Primo centro ligure gestito da una cooperativa

L’ex azienda agricola di Pallodola diventa un centro di riabilitazione per uomini maltrattanti

In occasione della giornata per i diritti delle donne a Sarzana è stato inaugurato il centro gestito da Maris che creerà percorsi di reinserimento per uomini violenti e svilupperà progetti sociali legati all'agricoltura. Ceffinati: "La violenza va combattuta dalle sue radici culturali e sociali".

Questa mattina, in occasione della giornata per i diritti delle donne, la Prefetta Maria Luisa Inversini ha tagliato il nastro del nuovo centro di riabilitazione socio-educativa per uomini maltrattanti “AMAE”, struttura provinciale che ha sede nell’ex azienda agricola dimostrativa di Pallodola a Sarzana. Il luogo, gestito dalla cooperativa sociale Maris, ospiterà i percorsi riabilitativi e socio-educativi degli uomini che hanno compiuto violenze, e che vi accederanno tramite via giudiziaria, dopo denunce o reati, oppure inviati da tribunali e avvocati. Altra modalità di accesso sarà quella per “ammonimento” ovvero dopo segnalazione delle Forze dell’ordine nei confronti di chi non ha ancora compiuto reati o atti di violenza. Prevista infine anche la via volontaria contattando il numero 3425648022 o scrivendo a centroamae@coopmaris.it.

“Questo è un momento importante nel percorso di lotta alla violenza contro le donne – ha ricordato Inversini – perché si è da tempo capito che l’approccio a questo fenomeno deve essere globale e non circoscritto solo alle vittime di violenze ma anche agli uomini che in questo caso sono vittime di loro stessi. Questa iniziativa – ha aggiunto – la prima nella provincia della Spezia, è diretta a intercettare queste persone e fare con loro un percorso di recupero che diventa quindi fondamentale. Il passaggio successivo sarà quello di fare un protocollo con la Questura per fare in modo che in sede di ‘ammonimento’ ci sia anche l’invito a seguire questo cammino. È stato infatti verificato che dopo un’attività di reinserimento solo l’11% degli uomini torna a compiere violenze. Faccio i miei complimenti a tutti i protagonisti della rete che ha dato vita a questo progetto”.
Giulia Giorgi, assessore ai servizi sociali del Comune della Spezia, ha invece sottolineato l’impegno di tutto il territorio per la realizzazione del centro: “Grazie al progetto di finanziamento “Amali”, vinto qualche anno fra grazie a Maris e altre realtà locali, siamo riusciti ad avviare questa prima sperimentazione sul territorio iniziando a lavorare con gli uomini maltrattanti. Non è stato facile visto anche il pregiudizio iniziale delle persone, però per arrivare all’eliminazione del fenomeno della violenza sulle donne dobbiamo passare anche da questo. Se non cerchiamo di intervenire anche con loro non arriveremo mai veramente alla risoluzione del problema. Ringrazio Maris ma anche Questura e Prefettura per il lavoro che svolgono quotidianamente”. Questura rappresentata dalla dirigente Annamaria Ciccariello: “Come Polizia – ha detto – spesso interveniamo nei momenti successivi agli episodi di violenza ma bisogna lavorare sulla cultura e sull’intimo delle persone affinché tutto questo non si ripeta. Noi ci siamo, siamo vicini alla comunità e alle istituzioni e lavoreremo sempre con tutte le associazioni che si faranno promotrici di queste iniziative”. Per il Comune di Sarzana (presenti anche amministratori di Santo Stefano, Ameglia e Vezzano) l’assessore alle politiche sociali Costantino Eretta ha invece aggiunto: “I sistemi educativi sono fondamentali nel recupero della persona. Spesso chi è carnefice ha subito a sua volta qualcosa nella vita quindi far emergere queste problematiche può contribuire a ridurre la possibilità di ricadere in questi gesti”. L’utilizzo della struttura da parte di Maris – che sta trattando per l’acquisto con il curatore fallimentare – oltre alla opportunità di reinserimento ridarà lustro anche all’attività principale dell’ex azienda agricola: “Questo luogo ha avuto molte vicissitudini – ha ricordato Fabrizio Augello, presidente della Cooperativa Maris – e l’abbiamo presa in affitto per sviluppare progetti sociali legati all’agricoltura per il recupero delle serre e dei terreni per l’inserimento di sei ragazzi delle nostre comunità, mentre le cucine saranno utilizzate per fare corsi di formazione. Negli spazi degli uffici si svilupperà invece il progetto Amae che funzionerà come uno sportello di accompagnamento alle persone maltrattanti. Questi processi possono nascere solo dalla collaborazione di istituzioni e terzo settore per progetti che vanno alla radice dei problemi per risolverli”.

Infine Michela Ricci Ceffinati, coordinatrice del centro e membro del cda di Maris: “Abbiamo preso questo spazio per creare opportunità di reinserimento con percorsi che dureranno da sei mei sa un anno a seconda dei singoli casi. Abbiamo risposto ad un’esigenza del territorio espressa fortemente anche da Questura e Prefettura, aprendo questo centro che è l’unico fra Prato e Genova e il primo gestito da una cooperativa sociale in Liguria. Chi accederà – ha concluso – farà un primo colloquio di valutazione per poi essere destinato verso i gruppi piscoeducativi co-condotti da due educatori di sesso opposto oppure verso la psicoterapia individuale. La strada è lunga e complicata ma la violenza sulle donne va combattuta dalle sue radici culturali e sociali, servono interventi di tutta la collettività, per questo ringraziamo tutti quelli che hanno creduto in questo progetto”. La benedizione finale è stata poi affidata al direttore della Caritas diocesana Don Luca Palei che ha evocato l’immagine delle donne ucraine che hanno accolto il soldato russo arrestato dandogli la possibilità di telefonare alla propria madre. “Il cammino di cambiamento – ha detto – passa anche da questa casa nella quale trovare fratelli da accompagnare e rimettere in gioco”.

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