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La sentenza e le reazioni dei sindaci bertoni e sisti

Biodigestore, il Tar dà torto a Regione e Provincia: “Nella pianificazione l’impianto non era previsto a Saliceti”

Il Tar cancella l’autorizzazione della Regione per la realizzazione del biodigestore a Saliceti. I giudici amministrativi hanno accolto il ricorso presentato dai Comuni di Vezzano Ligure e Santo Stefano Magra, oltre che dalle due società che gestiscono l’autoparco e il distributore che si trovano nei pressi dell’area nella quale era previsto l’impianto. Sono state proprio le argomentazioni relative alla localizzazione dello stabilimento l’aspetto sul quale il Tribunale amministrativo ligure ha dato ragione ai ricorrenti nella sentenza unificata.

“L’elemento dirimente – spiega l’avvocato Piera Sommovigo, che ha rappresentato l’amministrazione santostefanese – è stata la discrepanza tra la localizzazione del biodigestore a Saliceti e la programmazione territoriale per il trattamento dei rifiuti. E’ per questo che sin dall’inizio abbiamo ritenuto non legittimo l’iter autorizzativo, decidendo di non partecipare all’inchiesta pubblica, ritenendola illegittima. Saliceti non era previsto come luogo di destinazione dell’impianto nel Piano territoriale, dove era invece indicata la località di Boscalino, in un altro comune e con dimensioni inferiori. Se la pianificazione indica un sito è lì bisogna costruire, questa è la prescrizione vincolante che ha convinto i giudici, portando a considerare come un nulla di fatto tutto quello che è stato prodotto dopo l’approvazione del Piano”.

Il pronunciamento del Tar ligure non ha lasciato indifferenti i sindaci dei Comuni che per tutta la durata del dibattito si sono detti contrari all’approvazione del progetto presentato da Recos e approvato dalla Regione.
“Provo un misto di soddisfazione, perché oggi è facile dire che avevamo ragione, e amarezza. L’azienda che si era fatta carico dell’ubicazione ha fatto molto lavoro, espropriando terreni e attività commerciali. Mi sembra – dichiara a CDS il sindaco di Vezzano Ligure, Massimo Bertoni – che in Regione Liguria e in Provincia della Spezia, che siano tecnici o politici, dovrebbero fare mea culpa. Se avessero ascoltato i territori per tempo, sarebbe stato più utile per tutti. Leggerò la sentenza, ma mi pare di poter già dire che i giudici hanno riportato la palla al centro. La partita non è finita, perché il territorio si è profondamente modificato. Non conosco la volontà di Recos, con cui abbiamo avuto sempre ottimi rapporti e a cui abbiamo sempre offerto un comportamento virtuoso. Ma posso dire che questo tipo di correttezza non tutti l’hanno tenuta con noi: non c’è niente di peggio di quando inizia una partita, ti giri e vedi che di compagni di squadra in campo non ce ne sono più. Questa è stata la mia sensazione quando è iniziata questa sfida”.
“Se penso a quante attività impattanti insistano sul nostro territorio, penso a quanto sarebbe stato importante per Vezzano Ligure vincere qualcun’altra di queste battaglie in passato. Negli anni – continua Bertoni – il territorio è stato massacrato, senza mai ricevere nessun tipo di riconoscimento. Ora possiamo pensare di nuovo di non presentare un biodigestore all’entrata di casa: non sarebbe stata un bella fotografia. Vogliamo contribuire a risolvere il problema della chiusura del ciclo dei rifiuti, ma non siamo disposti a diventare la pattumiera della Liguria”.

Anche Paola Sisti, sindaca di Santo Stefano Magra, commenta: “L’avvocato Piera Sommovigo e il giurista ambientale Marco Grondacci sono stati bravissimi. Oggi raccogliamo i frutti del nostro lavoro e della serietà con la quale sin dall’inizio abbiamo affrontato questo tema. Nella pianificazione territoriale era già stata indicata la scelta di un sito per realizzare il biodigestore e il Tar non ha potuto che prenderne atto. Con questa sentenza ha vinto la politica, quella che impedisce che vengano prese decisioni importanti passando sopra la testa dei cittadini”.

Nell’ambito del ricorso Italia nostra si è proposta ad adiuvandum, ma la posizione è stata respinta dai giudici. Tuttavia l’associazione prende atto con soddisfazione della sentenza del Tar. “I nostri timori di un pericolo di inquinamento della falda acquifera provinciale in caso di fuoriuscite e incidenti, le nostre perplessità sulle dimensioni dell’impianto e sulle procedure autorizzative adottate non erano dunque infondati. Auspichiamo che ora – dichiara per conto del direttivo provinciale Giorgio Di Sacco Rolla – si apra una nuova fase in cui si arrivi ad una soluzione del problema dei rifiuti più attenta alle esigenze paesistiche e ambientali, nonché commisurata alle esigenze delle singole province”.

Ora le strade che si aprono di fronte alla giunta regionale e all’assessore all’Ambiente Giacomo Giampedrone sono due: il ricorso al Consiglio di Stato, nella speranza che venga annullata la sentenza del Tar ligure, oppure la modifica del Piano regionale di gestione dei rifiuti, un percorso lungo, che dovrebbe prevedere anche una nuova Valutazione ambientale strategica.

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