“Sono stati due mesi da cardiopalma“. Così il direttore della Caritas diocesana della Spezia don Luca Palei fa un’istantanea sull’emergenza abitativa in provincia. L’ultimo episodio risale a ieri sera, quando l’ente diocesano è stato contattato per la delicata situazione di una famiglia rimasta senza un tetto sulla testa.
“Se dovessimo fare un bilancio sintetico di quanto sta accadendo potremmo limitarci a dire che un giorno sì e un giorno no riceviamo telefonate di famiglie sfrattate – spiega il parroco – dall’oggi al domani. Tante segnalazioni arrivano anche dalla rete che abbiamo con le forze dell’ordine. Spesso veniamo chiamati perché veniamo messi a conoscenza di famiglie con bambini che si trovano in mezzo alla strada“.
Caritas fin dove può arrivare ce la mette tutta ma le strutture sono al limite. “I locali di cui disponiamo sono a tappo – prosegue il direttore -. Non manca l’aiuto da parte di privati, anche gestori di bed and breakfast, che ci tendono la mano. Però ci sono stati episodi in cui le persone non potevano accedere anche per la mancanza del green pass, per questioni di estrema delicatezza“.
“Il nostro ‘pronto soccorso’ sociale è costretto a fermarsi per limiti oggettivi – aggiunge don Luca -. Questo mi crea un enorme dispiacere, perché io posso dormire in un letto al caldo mentre queste persone, l’ultimo episodio è di ieri sera, non hanno la stessa possibilità”.
Una situazione che rischia di aggravarsi e diventare sempre più critica. Ed è a questo punto che don Luca si rivolge a chiunque possa fare qualcosa. “Rivolgo un appello affinché si possano trovare delle soluzioni – conclude – per rispondere a dei bisogni che temo si aggraveranno prossimamente. Il mio appello è rivolto a tutti, alle istituzioni e ai privati, a chi ha delle case sfitte. Non dimentichiamoci che in queste situazioni così delicate talvolta sono coinvolti anche dei bambini“.