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Sant'andrea a pezzi

Si allaga il reparto di Ostetricia dell’ospedale. Melley: “Ma la Regione pensa a foraggiare i privati”

Ieri il Sant’Andrea è tornato teatro di scene a dir poco indecorose. La corsia del reparto di Ostetricia si presentava come se l’ospedale fosse stato bombardato, a causa di un’infiltrazione. L’acqua ha sciolto i pannelli di cartongesso del contro soffitto, allagando il pavimento e lasciando a penzoloni lampade e fili. Il personale non ha potuto far altro che prendere la mira e collocare sotto i punti di gocciolamento una decina di secchi solitamente utilizzati per i rifiuti ospedalieri e gli indumenti.
“Un’altra tegola sul povero ospedale Sant’Andrea: ieri si è allagato il reparto di Ostetricia a causa di infiltrazioni dal soffitto e c’è stato il solito caos per pazienti e operatori sanitari. Non si vede l’ombra di un quattrino dei milioni di euro promessi a più riprese dalla Regione dell’ineffabile presidente Toti , che però nel frattempo non smette di stupire con le sue decisioni che mirano ad una sempre più spinta privatizzazione dei servizi e delle prestazioni sanitarie”. Così Guido Melley, LeAli a Spezia/Lista Sansa, commenta l’accaduto, rivolgendo le sue critiche principalmente alle decisioni regionali.

“È recentissima la comunicazione del braccio operativo regionale in materia sanitaria, Alisa, che ha imposto a tutte le Asl di procedere a impegnare entro il primo semestre 2022 il 95% delle risorse previste per tutto l’anno per le prestazioni esternalizzate ai privati. In tal modo Alisa mira ad accelerare entro i prossimi mesi tutte le procedure che prevedono l’affidamento di prestazioni e servizi a strutture esterne, come ad esempio case di cura convenzionate, aziende private di forniture sanitarie ed altre. Questa decisione è stata trasmessa ai vertici della nostra Asl da un’alta dirigente di Alisa di cui la nostra città serba un pessimo ricordo: la dottoressa Troiano che ha ricoperto, senza meriti e tanto meno risultati, il ruolo di Commissario straordinario Asl 5 nel biennio 2019-20. Il punto delicato della vicenda non è però la Troiano, ma piuttosto la politica sanitaria regionale che non investe soldi sulle strutture ospedaliere e sanitarie pubbliche né sulle nuove assunzioni di medici e infermieri di cui ci sarebbe estremo bisogno nella Asl spezzina, ma invece non perde tempo per garantire risorse finanziarie fresche e certe ai privati per i primi sei mesi dell’anno. Sorge poi un ulteriore sospetto. Il diktat di Alisa verso la direzione della nostra Asl è perentorio e le delibere della nostra Asl devono essere attuate immediatamente. Sarà perché il progetto ReStart Liguria, che avrebbe dovuto eliminare tutto l’arretrato nelle prestazioni sanitarie bloccate dalla pandemia, langue e ora bisogna correre per provare a smaltire le infinite liste di attesa ricorrendo ai privati ? O magari perché – ma guarda un po’ – a giugno si vota anche alla Spezia per le elezioni del sindaco?”.

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