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Trenta giorni per presentare le osservazioni

Zonizzazione acustica, il piano non convince ambientalisti e residenti del Levante: “Di fronte al porto non cambia nulla”

Zonizzazione, il piano del 1999 e quello del 2022

Il nuovo piano di classificazione acustica non convince ambientalisti e associazioni dei cittadini. Il documento approvato ieri sera in Consiglio comunale con i soli voti della maggioranza e l’astensione di tutta l’opposizione è approdato oggi nella commissione Controllo e garanzia, fuori tempo massimo rispetto al licenziamento della pratica, ma non per quel che riguarda le osservazioni, presentabili entro 30 giorni, e l’iter che dovrà affrontare in seguito.

Già ieri sera il consigliere Massimo Caratozzolo aveva manifestato alcune perplessità riguardo alla delibera presentata dall’assessore all’Ambiente, Kristopher Casati, che si era invece mostrato assai soddisfatto del lavoro svolto. “Abbiamo stilato un documento importante e atteso da anni, visto che quello vigente è del 1999. Il piano mappa il tessuto urbano e si interseca con temi come quelli del traffico e della mobilità, ma anche della movida nel centro storico e cerca di creare zone cuscinetto che prima non erano presenti”.
Di opinione opposta Caratozzolo che ha concentrato la sua analisi sui quartieri del Levante, quelli che più di tutti subiscono il problema del rumore, trovandosi a pochi metri da uno dei porti più efficienti d’Europa. “In quella zona è rimasto tutto invariato, se non la denominazione delle zone. Si passa da zone classificate come 4 a zone indicate come 1 senza alcuna fascia di rispetto, come se i rumori si potessero fermare per miracolo tra un zona e l’altra. Inoltre l’intero fronte del porto è classificato come zona 5, ovvero “zona prevalentemente industriale e con scarso numero di abitazioni”. E sappiamo bene che le cose non stanno così…”.

A rincarare la dose, questo pomeriggio in commissione, si sono presentati Franco Arbasetti, in rappresentanza dell’associazione Verdi ambiente e società, Vittorio Gasparini, ex residente e attivista, e Stefano Sarti, presidente provinciale di Legambiente.
“Il problema maggiore – ha esordito Arbasetti – è che le fonti rumorose si sommano. Faremo una relazione scritta delle nostre osservazioni e delle contraddizioni che secondo noi esistono in questa proposta. Ma quello che più manca sono i controlli. E si finisce sempre a mettere in conflitto lavoro e ambiente. Ricordo bene che il porto avrebbe dovuto spostare le sue attività verso il centro del golfo, ma dopo la scomparsa di Marco Simonetti non se n’è mai più parlato. Infine, quello che ci domandiamo da tempo è: perché l’Autorità di sistema portuale non colloca delle centraline fisse per la rilevazione di rumori e inquinamento atmosferico, altro tema da non sottovalutare?”.

Il presidente di commissione Marco Raffaelli, dopo aver spiegato che l’amministrazione comunale sarebbe stata rappresentata dalla dirigente Laura Niggi perché l’assessore non ha ritenuto di partecipare, rinviando il confronto alla presentazione delle osservazioni, ha fatto presente che a suo avviso, “visti i problemi e le proteste pregresse, nel momento in cui si stila un piano del genere, l’amministrazione avrebbe potuto dare un indirizzo per adeguare il porto alla città e viceversa. Forse – ha ipotizzato – questa poteva essere l’occasione per chiedere al porto di fare investimenti, oltre a quelli già annunciati dal presidente Sommariva, per migliorare la convivenza”.
L’ingegner Gasparini, già noto per aver più volte rilevato i rumori del porto con un fonometro e per aver sporto denuncia alla magistratura, ha sottolineato come la contiguità tra zone in classe 1 e altre in classe 4 sia un’incongruenza che va in contrasto con la normativa. “Le misurazioni – ha aggiunto – sono state eseguite per la durata di un’ora, come avviene per prassi, ma in questa zona portuale la rumorosità cambia in base agli orari di arrivo delle navi, dell’allestimento dei treni e del transito dei tir… Inoltre Arpal scorpora il rumore prodotto dal porto dal rumore della strada e la Rsa San Vincenzo non è stata inserita tra i punti di rilevazione, come invece avrebbe avuto senso fare, trattandosi di struttura sanitaria. A pagina 49 si parla di aree di rispetto, barriere fonoassorbenti e così via, in netto contrasto con la realtà che si vive al Canaletto e a Fossamastra. Occorre un piano di risanamento serio e concreto. Non il rimbalzo di responsabilità tra Comune e Provincia a cui ci siamo abituati”.
Sarti ha preannunciato che Legambiente depositerà le sue osservazioni e che ritiene necessario il percorso di Vas “perché ilo piano ha modifiche sostanziali rispetto a quello esistente, se non altro per la compressione delle zone di rispetto, che sono state eliminare con un colpo di penna. Occorre una modifica radicale del piano e chiederemo che si svolga un’inchiesta pubblica. Abbiamo visto nella vicenda di Borgo Baceo che questo strumento, affiancato alla Vas, può contribuire a migliorare le cose…”.

Di fronte alle dichiarazioni dell’ingegner Gasparini, Caratozzolo ha chiesto alla dirigente di fornire alcune risposte, ma è stato replicato che l’amministrazione lo farà dopo il deposito delle osservazioni, probabilmente insieme alla Provincia, che ha competenza in materia.
“I valori indicati nel piano sono i massimi adottabili – ha continuato Gasparini -. Ma io quattro anni fa avevo fatto presente cose che poteva essere fatto per migliorare la situazione, a cominciare dai corsi per gli operatori portuali: ci sono infatti molta maleducazione e menefreghismo, dimostrate da sirene accese anche di notte e treni che fischiano senza una ragione reale. Inoltre per innalzare la produttività vengono allestiti autoarticolati che al transito producono botte da 80 decibel e alcune navi dovrebbero essere sottoposte a manutenzione. Non tutte, infatti, sono rumorose a livelli non sopportabili… Visto che nulla di questo è stato fatto, io nel frattempo mi sono trasferito: ora dormo e non prendo più il lansoprazolo, ma non mi sembra giusto…”.

Di fronte all’assenza dell’amministrazione Caratozzolo, ancora lui, ha detto: “Speravo che qualcuno difendesse questo piano, almeno qualcuno della maggioranza. Eppure le contestazioni di Gasparini sono molto chiare…”.
A prendere la parola è stata invece Jessica Del Turco, altra esponente della minoranza: “Abito al Canaletto e negli ultimi anni, insieme all’operatività portuale e ai lavori, sono aumentati anche i rumori. La mia domanda è: questo piano porterà a un miglioramento effettivo rispetto a questo rumore continuo di sottofondo? Ma vedo che nessuno mi può rispondere…”.
La risposta l’ha data Gasparini: “Tutto è rimasto praticamente uguale al piano precedente, i livelli massimi sono invariati. L’unica possibilità per migliorare la convivenza è il piano di risanamento”.

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