“Sono stato l’unico rappresentante politico a non sottoscrivere e a non votare la mozione urgente sulla situazione Ucraina/Russia. Come Partito della Rifondazione Comunista condanniamo l’invasione russa dell’Ucraina: per costruire la pace bisogna rifiutare di indossare l’elmetto della Nato, corresponsabile della crisi in corso”. Massimo Lombardi si chiama fuori dal gruppo e non sigla con il suo voto il documento presentato ieri sera in consiglio comunale e condiviso dal resto dei consiglieri. “Non ci uniamo al bellicismo di chi continua, insieme all’Ue, ad agitare un atlantismo che rischia di portarci alla terza guerra mondiale – attacca Lombardi -. Era evidente che aprire le porte della Nato all’Ucraina avrebbe scatenato il nazionalismo in Russia”.
Il consigliere comunista esce dal coro, ribadendo la propria posizione: “L’Italia deve innanzitutto rifiutare qualsiasi coinvolgimento e recuperare il ruolo di pace e ripudio della guerra della nostra Costituzione, non inviando armi e militari in guerra, perché rappresenterebbe una grave violazione dell’articolo 11 della nostra Costituzione. Occorre immediatamente fermare le armi e riprendere la strada della diplomazia e del diritto internazionale. L’unica via per la pace è quella della sicurezza comune, del rispetto degli accordi di Minsk con il riconoscimento dell’autonomia delle regioni russofone e un’Ucraina neutrale in una regione demilitarizzata. Facciamo appello ad un immediato cessate il fuoco e per la ripresa del negoziato che ascolti le ragioni di tutti gli attori, scongiurando una escalation dagli esiti imprevedibili. I popoli dell’Europa costringano i governi a scegliere la via della pace e del disarmo. Siamo al fianco delle voci che in Ucraina e in Russia chiedono di fermare la guerra e i nazionalismi”.