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Il parere dell'esperto

Sostituzione degli infissi del Civico, Donati: “Non si tocchino i battenti di entrata. E si chieda nulla osta alla Soprintendenza”

Scadranno alle 12 di venerdì 18 marzo i termini per partecipare al bando emesso dal ministero della Cultura per la riqualificazione e l’efficientamento degli edifici che ospitano sale teatrali e cinema. Un’iniziativa che rientra nell’ambito dei finanziamento Next Generation Eu e che prevede un tetto massimo per ogni progetto pari a 400mila euro.
Palazzo Civico ha già fatto sapere di voler partecipare e di puntare a un investimento totale di 500mila euro (dunque sostenendo l’intervento con 100mila euro provenienti dal bilancio municipale), da utilizzare per rinnovare gli infissi del Teatro Civico. Una notizia che ha immediatamente fatto rizzare le antenne a Piero Donati, storico ed ex funzionario della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Liguria, che negli anni Novanta seguì da vicino il cospicuo restauro cui fu sottoposto lo stabile tra il 1989 e il 1995, riportando all’antico splendore le costellazioni dello Zodiaco.
“Se con infissi si intendono le numerose finestre delle facciate, può anche andar bene. Ma di sicuro non va bene se si pensa anche ai battenti di ingresso o quelli che collegano l’atrio con la sala. Si tratta di elementi originali che costituiscono parte integrante dell’edificio”.
Donati ricorda alcuni episodi del restauro svolto all’epoca di Lucio Rosaia – come quello della scelta della tappezzeria, attribuita alla first lady di allora – oltre a quelli della gioventù, quando il Civico era anche una sala cinema. “Sono stato un grande frequentatore del Civico da ragazzo. Lì ho visto fra l’altro film che hanno fatto la storia, come Deserto rosso o Il Vangelo secondo Matteo. Il Civico è un edificio nobile, che esprime il meglio della cultura spezzina degli anni Trenta, dall’architetto Oliva in giù, e sono fermamente contrario alla sostituzione delle porte di ingresso, sulle quali sarebbe necessario come minimo il nulla osta della Soprintendenza”.
Che il teatro sia sottoposto a vincolo è riportato nella delibera con la quale la giunta ha approvato lo studio di fattibilità per la sostituzione di 164 infissi (150 finestre, porte di accesso e/o uscite di emergenza e 7 portefinestre), ma del parere della Soprintendenza per il momento non c’è traccia. E Donati è preoccupato per questo.
“Basta ricordare cosa è accaduto poche settimane fa a Porto Venere, dove un bene è stato posto in alienazione senza il parere preventivo della Soprintendenza. Chissà che anche alla Spezia non intendano agire senza interpellare chi di dovere…”.
In attesa di smentite, lo storico posa lo sguardo su un altro elemento della facciata del Civico, un aspetto altrettanto evidente ma per il quale non sono al momento disponibili bandi innestati sull’onnipresente e onnipotente Pnrr. Stiamo parlando delle statue che ornano i lati corti dell’edificio, il cui stato di conservazione non sembra essere dei migliori.
“Le statue sono in pietra artificiale, un materiale molto utilizzato all’epoca nella nostra città. In passato mi sono occupato di questo materiale in occasione del restauro dell’esterno del Cozzani (1920) e ho anche tenuto sull’argomento una relazione ad un convegno sul restauro del moderno organizzato a Città di Castello dalla Fondazione Burri. Indubbiamente – spiega lo storico – bisognerebbe poter osservare da vicino le statue per verificarne lo stato di conservazione. Il monitoraggio dovrebbe essere periodico e nel caso di necessità occorre un intervento come quello che è stato appena concluso per il Gigante di Monterosso. Ovviamente con le dovute proporzioni. Purtroppo però in Italia la cultura della manutenzione è negletta: si preferiscono i tagli del nastro. Le manutenzioni sono attività da formichine, si preferiscono quelle da cicale”.

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