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“Croniche carenze negli organici, siamo la cenerentola della Liguria” fotogallery

Si sono ritrovate ancora una volta davanti all’ingresso dell’ospedale Sant’Andrea per una sanità di serie A in una provincia di confine, troppo spesso ai margini delle decisioni fondamentali. Se poi il tema è quello sanitario, basta dare un’occhiata all’anno di nascita del nosocomio di Via Vittorio Veneto rispetto agli altri ospedali della Liguria, per capire che l’estremo levante è un caso unico nel suo genere. Lo hanno ribadito con forza questa mattina le associazioni “Manifesto per la sanità locale” e “Insieme per una sanità migliore”, ritornate ancora una volta in piazza per dire le solite cose di sempre, che rimangono però tristemente attualissime: “Oramai è unanimemente riconosciuto che la Asl 5 sia, per certe situazioni, l’assoluta cenerentola della Liguria. Da tempo denunciamo una situazione di discriminazione rispetto agli altri territori liguri, evidenziando come la nostra Asl sia la più bistrattata in Liguria. Quella spezzina è una sanità di Serie C”, affermano gli organizzatori del presidio”. Al presidio presenti i consiglieri regionali della minoranza, Davide Natale, Roberto Centi, Paolo Ugolini, i consiglieri comunali della Spezia, Federica Pecunia, Guido Melley, Jessica De Muro.

Presidio davanti al Sant’Andrea per una sanità di Serie A

Cartelli e striscioni sollevati dagli attivisti che hanno anche sfilato all’interno dell’area dell’ospedale in solidarietà ai pazienti. “Presenti per denunciare la grave carenza di posti letto per acuti e per riabilitazione, rispetto ai parametri di legge: ogni 1000 abitanti tre posti letto per acuti e 0,7 per riabilitazione”. In Asl5 ci sono attualmente 420 posti letto acuti contro i 660 dovuti, 85 per la riabilitazione contro i 154 dovuti. Gravi carenze negli organici, soprattutto rispetto a quelli degli altri territori liguri, in confronto pure con l’Asl1 Imperiese che, a parità di abitanti, ha un numero di operatori ben superiore. La media regionale è 15,8, in Asl2 sale a 16,42. in Asl4 a 13,,13, in Asl1 12,95, mentre lo Spezzino è sotto la soglia del 10 (9,98). C’è po il tema del nuovo ospedale, i dubbi per la formula scelta, i timori per l’esposizione finanziaria che Asl5 dovrà onorare nel corso dei prossimi decenni nel contesto della formula del partenariato pubblico-privato: “A questa situazione occorre aggiungere l’insicurezza rispetto alla tempistica e garanzia del nuovo ospedale del Felettino su cui grava pure la reiterata denuncia del MSL, circa l’indebitamento della Asl5 derivante dal rimborso del finanziamento a carico del privato che priverebbe il bilancio Asl di oltre 10 milioni all’anno per 25,5 anni, compromettendo gravemente le possibilità di investimento e spesa dell’Asl stessa” – si legge nel documento.

Presidio davanti al Sant’Andrea per una sanità di Serie A

Altri punti degni di attenzione, sottolineati dall’avvocato Rino Tortorelli e da Valter Chiappini, presidente dell’associazione civica ‘Sarzana in movimento’, la progressiva diminuzione di attrattività della Asl 5 nei concorsi, le cause che portano all’aumento della mobilità passiva che per la Asl5 viaggia intorno ai 40/50 milioni di euro all’anno, presumibilmente attribuibili alla progressiva destrutturazione dei servizi, alla mancanza di posti letto e personale, l’enorme impegno di spesa relativa al pagamento di Iva per appalti ed acquisti di beni e servizi per oltre 10 milioni annui, che sarebbero non dovuti se reinternalizzati, l’impossibilità, stante la situazione degli organici, di gestire in futuro le “scatole” costruite coi finanziamenti del Pnrr (come le case della salute e gli ospedali di comunità); gestione ancor più compromessa in caso di indebitamento per il piano finanziario del nuovo Felettino, una revisione dei servizi territoriali intermedi e domiciliari che finalmente riesca a decongestionare i posti letto per acuti degli ospedali, la necessaria presenza di due ospedali in Provincia con una precisa destinazione del San Bartolomeo di Sarzana. “Ci sono un sacco di soldi relativi al Pnrr, ci stanno già mettendo le mani ma non abbiamo, non si sa su come verranno destinati questi soldi. Come e dove verranno costruiti gli ospedali di comunità nel nostro territorio? Eppure l’Ue ha detto a chiare lettere che dovranno essere coinvolti. Abbiamo chiesto una commissione permanente a Spezia, ma è stata rifiutata dal sindaco e dalla maggioranza dal consiglio comunale, sostenendo che già c’è la commissione sanità”.

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