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Dopo il consiglio infuocato

Buondonno: “Riaprire tavoli con Enel, lo si deve in primis ai lavoratori”

Andrea Buondonno

Mercoledì sera in occasione dell’ultimo consiglio comunale della legislatura attuale, alcuni lavoratori hanno cercato visibilità e attenzione dalle istituzioni rispetto alle loro vertenze e situazioni di crisi occupazionale. Insieme alle delegazioni degli operatori OSS, i lavoratori e le lavoratrici dell’indotto della Centrale Enel Eugenio Montale. Sul tema e intervenuto anche Andrea Buondonno, candidato Sindaco per Azione: “Tuttora gli occupati delle imprese in appalto che operano esclusivamente in Enel sono 89, più di 50 sono a rischio disoccupazione a causa della prossima scadenza degli appalti che non saranno più rinnovati. Da gennaio il numero di persone che hanno lavorato in centrale anche in modo non continuativo sono state 260”.

Continua Buondonno: “Alle incertezze sul futuro dell’area industriale dovuta tra l’altro all’abbandono da parte del Comune di tutti tavoli istituzionali di confronto tese a definire un riutilizzo a fronte dell’uscita da capacità market, il recente decreto Ucraina impedisce l’inizio di qualunque attività di demolizione o conversione almeno per le aree interessate dall’unità 3 a carbone. Attualmente la centrale spezzina non è interessata al riavviamento per il contenimento dell’uso di gas russo, da martedì prossimo per 20 tecnici e turnisti Enel partiranno alla volta di Civitavecchia in supporto al personale della centrale di Torrevaldaliga Nord, fino al 31 dicembre, poi si vedrà”.

In conclusione: “Ad oggi gli impiegati diretti alla Spezia sono 54, più 12 impiegati in unità centralizzate ma con sede sempre qui. La situazione emergenziale causata dalla guerra in Ucraina si somma quindi all’incapacità di scelte razionali e coerenti circa la definizione del futuro dei 72 ettari di proprietà Enel, una perdita di capacità di impiego ed occasioni di sviluppo e interazioni con il tessuto produttivo del territorio. E’ urgente superare la logica del no a tutto in chiave propagandistica, e iniziare a lavorare seriamente su idee concrete con chi è in grado di mettere a fattor comune le infrastrutture esistenti, la capacità di investimento e le competenze. Forse fino ad ora il rifiuto radicale e poco motivato di qualunque proposta e forma di dialogo, è stata la coperta corta dell’inadeguatezza di chi non ha la capacità di gestire la complessità dei processi. In questa ottica è importante invece riaprire i tavoli con Enel, verificare e discutere la possibilità e la volontà di iniziare della azioni di trasformazione delle aree non interessate all’unità 3, riprogettando in maniera flessibile e utilizzando al meglio le infrastrutture di rete esistenti nell’ottica di mantenere la centralità di un polo energetico con un occhio di riguardo al pieno impiego del personale e delle maestranze”.

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