Il punto sulle due aziende spezzine

Termomeccanica pompe, in un mese la cessione a Trillium. Sull’ex Oto Melara anche gli occhi di Rheinmetall

La città non intende abbassare la guardia rispetto alla possibile vendita di ex Oto Melara e monitora da vicino l’acquisizione di Termomeccanica pompe ormai perfezionata da parte di Trillium. Parti sociali e consiglieri comunali si sono trovati d’accordo nel corso dell’ultima seduta della commissione Lavoro di Palazzo civico, dove le questioni dell’economia e dell’occupazione hanno trovato spazio guardando ancora una volta al futuro prossimo delle due storiche industrie spezzine.

A chiedere di fare il punto è stato il commissario Giulio Guerri, mentre a guidare i lavori sono stati il presidente Fabio Cenerini e, per far fronte a qualche problema con la piattaforma, il vice Marco Raffaelli.

Il segretario della Fiom Cgil Mattia Tivegna ha dato il via confermando che per la società di Termomeccanica si tratterà di cessione, non di fusione come era parso in un primo momento. “Siamo rimasti sorpresi e qualche dubbio ci è sorto – ha riferito Tivegna – ma l’azienda ha spiegato di ritenere che mantenere una quota di minoranza, senza poter pesare sulle decisioni, sarebbe servito a poco. La società è diventata una Srl e dovrebbero ampliarsi le prospettive di mercato e quelle di tutela”.
“Parliamo di 190 dipendenti in procinto di uscire dalla holding – ha specificato Graziano Leonardi, segretario provinciale Uilm Uil – e non della cessione dell’intera azienda. Inoltre in caso di fusione Trillium sarebbe stata tenuta a coinvolgere i sindacati, mentre nel caso dell’acquisizione delle quote non è così. Ci siamo adoperati per cercare i contatti con l’azienda e chiederemo un incontro. Il passaggio dovrebbe avvenire a inizio maggio, abbiamo ancora un mese”.

Per quanto riguarda la vendita della business unit Sistemi difesa di Leonardo il numero uno della Fiom spezzina ha detto di aver percepito un “fortissimo rallentamento”, ma ha sottolineato come l’amministratore delegato Alessandro Profumo non abbia mai ritirato formalmente l’opzione della vendita: “Leonardo continua a manifestare l’idea di voler uscire dalla costruzione di armamenti, puntando sull’elettronica della difesa”. Conferme anche per l’interesse che sarebbe stato manifestato da un terzo soggetto: oltre a Fincantieri e ai tedeschi di Knds, dalla Germania anche Rheinmetall si è fatta avanti con uno scenario che potrebbe portare anche all’acquisizione di una partecipazione di minoranza. Un’ipotesi da valutare con attenzione, perché uno dei punti fermi è sempre quello della governance che dovrebbe rimanere in mani italiane.
Per Leonardi l’ipotesi di vendita resta indigesta, ma se l’azienda non crede nell’asset e non garantisce gli investimenti per lo sviluppo è il caso di fare alcuni ragionamenti. “Se proprio la situazione non dovesse cambiare preferirei la cessione a Fincantieri, mantenendo il timone in Italia. Inoltre si tratta di una realtà storica, ricca di know how e leader nel settore della cantieristica navale”. In seconda battuta, prendendo in considerazione l’interessamento di Rheinmetall, secondo il segretario della Uilm, si potrebbero salvaguardare i circa 1.100 posti di lavoro e il patrimonio industriale, con la possibilità di puntare a quote di mercato ulteriori nel comparto della difesa terrestre.
L’ottica della difesa europea deve essere l’orizzonte verso il quale guardare secondo Maurizio Rufrano, portavoce Fim Cisl in sostituzione del segretario Gianluca Tavilla. “La futura difesa comune europea ci dovrà vedere tra i protagonisti, e per farlo è necessario avere un’azienda con governance italiana. Siamo all’avanguardia negli armamenti terrestri e navali e è presente un leader della cantieristica sullo stesso territorio. Il prodotto italiano qualitativamente non ha nulla da invidiare a quelli di altri Paesi, ma la forza politica è inferiore a quella esercitata da Germania e Francia. Ma dobbiamo preservare l’azienda, che è molto importante anche per tutto il suo indotto”.

Danis Santini, coordinatore Fiom Oto Melara, ha guardato con diffidenza a Rheinmetall, che “da una ventina d’anni tenta di entrare nell’azienda spezzina”. “Non vorrei – ha proseguito – che volesse partire con una quota minore per poi puntare alla maggioranza. L’opzione della vendita non è stata ancora ritirata ufficialmente e credo che a breve dovremo ribadire che non siamo disponibili alla svendita dopo 117 anni di storia e con tanti ordini e contratti in dote”.
Per Riccardo Bronzi, in rappresentanza della Uilm, la ex Oto Melara “deve avere un ruolo importante nel settore della difesa terrestre nella costituzione di un consorzio europeo per la difesa”, ma la cosa peggiore sarebbe “rimanere abbandonati all’interno di Leonardo”.

Solo un paio di interventi da parte dei consiglieri. Emanuele Corbani, che ha posto l’accento sul mantenimento della territorialità delle due aziende, si aspetta che Trillium si presenti alla città prendendo contatti con le istituzioni. Sulla stessa lunghezza d’onda Franco Vaira, che ha auspicato che il consiglio comunale possa restare accanto ai lavoratori affinché tutta l’attività rimanga in loco.

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