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Lerici, audizione sui pontili in Regione

Comitato, Marittima e Legambiente: "Siamo sempre più convinti, oltre ovviamente dello scempio paesaggistico che comporterebbe un intervento di questo tipo, anche della sua irrealizzabilità a livello strutturale, e non è giusto che metà rada possa essere di fatto ceduta ad un esiguo numero di persone".

La baia di Lerici

Giovedì la IV Commissione Territorio e Ambiente della Regione Liguria, presidente Domenico Cianci, vice Davide Natale, ha audito Società marittima di mutuo soccorso di Lerici, Comitato per la tutela della rada di Lerici, e Circolo lericino di Legambiente sul tema dei pontili galleggianti previsti dalla riorganizzazione dello specchio acqueo che l’amministrazione intende operare. L’audizione, richiesta dalle tre associazioni circa due mesi fa, si è svolta da remoto; presenti per il Comitato Elena Darosi e Olga Tartarini, per la Marittima Oreste Lavarello e Bernardo Ratti, per Legambiente Giovanni Cortelezzi e Stefano Sarti, con il supporto di Tiziana Cima. Auditi altresì Circolo velico Erix, Lega Navale italiana e, prima delle associazioni, il sindaco Leonardo Paoletti.

“Vogliamo ringraziare il presidente della Commissione, Domenico Cianci, e tutti i commissari per l’attenzione dimostrata e per la possibilità dataci di illustrare, anche con supporti documentali e fotografici, la nostra contrarietà e le perplessità, i rischi, le problematiche e tutti gli impatti negativi che comporterebbe, per Lerici e la sua rada, lo sviluppo di un progetto del genere – scrivono in una nota Cortelezzi di Legambiente, Darosi del Comitato e Ratti, presidente della Marittima, anche consigliere comunale -. Impatto su un paesaggio urbano e marino unico, impatto sull’ambiente e sulle dinamiche biologiche che lo alimentano, impatto sociale e culturale del luogo, problemi di sicurezza, l’impatto sul turismo e i disagi per i cittadini. Molta attenzione è stata prestata ai nostri interventi, ben circostanziati e preparati, sulla ripartizione dei costi, non chiari, di assegnazione (5000/6000 e la rimanenza?), di attuazione, gestionali, manutentivi, assicurativi e circa le problematiche relative ai rischi derivanti dalle condizioni meteo-marine e progettuali, evidenziando anche le perplessità tecniche espositive del progetto stesso che riporta dati poco convincenti e non aggiornati. Siamo sempre più convinti infatti, oltre ovviamente dello scempio paesaggistico che comporterebbe per Lerici una tale opera, anche della irrealizzabilità dello stesso a livello strutturale e del fatto che non sia giusto che metà rada, la più preziosa, possa essere, di fatto, ceduta ad un esiguo numero di persone, a scapito del paesaggio e della maggioranza di residenti e turisti. Rimarcata anche la raccolta firme contrarie (oltre 1000) in poche mattinate e la mancanza invece di un’indagine preventiva tra la popolazione circa la necessità e l’eventuale gradimento di tale opera”.

 

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