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Sprugoleria

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Pincetti e Bandecchi, custodi di carcere, camposanto e… tradizioni linguistiche

Nella città bagnata dal Tevere, si dice che nessuno è Romano vero se almeno una volta non è andato al gabbio.
Meno trucidi, nella più modesta Sprugolandia i cui progenitori nessuna lupa mai allattò, possiamo legittimamente dire che non si è figli veraci di madre Sprugola se si ignora chi sia Pincetti.

In teoria lo dovrebbero sapere tutti, ma, se qualcuno mai ne fosse all’oscuro e per dare ad ognuno la possibilità della cittadinanza sprugolina, ricordiamo che il tizio in questione fu, chissà quando, un guardiano delle patrie galere quando queste ancora stavano nel palazzo comunale di piazza di corte (slargo poi intitolato al Sindaco Beverini) prima che le prigioni traslocassero in apposito alloggio nell’area dell’attuale Bank of Italy.

Pincetti che esercitò nella prima sede, fu ai suoi tempi personaggio così famoso che nella parlata popolare trasferì il suo nome alle carceri. Così andare da Pincetti significava per la gente di Sprugolandia finire in gattabuia. Del luogo di detenzione Pincetti fu accurato conservatore, sempre preoccupato di fornire giusta quantità di paglia ai suoi clienti ché non si sfinissero le ossa giacendo sul nudo pavimento. Per l’epoca era anche dotato di una certa dose di cultura, anche se i pizzini esaminati dagli studiosi dimostrano una certa insofferenza verso le doppie.

Né è questo l’unico caso in cui da ‘ste parti un cognome si fa sinonimo di una struttura pubblica. Infatti, andare da Bandecchi, custode del camposanto, presto equivalse ad andare all’altro mondo.

Sono cose che, tutto sommato, tutti sanno anche se mai nessuno s’è mai preso la briga di chiedersene il perché. Certo, lo scambio cosa-persona è fatto abbastanza normale, sebbene sia, in genere, l’istituzione a rappresentare la persona, e non il contrario. Il Quirinale, ad esempio, o la Casa Bianca per indicare i rispettivi Presidenti nazionali.

Come mai allora nell’animo sprugolotto si verifica l’inversione dei termini?

A prima botta viene da dire che, mancando da ‘ste parti un’istituzione così prestigiosa da diventare persona, fu naturale che accadesse il contrario, che il cognome simboleggiasse la cosa.

Ma può esistere anche l’altra spiegazione: che questa è una terra dove una volta ancora si avvertiva l’intervento nel ritmo quotidiano delle cose, di echi profondi di presenze antiche cui era naturale intitolare l’istanza che rappresentavano: a cominciare dalla sorgiva della Sprugola che identifica il territorio, fino, appunto, a Pincetti e Bandecchi.

Siccome questa era cosa normale allora, la vera domanda da porsi è perché oggi non si sentano più i rimbombi del passato.

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