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Il ritorno dopo la pandemia

San Giuseppe, la fiera a fine aprile non convince: grattacapi per gli ambulanti e per la sovrapposizione con la Liberazione

Gli spezzini ci scherzano su. Il ritorno della fiera è comunque un segnale di normalità e senza sarebbe stato peggio. Ci sono dei "ma". Da Confcommercio, Lorenzo Servadei: "I fieristi hanno calendari precisi, non si sa in quanti potrebbero rinunciare". Confartigianato, Antonella Simone: "La contingenza del ponte, l'inizio della stagione potrebbe portare problemi logistici". Confesercenti, Capellini: "Non siamo soddisfatti della decisione del Comune".

All'inizio di via Diaz

La fine dell’emergenza, il ritorno alla normalità.  Ma l’edizione 2022 della Fiera di San Giuseppe, quella della ripartenza, non mette tutti d’accordo. E’ un bene che ritorni, ma spostata di un mese e qualche giorno, a ridosso del ponte del 25 aprile, per molti diventa più un grattacapo che una liberazione. Non è una chiacchiera da bar ma l’opinione di chi su fiere, turismo e commercio cerca di dare una risposta a decine e decine di imprese. E non vanno dimenticati gli spezzini: la fiera un po’ la amano, un po’ la odiano, ma sono in tanti a essere disorientati dal corposo spostamento. E per averne conferma è sufficiente ascoltare le (vere) chiacchiere al bar reale e quello virtuale. Piovono battute, di tutti i generi: un po’ di ironia, un po’ di mugugno, tratti distintivi dello spezzino. Da mettere sul piatto della bilancia una rivalità atavica tra gli ambulanti e il commercio tradizionale. Non a tutti, anche in questo caso, la fiera è sempre andata a genio per uno spostamento di spesa dei visitatori che si fanno invogliare dal prezzo scontatissimo della bancarella, anche affascinati dagli oggetti “magici “in vendita.

Bisogna partire dal presupposto che nessuno disprezza il ritorno della fiera perché, di fatto, è un primo passo verso la normalità, quella vera, con le restrizioni quasi azzerate grazie alla (presunta) fine dello stato di emergenza a fine marzo. Analizzando però la questione da un altro punto vista, partendo dalle date e dando spazio alle associazioni di categoria, il quadro diventa più complesso. A fare una prima analisi su questi temi sono Lorenzo Servadei, di Fiva Confcommercio e Confcommercio Turismo, Antonella Simone, responsabile di Confartigianato Turismo, e Fabrizio Capellini, direttore di Confesercenti.

Servadei rappresenta due facce della medaglia: quella degli ambulanti e del settore turistico in generale. “Purtroppo non si è potuto fare altrimenti, il Comune ha fatto il possibile ma c’erano delle criticità insuperabili – ha spiegato ai taccuini di Città della Spezia -. E’ stata una scelta obbligata e per quanto non ci piaccia, ne abbiamo preso atto. Su come si svilupperà bisognerà attendere di vedere quanti ambulanti non verranno, perché i fieristi hanno un calendario fitto e quindi è possibile che in quel fine settimana abbiano degli appuntamenti più appetibili. Ad esempio il 25 aprile ci sono una grande fiera ad Avenza e un’altra a Soliera. Sono fiere da 250 posti e da un giorno. Non si sovrappongono, però ci possono altre fiere, in altre regioni che richiedono uno spostamento maggiore. Per questo però dovremmo attendere la risposta dei concessionari. Il mio timore è sulla possibile ridistribuzione degli stalli, che non possono essere lasciati vuoti e quindi bisogna riorganizzare la fiera. Dal Comune, l’assessore Brogi ha detto che daranno priorità agli spuntisti, coloro i quali non hanno un posto fisso ma vorrebbero partecipare. Se andrà in porto sarà una soluzione positiva, ma senza numeri in mano non si possono fare previsioni. La situazione non è banale e andranno approfonditi gli aspetti dei contingentamenti e i controlli. Si tratta di trovare un punto d’incontro con una situazione con le condizioni che ci sono in questo momento, se l’alternativa era non farla, meglio questa soluzione. Abbiamo apprezzato lo sforzo di salvare la fiera“.

Anche sul turismo c’è un punto interrogativo. “Sulla carta potrebbe essere una bella occasione – aggiunge  Servadei-. Arriveremmo dalla Pasqua, la stagione sarebbe già cominciata e potremmo auspicare un buon clima dal punto di vista meteorologico. Potenzialmente è una buona chance e potrebbe avere riscontro, ma anche su questo punto ogni previsione è prematura. Dal punto di vista ricettivo va considerato anche che le gli operatori della fiera si appoggerebbero anche alle strutture del territorio. Possiamo ipotizzare che le presenze siano più da zone limitrofe. E’ comunque una situazione in divenire“.

Antonella Simone per Confartigianato turismo mette in evidenza quella che potrebbe essere una criticità per la presenza di troppe cose tutte insieme, ad esempio sul tema dei battelli.  “La fiera a nostro avviso sarebbe dovuta rimanere nelle date canoniche – spiega -. Non avendo alternative ne abbiamo preso atto ma non possiamo non pensare a quelle che saranno delle criticità oggettive. Le strutture ricettive hanno già tante prenotazioni per quel ponte e si dovrà tenere conto che anche gli ambulanti, giustamente, dovranno pernottare. Va presa in esame anche la logistica tenendo conto della navigazione che sarà attiva. In una situazione tipo con decine di pullman che potrebbero arrivare e la concomitanza della fiera come potranno scendere i turisti in Viale Italia? I problemi saranno tutti da considerare. Il fine settimana del 25 aprile sarà impegnativo. La fiera nelle date canoniche rappresentava una fase di ‘pre turismo’ che garantiva un primo movimento sul territorio. Temiamo che si accavallino troppe situazioni. Siamo comunque contenti che torni il movimento ma non possiamo negare che riteniamo ci saranno dei problemi”.

Fabrizio Capellini di Confesercenti chiude il giro di opinioni: “Abbiamo chiesto chiaramente e a più riprese, anche con corrispondenza ufficiale, che la fiera rimanesse nelle date canoniche di marzo. Prendiamo atto di questa decisione, ma è noto che chi lavora nelle fiere ha calendari precisi da rispettare e non possiamo ritenerci soddisfatti“.

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