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Sprugoleria

Sprugoleria

Il lampionaio, quella nobile figura cancellata da Marconi

di Bert Bagarre

Il lampionaio nobile figura finita con Marconi

È così incerto come morì che è argomento di accesa discussione a tutt’oggi, ma il nome del killer che lo cancellò dal mondo dei vivi è ben chiaro. Lo sanno tutti ed è un nome famoso. Se tu chiedi chi fu, nessuno esita a pronunziarlo scandendo bene le parole di modo che nessuno fraintenda: Guglielmo Marconi.
Ma come, lui, dicono tutti, non immaginando come figura simile abbia potuto macchiarsi di sì tale efferatezza. Tuttavia, ai dubbi presto si contrappongono certezze che spiegano anche l’occasione in cui il misfatto ebbe luogo.
Erano le 11,03, ora locale, di mercoledì 26 marzo di tanti anni fa quando l’illustre scienziato, comodamente assiso su una confortevole poltroncina della sua barca ancorata nella rada di Genova, pigiò un pulsante per mandare un segnale radio che all’istante accese le luci del Municipio di Sydney, Stato del Nuovo Galles del Sud, Federazione dell’Australia, un posto che dalla città della Lanterna dista, metro più metro meno, 26mila chilometri.
Miracolo della scienza e dell’inventiva umana ma giusto in quel preciso momento scomparve la figura del lampionaio che peraltro già da qualche tempo non versava nelle migliori condizioni di salute. Eppure, era stata una figura nobile che a qua a Sprugolandia fu illustrata da esimi personaggi di cui il più famoso fu tale Luigìn.
Il mestiere sorse quando le metropoli cominciarono a dotarsi di illuminazione pubblica alimentata a olio. Per il ruolo ricoperto, Sprugola City non poteva sottrarsi all’ammodernamento sì che pure qua la sera si videro quei personaggi cimentarsi in quel mestiere che era anche pericoloso comportando anche elevate percentuali di rischio. I lampionai erano muniti di apposita scala per poter accedere alla sommità del fanale che dovevano accendere o spegnere a seconda dei casi. Più tardi si munirono di un paio di pertiche. Una era munita di fiamma che al vespro veniva avvicinata allo stoppino dell’olio per accenderlo; l’altra al suo termine portava un cappuccetto che all’alba era posto sopra alla fiammella per spegnerla.
Tutto andò per il meglio fino a quando l’invenzione del Guglielmo fece sparire questa figura sociale che è rimaste solo nelle fole che si narrano ai bambini.
Però, di recente se ne vedono diversi epigoni specie nel feudo sprugolino di Lerze. Lì a custodire i lampioni che come insegna quel tale basta un pulsante per accenderli, sono i pennuti che vi si appollaiano sopra.
Sul perché della loro presenza s’è acceso un dibattito fra gli etologi: sono lì per mantenere nella memoria una bella tradizione oppure perché davanti alla loro postazione ci sono i ristoranti?

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