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Il dibattito in commissione

Mazzini, si va verso la proroga di un anno della gestione di Coopselios. La riapertura sarà a blocchi a partire dal 1° maggio

Sarà una riapertura a rate, quella del centro sanitario Mazzini, per il quale si prospetta un prolungamento dell’affidamento a Coopselios per un ulteriore anno. Sono alcuni dei punti centrali emersi nel corso della seduta della terza commissione consiliare che si è svolta ieri. Di fronte ai consiglieri comunali – quasi tutti chini sui telefonini per l’intera durata dell’incontro – si sono presentati per Asl 5 la direttrice sociosanitaria Maria Alessandra Massei e il direttore amministrativo Antonello Mazzone, mentre l’amministrazione è stata rappresentata dall’assessore ai Servizi sociali, Giulia Giorgi.

Di fronte alle domande di Federica Pecunia, che si è detta preoccupata per l’assenza di una data certa per la riapertura della struttura oggi in ristrutturazione e per il destino dei lavoratori attualmente in cassa integrazione, Massei ha spiegato: “Almeno sino al 30 aprile il Mazzini rimarrà una struttura Covid. Registriamo infatti ancora una media giornaliera di 200/250 nuovi positivi e i 40 posti letto della Rsa accolgono positivi a sostegno della Don Gnocchi, ma anche provenienti dal domicilio e da altre Rsa. L’intenzione era di chiudere questa fase il 31 marzo, ma la ripresa dei contagi non lo ha reso possibile”.
Sempre la direttrice sociosanitaria: “Dal 1° maggio i 40 posti letto saranno disponibili per il ricovero dei post acuti, mentre per gli altri bisognerà attendere la fine dei lavori. A quel punto saranno messi a disposizione 65 posti letto per la Rsa, invece degli 80 precedenti. Per i 7 posti letto della Rsa disabili la data più probabile per la riapertura è a fine maggio. Il centro diurno è ancora chiuso: siamo in attesa del materiale per concludere la sostituzione degli infissi. Per quanto riguarda il diurno di secondo livello e per i malati di Alzheimer sarà necessaria la domanda per accreditamento, mentre al momento è stato dedicato al cuore del cantiere essendo al centro della struttura. Per quanto riguarda il personale, per 10 Oss sono in corso le procedure per l’assunzione in Asl in seguito al concorso bandito recentemente per 159 Oss a tempo indeterminato, mentre gli altri sono attualmente tutti confermati in cassa integrazione ordinaria”.
Mazzone ha invece ricordato la data di scadenza del contratto ponte di concessione, dopo la rinuncia di un anno fa da parte di Kcs: “Il 31 maggio scadrà, ma è molto probabile la proroga tecnica di un anno. E successivamente verrà bandita la gara vera e propria”.

Pecunia si è detta stupita per la proroga, di cui non aveva ancora sentito parlare, e per la perdita di 15 posti letto. Poi ha tentato di affrontare il tema del licenziamento dei 120 Oss di Coopservice, agganciandosi alle parole di Masse, ma il presidente Fabio Cenerini l’ha bloccata, dando vita a un breve ma intenso diverbio con la consigliera di opposizione.
“Dovremo scendere a 65 posti letto perché le stanze previste per l’accreditamento da parte di Alisa saranno per due ospiti, non di più”, ha chiarito Massei, confermando di essere in attesa del sopralluogo da parte dei tecnici dell’agenzia sanitaria regionale per ottenere l’accreditamento per il diurno per disabili da 7 posti.

“Dopo Pasqua – ha aggiunto l’assessore Giorgi – avremo le specifiche sulla consegna del materiale per il cantiere e potremo fornire tempistiche più precise sulle riaperture. Abbiamo svolto alcuni incontri con i sindacati e cercheremo di integrare inj altre strutture i lavoratori disponibili a uscire dallo stallo della cassa integrazione della Rsa. Sino a oggi amministrativi e ausiliari non hanno voluto approfittare della mobilità, ma d’altronde si tratta di una scelta dei singoli. Ribadiamo l’impegno nello stimolare Alisa ad accelerare le procedure di accreditamento. Per quanto riguarda la proroga: ne abbiamo parlato anche con i sindacati, la gara sarà molto complessa e il prolungamento della concessione si rende necessario per predisporre tutte le carte, tenendo sempre presente cosa è accaduto negli ultimi due anni”. Infine, incalzata ancora da Pecunia, sul ritardo nell’accreditamento del diurno di secondo livello: “Forse si poteva organizzare diversamente il cantiere, ma molto in questi casi dipende dal gestore della struttura. Si può chiedere che diano la precedenza a quegli spazi, ma non dimentichiamo che sino al 30 aprile il Mazzini rimane una struttura Covid, e dunque anche l’attività degli operai non è più complicata”, ha concluso Giorgi.

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