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Quisquilie e meraviglie

Quisquilie e meraviglie

Amadeo

Generico marzo 2022

Nel giorno della festa di Pasqua del 1925, il 12 di aprile, una disgrazia colpì la famiglia xxx e scosse tutto il paese che, a fatica, grazie alla Maria Vergine, stava iniziando a rassegnarsi ai terribili lutti che aveva causato lo Scoppio della polveriera, neanche 3 anni prima. Amadeo, primogenito di Amerigo e Adele, aveva tredici anni ed era bravo, rispettoso e vivace. Morì per una terribile maledetta malasorte che spezzò di dolore il cuore della mamma, del papà, dei fratellini e di tutti quelli che avevano avuto la gioia di conoscerlo, anche se per così poco tempo. “Ma i disegni del Signore”, come disse don Corinto al funerale che vide l’intero paese accompagnare la piccola bara, “percorrono vie misteriose, anche se spesso crudeli. E così sia”.
Era passato mezzogiorno e da poco finita la Messa grande. Valè il sacrestano aveva appena slegato le campane, che erano rimaste mute per tutta la quaresima, e i loro rintocchi annunciavano che ancora una volta Cristo era risorto e come tutti gli anni, per un’antichissima tradizione del paese, in segno di festa, ragazzi e giovanotti si tuffarono nelle acque ancora fredde del mare, benché il sole splendesse.

Amadeo per la prima volta aveva avuto il permesso, anche se a malincuore, della mamma, mentre il babbo e il nonno lo guardavano orgogliosi, come se quella che stava per compiere fosse una prova di coraggio, una specie di rito di passaggio verso l’età adulta, e allegro e fiero si tuffò come molti altri dal pontiletto di attracco dei piroscafi. Appena in acqua iniziò a ridere e scherzare coi compagni ma presto dalla marina si accorsero che qualcosa non andava. Smise di giocare, divenne pallido e a fatica si manteneva a galla mentre gli altri ragazzi intorno non si accorgevano di nulla, tutti presi a divertirsi. Furono le urla lanciate dal molo a richiamarne l’attenzione, qualche adulto si lanciò vestito per dargli soccorso e velocemente fu portato a riva.
Amerigo lo prese in braccio e lo portò correndo alla Mutuo Soccorso dall’altra parte della strada. Provarono tutto quello che si poteva fare, arrivò in fretta pure il medico condotto che per combinazione stava passando per andare a comperare le paste, ma nulla servì. Arrivò anche il parroco, ché qualcuno l’aveva subito chiamato, facendosi largo tra la gente assiepata fuori dalla porta e lo vide spirare tra le braccia della mamma piangente e affranta mentre il padre stava in un canto ammutolito dal dolore, con gli occhi sbarrati, guardando fisso la moglie e il figlio,  nessuno per rispetto gli si avvicinava.

Il prete andò in Sacrestia, ritornò e lì gli diede l’olio Santo e il Sacramento. Disse poi il Dottor Discipio che fu l’impatto con l’acqua fredda che gli bloccò all’istante la circolazione del sangue e in un baleno il suo giovane cuore colmo di speranze e sogni si bloccò per sempre. La sera moltissimi andarono a vederlo, steso sul letto dei genitori con l’abito buono della Cresima che aveva preso pochi mesi prima sembrava ancora più piccolino. Ognuno avrebbe voluto con tutta l’anima e tutto il cuore confortare la famiglia ma in pochi riuscirono a dire sì e no un paio delle solite stupide frasi di rito. Quella sera stessa un vecchio all’osteria, con la voce roca dal troppo vino, disse che così, anche quell’anno, come da sempre accade nei mesi con la R, il mare aveva reclamato un sacrificio. Che superstizione odiosa, ma la cosa più orribile fu che un ragazzino aveva dovuto lasciare questo mondo ancora tutto da scoprire, pieno di cose atroci ma anche più di cose belle, e in un momento di festa che aspettava tanto. Qualche notte dopo Adele sospirò nel buio della camera da letto: “Perché il Signore ci ha donato i nostri figli se nel giorno della sua resurrezione si è ripreso il primo dei bambini…?”. Avrebbe voluto urlare, ma il respirare quieto dei quattro fratellini la trattenne. Chiuse gli occhi e si mise a piangere piano. Amerigo dormiva e non sentì. Fuori, sul paese silenzioso, la luna piena si specchiava impassibile nelle calme acque della baia.

 

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