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Una storia spezzina

Una storia spezzina

Errore nella statua di Garibaldi: la dragona pende dall’elsa, invece che dal polso

Generico febbraio 2022

Anche se la sua inaugurazione, se n’è detto qualche puntata fa, causò un forte contrasto, la querelle fu poi pian piano dimenticata e la statua di Garibaldi divenne a poco a poco il logo della Spezia.

Quando non si diceva selfie e c’era la leva, la foto ai piedi del cavallo ricordava la presenza alla Spezia o un bacetto all’ombra della coda e costituiva una manna per i fotografi ambulanti che scattando qualche foto si guadagnavano la giornata.

Non ci si stupisca; farsi fotografare sotto quel trionfo della statica, non era facile mantenere in equilibrio un colosso del genere, era un must ineludibile.

Dunque, Garibaldi a cavallo sciabola sguainata in avanti, diventò il simbolo della città e le critiche rivolte all’opera da qualche purista furono presto dimenticate.

C’era, infatti, chi storceva il naso sostenendo che la rappresentazione dell’Eroe a cavallo non era adeguata alla simbologia delle statue equestri per cui il cavallo rampante (ritto cioè sulle zampe posteriori ma l’araldica vorrebbe l’aggettivo inalberato) spetta solo ai generali morti in battaglia, sorte questa che non toccò al nostro Beppino che salutò la vita nel suo letto di Caprera. Ma alla critica nessuno fece mai troppo caso.

Io che giusto cinquant’anni fa ero ufficiale della Divisione Folgore, ho sempre pensato che il monumento ha un’altra pecca di cui, però, non ho trovato traccia nei testi che dicono della statua.

Per questo, quanto sto per dire è novità assoluta. Dirai che è una sottigliezza esasperata ma io, dopo aver sguainato la sciabola, infilavo sempre al polso la dragona: era la regola.

Dragona e chi è costei si chiederebbe don Abbondio. Si tratta di un cinturino con nappina al termine che era attaccato all’elsa della sciabola e serviva a tenere l’arma attaccata al braccio impedendone la caduta.

Non ho mai fortunatamente partecipato a scontri armati ma nelle manifestazioni solenni, e a quante ho partecipato compresa la sfilata del 2 giugno ai Fori Imperiali, la dragona era sempre infilata al polso come Dio comanda e le regole militari prescrivono.

Nella statua, invece, la dragona pende dall’elsa quasi sia un addobbo come i peluche che le bimbe attaccano allo zaino per abbellirlo.

Non va bene. Aveva uno scopo ben preciso la dragona, inventata dai soldati a cavallo detti dragoni perché caricavano i nemici sotto vessilli raffiguranti draghi dall’aspetto terrificante.

Nonostante questo, tuttavia, vogliamo bene ugualmente a Garibaldi a cavallo se non altro perché in qualche occasione tanti, ma tanti anni fa, ci ha retto il moccolo girando gli occhi dall’altra parte se c’era una carezza troppo ardita.

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