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Chat maggioranza, Caratozzolo, Lombardi e Vaira si rivolgono alla Procura

Un esposto presentato dal consigliere del Misto e sottoscritto anche dai capigruppo di Spezia bene comune e Avantinsieme. "Una volta accertati i fatti e individuati eventuali autori di reato, si proceda per 'Propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa' e anche per 'Omessa denuncia di reato da parte del pubblico ufficiale', in quanto Peracchini, pubblico ufficiale, avrebbe dovuto riferire all'Autorità giudiziaria".

Comune della Spezia

Esposto in Procura per il caso delle frasi di stampo fascista, razzista e violento che sarebbero state digitate nella chat della maggioranza spezzina. L’esposto, depositato dal consigliere comunale Massimo Caratozzolo (Gruppo misto minoranza), è stato altresì sottoscritto dai consiglieri Massimo Lombardi e Franco Vaira, capigruppo di Spezia bene comune e Avantinsieme. Nel testo si ripercorre quanto emerso sui media lo scorso febbraio, cioè che nella chat di maggioranza “alcuni appartenenti avrebbero usato espressioni verbali fortemente xenofobe, discriminatorie, fondate sulla superiorità e l’odio razziale ed etnico”. Si afferma poi che “è evidente come tali condotte possano, in primo luogo, configurare il delitto di cui all’art. 604 bis del Codice penale”, cioè quello inerente ‘Propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa’.

“E’ palese – si legge – come tali condotte siano connotate dalla volontà di influenzare i destinatari e di far vera e propria propaganda, se si pensi come gli scambi di messaggi siano avvenuti all’interno di una chat a finalità politica, evidentemente creata a scopo di coordinare, sviluppare e indirizzare l’azione programmatica di governo locale del territorio spezzino”. E per gli estensori “è parimenti manifesto come la propaganda d’odio razziale abbia, altresì, colto nel segno, dal momento che, in tali conversazioni virtuali, non vi sarebbero stati moti di dissociazione, ma addirittura vi si troverebbero condotte di implicita approvazione da parte del primo cittadino, il quale si sarebbe solo limitato a suggerire cautela nell’intraprendere tali ‘azioni punitive’ contro persone di etnia diversa, perché la magistratura non sarebbe stata dalla loro parte (politica)”.
Nell’esposto si aggiunge che “nel consiglio comunale del 7 marzo 2022, ove si è discussa la mozione proposta dalla minoranza, volta a chiedere le dimissioni del consigliere Umberto Costantini, per le affermazioni che avrebbe riversato nella chat, né gli esponenti della maggioranza, tantomeno il sindaco, hanno smentito l’esistenza delle espressioni d’odio razziale riportate nella stampa nazionale”.

Nell’esposto il consigliere Caratozzolo ravvisa “pure configurata la fattispecie di cui all’articolo 361 del Codice penale”, cioè ‘Omessa denuncia di reato da parte del pubblico ufficiale’, ritenendo che il sindaco Peracchini, “avesse l’obbligo di riferire all’Autorità giudiziaria competente, circa la realizzazione di un delitto, avendone direttamente appresa la notizia all’interno della chat”, questo in quanto “il sindaco di un Comune è, per legge, pubblico ufficiale, essendo ufficiale di governo, tanto che l’art. 54  del Tuel attribuisce ad esso: lo svolgimento di funzioni in materia di pubblica sicurezza e polizia giudiziaria; la vigilanza su tutto quanto possa interessare la sicurezza e l’ordine pubblico, con obbligo di informativa al prefetto”.

Di qui la richiesta alla Procura di accertare i fatti e, “una volta individuati compiutamente eventuali autori di reato”, di procedere per i menzionati reati di ‘Propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa’ e ‘Omessa denuncia di reato da parte del pubblico ufficiale’. Dal consigliere altresì la richiesta di procedere “sin d’ora con l’acquisizione del contenuto della chat incriminata, presso i dispositivi mobili di uno dei partecipanti alla medesima, con eventuale copia forense del contenuto del dispositivo mobile, volta a stabilire possibili cancellazioni di ulteriori messaggi inviati”.

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