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Il candidato di azione

Buondonno: “Un assessorato all’europrogettazione per intercettare i fondi e dare gambe ai progetti”

La presentazione della candidatura di Andrea Buondonno

Rappresenterà Azione, il partito di Carlo Calenda, alle prossime elezioni amministrative ma già attraverso la professione di avvocato penalista è già piuttosto conosciuto in città. A bordo di Albatros, Andrea Buondonno, 59 anni, ha presentato la sua candidatura a sindaco, non collegata ad alcuna coalizione ai nastri di partenza delle Comunali. Padre di due figli, da legale è stato protagonista, tra le altre, di mille battaglie su temi cruciali come la violenza sulle donne e i casi di amianto sui posti di lavoro. Originario del Favaro, sportivo da sempre e molto attivo nel mondo dell’associazionismo culturale nell’ambito del quale promuove variegati eventi e iniziative.
Prima di salire a bordo della motonave più conosciuta del Golfo, quella che ricorda a ogni spezzino le traversate e i bagni in Palmaria, la consueta foto di rito con i colleghi di partito, a cominciare dalla coordinatrice provinciale di Azione, Laura Porcile.

Andrea Buondonno con gli attivisti e i candidati di Azione

Perché ha deciso di candidarsi in solitudine?
“Alla base della decisione c’è una grande sintonia tra il mio pensiero riguardo alle scelte che la nostra città dovrà fare e i riferimenti programmatici e culturali che il movimento Azione esprime a livello nazionale. E poi c’era la necessità di dare un segnale ai cittadini: non abbiamo cercato di convincere nessuno a convergere sulla nostra candidatura nè tanto meno abbiamo cercato di apparentarci con altre liste. Ci sono state, come è logico, alcune interlocuzioni con le altre forze politiche dell’area riformista e non solo, abbiamo cercato di ragionare con chiunque volesse collaborare senza protagonismi. Siamo aperti al dialogo ma il fatto che siamo andati da soli, la dice lunga sul fatto che in certi ambiti il “noi” non esiste”.

Come vi siete strutturati?
“Per la redazione del nostro programma, abbiamo selezionato un gruppo di lavoro di 15 persone, provenienti dal mondo del lavoro, della Università, della società civile, una “squadra”, all’interno della quale ognuno è chiamato ad esprimere le proprie sensibilità ma soprattutto le proprie competenze tecniche, professionali, le proprie esperienze lavorative, chiaramente riferite alle spinose tematiche che riguardano la nostra città, il suo presente e la visione del suo futuro. Siamo una forza nuova, siamo persone che provengono dal mondo del lavoro, quello vero, abituate ad affrontare i problemi e trovare soluzioni. Ecco proprio in virtù di questo, se devo pensare ad un sindaco ideale, credo che debba avere una visione molto chiara del futuro con un approcco il più lontano possibile dal concetto di uomo solo al comando”.

Perché Peracchini non dovrebbe essere riconfermato dopo questi cinque anni? Voi da che parte starete?
“Innanzitutto c’è il dramma della sanità, addirittura peggiorata. Non solo il Felettino non è nemmeno decollato ma tutto il settore è in sofferenza. Deludente anche il modo con cui il sindaco uscente abbia condotto il rapporto con la Marina Militare, non a caso non parla mai delle aree militari. Peracchini mi sembra l’uomo che non ha aperto al dialogo con chi invece avrebbe dovuto dialogare.  Il nostro orientamento? E’ una valutazione prematura, oggi. Occupiamo uno spazio politico similare a quello nazionale, daremo un’occhiata approfondita ai programmi, con il giusto pragmatismo. Di sicuro per background personale e per la natura stessa di Azione escluderei ipotesi di collaborazioni con l’area populista-sovranista”.

Veniamo ai programmi, quale visione proponete?
“E’ importante uscire dal cul-de-sac nazionale. Salute e lavoro devono potersi coniugare le nuove tecnologie permettono altri orizzonti: quella dicotomia non ha più senso perché le attività possono essere pulite. Viviamo in un territorio che le ha viste un po’ tutte: Enel, la discarica di Piteli, l’area ex-Ip, gli spazi della base militare con inquinamenti di vario tipo, il porto. Trent’anni fa certe cose erano anche capibili, oggi bisogna uscire dal buco nero e andare avanti nella direzione della produttività sostenibile, il più possibile a impatto zero. Sono mesi che lavoriamo sul programma, suddiviso in macro aree tematiche, da arricchire con i contributi di coloro che incontreremo durante la campagna”.

Ad esempio?
“Il mare balneabile non deve essere un’utopia ma un percorso che impegni la comunità, indipendentemente da chi la governerà, nel medio periodo. Intanto bisognerebbe predisporsi, lavorando con gli esperti e costruendo un crono-programma pluriennale che preveda gli opportuni dragaggi. Con realismo e onestà, ma l’obiettivo deve essere quello. Parimenti, siamo certamente per l’economia del mare, ben venga lo spazio alle aziende esistenti, ben venga ci siano piani per coinvolgerne altre e per quanto riguarda il porto mi pare doveroso dire che tutte le attività portuali debbano essere compatibili con le esigenze di tutela della salute pubblica.

Su Enel che idea vi siete fatti?
“Una partita aperta. Di sicuro penso ci si debba approcciare al tema in modo laico, avviando un dialogo senza limiti pregiudiziali. Direi che le parole d’ordine possono sintetizzarsi in “Mai più carbone e prospettive green di utilizzo dell’area”. Quell’area non dovrà più avvelenare gli spezzini e che debba invece essere un motore per lo sviluppo delle imprese più innovative e green in grado di creare posti di lavoro per i giovani. Insomma, credo che in tema di ambiente, Spezia abbia già dato abbastanza”.

Servono soldi, tanti, quando si parla di infrastrutture e quando si vuole cambiare la storia.
“E’ vero. E ho una proposta in tal senso proprio perché in Italia non riusciamo ad usare in modo efficace le opportunità che ci dà l’Europa. Abbiamo una capacità di spesa dei finanziamenti continentali del 20-25% contro la Finlandia che si attesta all’83%. E allora perché non implementare gli uffici comunali preposti con personale preparato al tema? Veri e propri cacciatori di bandi a servizio di un nuovo assessorato, specializzato nell’europrogettazione che non sarebbe l’unica novità: penso ad un assessorato alla tecnologia e innovazione, che sappia cogliere tutte le potenzialità della tecnologia per far sì che Spezia diventi una città sempre più smart e sostenibile”.

L’amianto è un tema che lei conosce bene.
“Tante vertenze, tante battaglie, spesso contro un muro di gomma. A Marola battono i pugni giustamente ma è chiaro che se non vieni considerato l’unica arma che si ha è l’esposto in Procura. Il fatto è che non si tratta di temi facili soprattutto quando bisogna stabilire il nesso di casualità con l’eventuale malattia. Ci sono criteri e requisiti fuori logica e molte cause finiscono nel nulla. Mi domando se Asl e Arpal in Arsenale abbiano fatto gli opportuni monitoraggi”.

Andrea Buondonno
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