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La promessa di Draghi: “Restrizioni Covid verranno eliminate il prima possibile”. Ma Ricciardi frena: “Il rischio non è ancora tramontato”

Personal ospedale periodo Covid-19

Il presidente del consiglio Mario Draghi è sicuro: le restrizioni per il Covid verranno eliminate prima possibile. Parole chiarite nel contesto della conferenza stampa  che ha dato il via libera al decreto Bollette. Non è un mistero che la situazione sanitaria sia in miglioramento e, in Liguria così come in Italia, l numero delle persone in terapia intensiva è diminuito così comeil numero dei ricoveri, in forte calo. “La campagna di vaccinazione procede, quasi l’89% dei cittadini con più di 12 anni ha ricevuto almeno due dosi”. Il tasto dolente è invece quello economico: “La maggior parte dei nuovi dipendenti nell’ultimo anno ha firmato un contratto a tempo determinato, l’obiettivo del governo è rilanciare una crescita sostenuta, equa e sostenibile. Bisogna affrontare anche il problema del mercato del lavoro e della precarietà”. Poi è venuto al decreto del giorno: “Abbiamo approvato provvedimenti per contenere il costo dell’energia e sostenere il settore automobilistico – ha annunciato – In campo ci sono 8 miliardi di euro, di cui 6 sull’energia, e lo facciamo senza nuovi scostamenti di bilancio. Estendiamo al secondo trimestre le misure sulle bollette. Per quanto riguarda i prossimi passi per allentare le misure restrittive, a proposito di stato di emergenza e green pass, il premier non ha indicato una roadmap della fine delle restrizioni, che dovrebbe comunque arrivare a giorni”.

Walter Ricciardi, docente di igiene all’università Cattolica e consigliere scientifico del ministro della Salute Roberto Speranza, predica prudenza. In un’intervista al Corriere della Sera ha ricordato che la pandemia è ancora presente nel mondo, basti pensare a quel che sta accadendo a Hong Kong “dove esiste un sistema sanitario evoluto: 30mila casi al giorno e non riescono a gestirli”. Ecco perché l’Italia deve prendere con moderata soddisfazione il calo dei contagi e non farsi prendere dalla fretta che invece sembra essere il sentiment di altri Paesi: “Vaccianzioni e uso del greenpass ci hanno permesso di riconquistare un buon grado di libertà che adesso però va manutenuta con prudenza. Perché il rischio non è tramontato. La stanchezza di dover vivere due anni sotto scacco non dovrebbe indurre a prendere decisioni che potrebbero far risalire di nuovo la curva. L’Italia ha mantenuto un atteggiamento responsabile, mi pare giusto essere meno restrittivi all’aperto, se bar e ristoranti hanno tavoli distanziati si può rinunciare alla certificazione verde. Al chiuso, non se ne parla. Mascherina e lasciapassare rimangono necessari”.

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