Nel grande affollamento di terzini destri di casa Spezia, una certezza: nessuno si vuole privare di Salva Ferrer. In questi giorni Riccardo Pecini ha iniziato le manovre per rinnovare il contratto dello spagnolo, 24 anni compiuti da poche settimane. Operazione prevista da tempo, avallata da Thiago Motta e dalla famiglia Platek. Con Verde già nero su bianco e Gyasi ormai in dirittura, nel novero delle priorità rimane solo Giulio Maggiore, per cui ci si prende (e si concede) il giusto tempo, sicuri di un canale comunicativo sempre aperto.
In seconda battuta ci sono appunto i casi di Jeroen Zoet e del veterano Salva. Con 71 maglie bianche tra serie A, serie B e Coppa Italia, il catalano di Martorell può ben definirsi tale. Uno di quelli a cui, ad inizio stagione, fu chiesto di sacrificarsi in una posizione non sua (il mediano), che visse con grande entusiasmo l’arrivo in panchina di Motta anche in virtù di un feeling caratteriale forse non totale con il predecessore Italiano. Questione di metodi comunicativi, più che di richieste tattiche.
Ha giocato meno da fine novembre, ma è un pilastro dello spogliatoio e una carta sempre affidabile da giocare. Al Dall’Ara va verso una maglia da titolare per sostituire lo squalificato Amian. A giugno lo Spezia si troverà ad avere Amian, Ferrer, il rientrante Vignali ed il predestinato Holm, 21enne nazionale svedese oggi in prestito al Sonderjysk, in rosa per lo stesso ruolo. L’indirizzo odierno è di valutare tutti in ritiro, senza programmare tagli che non siano temporanei. Come fatto in estate.
E tagli non dovrebbero esserci neanche in porta. Anche Zoet è elemento che lo Spezia vorrebbe trattenere. Il team con Provedel ed il giovane Zovko, di cui peraltro si parla molto bene, funziona. Con il collega friulano, con cui si è alternato in porta nelle ultime due stagioni, una competizione che si dimostra virtuosa. Per curriculum, nessuno si avvicina al suo passato da calciatore. A livello personale, ha trovato una situazione ideale per la famiglia che si è ben integrata in provincia. Non è quindi una scelta solo figlia del blocco del mercato, che obbliga a pensare con orizzonte a gennaio 2024 senza troppi voli pindarici e fughe in avanti.