LA REDAZIONE
Scrivici
PUBBLICITÀ
Richiedi contatto
L'audizione in commissione

I dragaggi preoccupano gli ambientalisti, ma al termine della caratterizzazione dei fondali ci sarà un nuovo incontro con l’Authority

Sono state le associazioni ambientaliste le protagoniste dell’ultimo incontro sul tema dei dragaggi che ha avuto luogo online con i membri della commissione Ambiente del Comune. Dopo aver ascoltato Autorità di sistema portuale, Arpal, muscolai, itticoltori e la voce esperta e autorevole dell’onorevole Lorenzo Viviani, la presidente Patrizia Saccone ha invitato il giurista ambientale Marco Grondacci, Legambiente, rappresentata da Stefano Sarti, Italia nostra, rappresentata da Giorgio Di Sacco Rolla, e l’associazione Posidonia, impossibilitata a presenziare.

Sarti ha subito messo in chiaro che la posizione di Legambiente coincide con quella di Posidonia, Italia nostra e Vas: il dragaggio deve esser condotto con le migliori tecologie possibili per scongiurare che quello che è accaduto in passato possa accader di nuovo. “Ben venga il sistema di dragaggio Fincantieri – Decomar di cui si è parlato nelle sedute precedenti – ha dichiarato Sarti – e anzi, potrebbe essere utile fare un sopralluogo dove stanno operando con questa tecnologia: stando a quanto detto questa tecnica eviterebbe anche di scaricare acqua torbida. Il presidente ci ha detto che si confronterà con noi prima delle decisioni, quando sarà finita l’attività di campionatura dei fondali. Ci sono stati prospettati gli scenari di scarico a mare, discarica, vasca di colmata o ripascimento. Anche se è consentito dalla legge, siamo contrari allo scarico a mare, anche se il materiale dovesse essere il più pulito possibile. Il nostro mare ospita il Santuario dei cetacei e siamo vicini ad Aree marine protette e Parchi: dovremmo evitare qualunque scarico per tutelare queste realtà, anche perché si parla di 50mila metri cubi su 800mila, una quantità irrisoria che può essere conferita altrove”.

Grondacci è entrato più nel dettaglio: “L’Autorità di sistema portuale ha parlato della possibilità di scaricare i fanghi, qualora siano sufficientemente puliti, a una distanza di 6/7 miglia, mentre la norma parla di 3,5: quindi sotto questo aspetto ci siamo. Ma come fanno gli uffici a dire che il materiale equivarrà a 50mila metri cubi? Prima deve finire la caratterizzazione. Per quanto riguarda i problemi del passato – ha proseguito il giurista – non ci furono tanto problemi con la tecnica di dragaggio, quanto sulla gestione delle operazioni: non ci fu sufficiente attenzione al contenimento delle panne. È necessario fare un confronto tra le tecniche di dragaggio e definire quale sia la migliore. Occorre tenere conto del contesto in cui i fanghi potrebbero essere sversati, e stiamo parlando di aree di pregio e tutela. Forse – ha azzardato Grondacci – potrebbe essere necessaria la Valutazione di incidenza se non la Valutazione di impatto ambientale, visto che siamo in un sito di bonifica. Se il Golfo fosse ancora classificato Sin ci sarebbero criteri più rigidi e una Valutazione di impatto dei dragaggi su un’area più vasta rispetto al solo perimetro di cantiere”.

“Italia nostra nutre grandi timori sui dragaggi e sui loro controlli: il golfo è tante cose oltre alle navi portacontainer. Ci anche i muscolai, l’itticoltura e le spiagge: bisogna cercare di armonizzare tutti questi fattori, altrimenti c’è una crescita di un solo settore, con un impatto negativo su tutto il resto”.

Guido Melley ha posto alcuni interrogativi sui risultati della caratterizzazione Icram, sulle tecniche applicabili e sull’ipotesi di utilizzare i fanghi per il riempimento di casse di colmata che andranno a costituire i piazzali e le banchine del terzo bacino.
Sarti ha chiarito come Legambiente sia contraria all’attuazione del Prp per quel che riguarda la cancellazione delle Marine del Canaletto e di Fossamastra e ha dunque implicitamente risposto al quesito sul conferimento dei materiali dragati in casse di colmata. “Per quanto riguarda le benne bivalvi il problema è rappresentato dai detriti che si trovano sul fondale e che potrebbero impedirne la chiusura in maniera corretta in fase di risalita, facendo disperdere fanghi. La tecnologia Fincantieri – Decomar prevede invece l’aspirazione del materiale a ciclo continuo, senza riversare torbidità in mare”.

Grondacci ha ricordato le varie tipologie di inquinamento registrate da Icram: metalli incombusti, sostanze ecotossicologiche, contaminanti organici e non. “Una situazione fortemente negativa che non a caso aveva portato alla costituzione del Sin di Pitelli”.
Dalla maggioranza si è alzata la voce di Emanuele Corbani: “Non siamo tutti d’accordo sulle tecnologie da impiegare, io non scelgo per sentito dire. Le tecnologie devono essere adeguate, non rassicuranti. La parola va lasciata agli specialisti”.

Jessica Del Turco ha posto l’accento sull’importanza dei controlli, così come Franco Vaira che ha anche riferito del paradosso dello spostamento dei vivai dei muscolai: “Alcuni mi chiedono: e noi? Noi non rischiamo di entrare in contatto con i fanghi?”. Un timore per i bagnanti che potrebbe essere risolto posticipando l’avvio delle operazioni più a ridosso dell’inverno, verso ottobre-novembre, come richiesto da molti attori della vicenda.
“L’organo tecnico deputato ai controlli è la Capitaneria di porto, che si può avvalere dei tecnici Arpal per le analisi – hanno spiegato le associazioni – mentre l’approvazione al piano di dragaggio, che è un’altra fase di controllo, è di competenza della Regione”. Infine gli ambientalisti, interpellati da Melley, hanno spiegato che “il tavolo di confronto con l’Autorità di sistema portuale non si è interrotto ed esprimiamo un giudizio positivo sul metodo. Gli uffici di Via del Molo ci convocheranno nuovamente quando avranno i dati completi della caratterizzazione”.

leggi anche
Una fase dei controlli sui fanghi di dragaggio
Muscolai, itticoltori e viviani dalla stessa parte
Dragaggio, tutti spingono l’Adsp verso gli ecodragaggi con tecnologia Fincantieri-Decomar
Faro diga foranea
50mila metri cubi
Dragaggi al via in autunno, si parte dalla diga. Scarico a mare, Sommariva: “In attesa della caratterizzazione”
Dragaggio
Primo lotto
Dragaggi, esperti danesi per studiare le correnti del sito di scarico dei fanghi