Messaggio del vescovo Luigi Ernesto Palletti.
«La pace sia con voi». Così si è rivolto il Signore risorto ai suoi discepoli la sera di Pasqua. Questo stesso saluto lo rivolge ancora ad ognuno di noi oggi, nella nostra storia, nelle nostre fragilità, nelle nostre contraddizioni. Siamo di fronte al mistero dell’incarnazione del Figlio di Dio che, se nel Natale abbiamo contemplato nella semplicità e nella tenerezza di quel bambino posto nella grotta di Betlemme, oggi siamo chiamati a vivere nella luce del mistero pasquale: mistero di morte e di resurrezione. Il Cristo Crocifisso e risorto è il cuore della nostra fede e della nostra salvezza. Nella liturgia del giorno di Pasqua sentiamo proclamare: «Morte e vita si sono affrontate in un prodigioso duello. Il Signore della vita era morto ma ora, vivo, trionfa». Con lui l’umanità è stata riportata in comunione con Dio. È stata sanata quella relazione che si era frantumata con il peccato. Ma quanto è difficile per il cuore dell’uomo accogliere e vivere tutto ciò! Proprio questi giorni della nostra storia, in questo momento di luce pasquale, vengono segnati dalla presenza di drammatici avvenimenti di morte. Oltre al flusso di migranti ed alle situazioni di nuove povertà materiali e spirituali, che si affacciano sempre nuove ogni giorno, dobbiamo registrare infatti anche l’insorgere di un nuovo scenario di guerra che si pensava di non dover mai più vedere. Nella luce della Pasqua non possiamo rimanere indifferenti. Veramente significativa è stata la risposta solidale a tanti appelli e a tanta sofferenza sia con l’invio di beni di prima necessità, sia con l’accoglienza dei rifugiati. La solidarietà sta segnando in modo concreto l’agire di molti, e questo seme fecondo permette di lenire le sofferenze di tanti nostri fratelli e sorelle. Ma è necessario perseverare. Come credenti non possiamo dimenticare che la pace vera, quella che tocca e modella il cuore dell’uomo, è dono di Dio. Dono che dev’essere invocato e accolto. Purtroppo non sempre sappiamo custodirlo e alimentarlo convenientemente. Di qui la necessità di ritrovare in modo autentico la forza della preghiera semplice e perseverante. Inoltre dobbiamo saper rileggere le nostre relazioni, avere il coraggio di chiamare le cose, gli eventi con il loro vero nome, per vivere all’interno della storia senza lasciarsi travolgere dalla tentazione della fuga in mondi virtuali. Ancora una volta siamo chiamati a riflettere sul bene della pace, di una pace che si fondi sulla solidarietà, sulla giustizia, sulla verità, sul rispetto autentico gli uni degli altri, sulla custodia del creato. Siamo chiamati a comprendere con sempre maggiore urgenza quanto la vita di ognuno di noi sia legata a quella degli altri. Le relazioni, la comunione, il camminare insieme sono parti essenziali della nostra umanità. Siamo chiamati a diventare ogni giorno sempre più “artigiani di pace”. Proprio il Signore risorto, lasciandoci il dono della pace, ha consegnato ai suoi discepoli il dono dello Spirito Santo e, in quello stesso Spirito, il seme di una vita nuova nella luce del Vangelo, da vivere nella verità, nella misericordia e nella testimonianza fattiva, perché l’inopportuno silenzio non diventi connivenza e il legittimo desiderio di giustizia non si muti in vendetta. Lasciamo dunque che ancora una volta risuoni il grande annuncio pasquale: «Cristo è risorto ! Sì, è veramente risorto ! », ricordandoci delle parole del Signore: «Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Matteo, 25, 40). A tutti chiedo una preghiera ed assicuro il mio ricordo al Signore risorto e vivo, augurando una santa e serena Pasqua di risurrezione.
Il vescovo Luigi Ernesto Palletti