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I cittadini attivi scrivono a cds

La vera storia (e non la favola) di Borgo Bacèo ovvero… come sono andate davvero le cose

Diciamo le cose come stanno: all’inizio nessuno avrebbe scommesso un soldo di cacio sulla possibilità di salvare il Borgo Bacèo, ovvero la testimonianza più importante ancora esistente della Piana agricola di Migliarina. Una legge condivisibile nel titolo ma contraddittoria nella sua articolazione, la legge regionale 23/2018 “Disposizioni per la rigenerazione urbana e il recupero del territorio agricolo”, che il Comune della Spezia (contro la cui proposta, occorre dirlo, votava l’opposizione Consiliare), interpretava nella sua accezione peggiore, per cui l’esito finale era la costruzione di tre palazzoni al posto dell’area verde residuale e degli edifici storici. Con un indice edificatorio che veniva raddoppiato rispetto a quello previsto dal Piano urbanistico per garantire l’interesse di chi andava a edificare, con l’unico vantaggio promesso di eliminare quella forma di “degrado” rappresentata dalle vecchie case abbandonate (degrado dovuto a decenni di incuria e all’incapacità di attivare progetti alternativi di utilità sociale).

Borgo Baceo

Un tenace gruppo di cittadini, supportato dalle associazioni ambientaliste (Legambiente e Italia Nostra), ha invece insistito perché quel valore innegabile (poi rilevato anche dalla Soprintendenza ligure) venisse riconosciuto e preservato dalla distruzione e dall’oblio. Sono stati fatti rilievi e ricerche, prodotti dossier, lavorando sul piano della conoscenza. Ma anche portando alla luce le contraddizioni delle norme e della loro interpretazione nel senso dell’interesse privato più che di quello pubblico. E’ stata richiesta con insistenza l’Inchiesta Pubblica all’interno della Valutazione Ambientale Strategica, e bisogna riconoscere il merito all’Amministrazione comunale di averla infine concessa (non è obbligatoria) e di averla correttamente strutturata. Questo ha permesso di costruire un terreno di confronto tra cittadini, associazioni e amministrazione, facendo emergere critiche, proposte, sino a produrre scenari alternativi.

Borgo Baceo

E’ emerso il valore culturale, identitario, testimoniale di quel luogo, e di come la cittadinanza desiderasse mantenerlo ma interpretandolo in chiave innovativa, come un servizio alla città in termini di ricreazione ed esperienze nel verde (orti urbani e didattici, ma non solo). Questo è stato sicuramente un punto di forza nel sostenere l’azione sviluppata contemporaneamente dalla Soprintendenza ligure nel verificarne “l’interesse culturale”, azione che è ancora da concludersi  ma che sicuramente è stata decisiva nel “convincere” i proponenti ad adottare uno scenario alternativo che salvaguardasse il Borgo e la parte di terreno coincidente con l’originario piano di campagna della Piana di Migliarina; relegando i due palazzi alla parte con l’uso del suolo già trasformato. Ribadiamo la nostra contrarietà all’edificazione di un’area la cui vocazione era sicuramente quella di mantenimento a verde e relativi servizi per il quartiere, ma contemporaneamente festeggiamo per la “salvezza” del Borgo Bacèo. In estrema sintesi potremmo dire di aver dato “un senso ad una legge che un senso non ce l’ha”. E ora vigileremo affinché il recupero del Borgo proceda, come prescrive la Legge 23/2018, di cui si è avvalso il costruttore per il suo progetto edilizio, e lo faccia nella direzione delle proposte di estremo buon senso fatte dai cittadini.

 

Un gruppo di cittadini attivi

Fabio Giacomazzi, Maria Cristina Mirabello, Roberta Mosti

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