 posti. La Regione asserisce che Alma Mater e Don Gnocchi hanno manifestato la disponibilità ma senza una stima ufficiale. Si parla di una quindicina di unità e gli esuberi caleberebbero così a 62”. Poi c’è la partita del decreto Rossomando, vero e proprio nodo della vicenda. Furletti la spiega così: “La norma dice che se il fabbisogno è 100 si possa arrivare ad assorbire fino al 50%. Noi, anche alla luce dell’incontro di febbraio, siamo partiti dalla possibilità di una procedura riservata dedicata esclusivamente agli Oss ma nell’ultimo incontro è stato detto che su quel fabbisogno bisogna calcolare un ulteriore 50%. Quindi a Coopservice si andrebbero a destinare 33 persone. Chiediamo dunque un ulteriore sforzo perché siamo convinti che si possa applicare il Rossomando calcolandolo però non sul fabbisogno annuale ma su quello previsto nel piano triennale. Perchè comunque considerando anche quelle che sono entrate prima saremo sotto la soglia del 50% e arriveremmo a circa 100 unità collocabili in Asl5. Sono tutti elementi che ad oggi non abbiamo e francamente non vediamo perché si debba avere toni trionfalistici. Sarebbe utile che il consiglio comunale prendesse spunto dalle nostre considerazioni”. Infine la risposta a Raffaelli: “Sicuramente c’è anche un problema economico, peraltro c’è stato detto che a breve verrà ridotto il canone di pulizia…” Quindi  la sensazione è che la vicenda Oss sia solo la prima di tante.

Commissione consiliare su Oss

A completare il ragionamento di Furletti, è stato Daniele Lombardo, segreteria Cgil: “La visione ottimistica della Regione al momento non è supportata da impegni scritti dalle strutture citate come disponibili ad assumere chi perde il posto in Coopservice. Al Belvedere ad esempio non metteranno a disposizione i posti auspicati. Magari altre lo faranno. Noi siamo nelle condizioni oggi di trovare un percorso di stabilizzazione che è di una portata normativa straordinaria e va colto nella sua interezza. Dobbiamo riavvicinarci alla Regione ed ottenere che il fabbisogno sia calcolato non sul solo 2022 ma segua il piano triennale del fabbisogno di personale visto che quando si parla di ente pubblica si ragiona sul dato complessivo del triennio”. Luciana Tartarelli rappresenta la Fials: “Quando la Regione dava le deroghe la richiesta era di 230 Oss, nel 2022 sono esattamente 224. Ma siccome c’era un problema economico ci si accordo per 159 persone. Il problema è irrisolto perché non sappiamo il reale fabbisogno, dobbiamo sapere i veri numeri all’interno di un ospedale. La verità è che oggi ce ne vogliono molti di più di quei 65. C’è qualcosa che non va”.

Commissione consiliare su Oss

Nel batti e ribatti fra sindacati e politici Guido Melley chiede scusa e, di fronte alla taciturna Genziana Giacomelli, unico esponente della giunta presente, attacca il Comune per non aver accompagnato in Regione lavoratori e sindacati: “Perché questa vertenza non finisce il 12 giugno. Chi verrà dopo dovrà portarsela sulle spalle”. Ancora Raffaelli rincarerà la dose poco dopo: “Dopo l’esperienza di questo concorso, non abbiamo ancora una definizione qualitativa e quantitativa del fabbisogno. Ce la facciamo a metterlo per iscritto così da aver una base di partenza? A Imperia sono 209mila abitanti e 354 persone assunte, mentre alla Spezia che ha perfino più abitanti sono 61 con gli stessi posti letto”. Il consigliere dem si dice sconcertato: “A un tavolo di trattativa un’istituzione non può parlare di disponibilità da parte di strutture che poi nella pratica non confermano. Il vero problema mi pare economico, non si vogliono trovare i soldi per chiudere questa vicenda. Ma allora perché si impegna Asl5 in un partenariato pubblico privato che la obbligherà a pagare per anni e anni un ospedale?”. E mentre Franco Vaira insiste sul continuare la battaglia (“Dobbiamo insistere nella mobilitazione pubblica”), gli animi si fanno bollenti quando Emanuele Corbani prende la parola: quel “Nella pubblica amministrazione si entra per selezione pubblica” non passa inascoltato alle orecchie degli Oss presenti che replicano con forza alle parole del consigliere di maggioranza, surclassato dalle contestazioni. Ed è proprio in quel momento che le proteste nei confronti di quell’affermazione consigliano Cenerini il time out. Lo stesso Corbani chiuderà il suo intervento dopo lo stop, chiedendo se il decreto Rossomando, prevedendo una procedura selettiva, sposterebbe soltanto il problema senza risolverlo. Ma su questo Furletti assicura: “Una procedura selettiva su può costruire senza ripetere una prova per titoli ed esami basandosi su anzianità di carriera o su esame specifico su Oss”.

Oss in protesta a Genova

“Ho capito che siamo su Venere – sbotta Massimo Baldino -. Toti dà i numeri e parla di scelta di qualità ma dimentica che dietro ai numeri ci sono delle persone, delle vite interrotte nel caso delle nostre oss sbattute di fatto fuori dalla sanità con notevole perdita della sua tanto sbandierata qualità e per molte dal mondo del lavoro . Si parla di un concorso strabico nella sostanza dove si pretendeva di valutare la professionalità  delle oss non già attraverso quesiti inerenti il loro quotidiano lavorativo, ma quiz nozioburicratici che nulla avevano a vedere. E allora chi ha la patente da 40 anni provi a chiedersi se sarebbe in grado divendo peraltro lavorare 12 ore al giorno di riprenderla rispondendo ai 100 spesso aggrovigliati quiz dei test orali  Eppure sono convinto che quel patentato guiderà certamente meglio oggi di quando quella patente gli fu conferita. Questa è una vera valutazione sulla qualità caro Toti. Mi auguro che oggi con questi tardivi tentativi di recuperare una situazione che andava e si poteva aver risolto già  da anni non si celi solo il losco tentativo di spezzare, attraverso le solite false speranze legate al “io speriamo che ne la cavo” il fronte che invece deve rimanere unito. La battaglia delle nostre oss è anche una grande battaglia di civiltà e rispetto verso i lavoratori.” Federica Pecunia rivendica la sua posizione primigenia: “Ci siamo battuti con proposte fin dall’ inizio di questa vicenda di Coopservice. Con i nostri rappresentati in regione abbiamo tenuto duro per non arrivare al concorso ma cercare soluzioni legittime e alternative utili a internalizzare i lavoratori. Poi tutto si è sbloccato, anche con la votazione di un ordine del giorno che chiedeva di accelerare sulle assunzioni aprendo ai concorsi. Un concorso svolto in piena pandemia mentre tutti loro erano impegnati in condizioni estreme a curare le persone e non avevano certo il tempo per studiare, tanto più argomenti che non sono nemmeno pertinenti alla loro professionalita. Tra poco 120 lavoratori rischiano concretamente il loro posto di lavoro, chiedono risposte e quelle ricevute non sono ancora sufficienti. Serve ampliare la platea, considerano il fabbisogno triennale e servono garanzie per le ricollocazioni basate su dati certi, non promesse a vuoto”. Alla fine i lavoratori e le lavoratrici presenti sono ritornate a casa con due certezze: che la battaglia continuerà domani nello stesso luogo nell’ultimo consiglio comunale prima di tornare alle urne e che questa vicenda non è per niente chiusa e avviata verso il lieto fine.

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