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In vista del 25 aprile

Contatto Peracchini-Pagano: “Poteva chiarire prima ma conveniamo che l’antifascismo deve essere la nostra cultura fondante”

La fiaccolata del 25 aprile a Migliarina

All’indomani della bufera avevano chiesto un chiarimento vis a vis. Una presa di posizione trasparente e una forte presa di distanza dalle ormai famose conversazioni emerse dalla chat di maggioranza che hanno mediaticamente sconfinato il contesto locale, finendo sulle prime pagine di tutta Italia. E nella giornata di ieri il Comitato provinciale unitario della Resistenza della Spezia ha dapprima ricevuto un messaggio da parte del sindaco Pierluigi Peracchini (“Le parole del consigliere Costantini non appartengono alla mia storia personale e politica”, riferiscono i vertici del Comitato) mentre all’incontro si è presentato il capo di gabinetto del sindaco per parlare di quello che è stato e di quello che sarà prossimamente. “Lasciamo stare il fatto che poteva essere detto prima – spiega Giorgio Pagano, co-presidente del sodalizio -. Abbiamo apprezzato e convenuto che l’antifascismo deve essere la nostra cultura fondante, che serve sempre nel mutare dei tempi. E che occorre vigilare contro il fascismo, che non se ne è mai andato del tutto ed è sempre rimasto tra noi: si può giocare al fascismo in molti modi, ma il gioco del fascismo non cambia. C’è stato un chiarimento: l’unità antifascista, che viene prima della politica, è ancora salda”.

Anche perché tra una manciata di giorni è la Festa della Liberazione.
“Proprio su questa base è stato varato un programma molto ricco per il 25 aprile, che dopo due anni di pandemia tornerà ad essere una grande festa popolare: la fiaccolata a Migliarina il 24, la manifestazione al Monumento il 25, l’incontro con gli studenti al Civico il 26, una grande mostra che ricordi il ruolo svolto dall’arte contemporanea nella creazione della cultura e della memoria dell’antifascismo nella nostra provincia”.

Il ruolo del Comitato muta nelle attività con il trascorrere del tempo ma con lo stesso obiettivo di sempre.
“Abbiamo ribadito che la preoccupazione del Comitato è la salvaguardia dell’unità antifascista. Cerchiamo sempre di domandarci: che cosa avrebbero fatto i nostri vecchi, i partigiani che presiedevano il Comitato, al nostro posto? Siamo certi che avrebbero cercato di tessere la tela dell’unità, nella chiarezza. Allora c’erano contrapposizioni ideologiche e politiche ben più nette rispetto ad oggi, ma l’unità antifascista si trovava sempre. Si litigava in Consiglio Comunale o in Parlamento, ma poi si trovava la condivisione su un livello altro rispetto ai contrasti politici: era l’unità morale dell’antifascismo. Abbiamo cercato di esercitare il compito dell’unità anche in questa fase. Un compito a cui cercheremo di non venire mai meno”.

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