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La mostra al canaletto

Caos e ordine, Luca Dal Vignale dialoga con Manlio Argenti

Luca Dal Vignale, Colonna (2021), particolare - foto Alessio Gianardi
Luca Dal Vignale, Colonna (2021), particolare - foto Alessio Gianardi

Entrare nella casa-studio di Manlio Argenti (La Spezia, 1919–2011) in Via del Canaletto 368 è come farsi spazio nella mente disordinata dell’artista, nei suoi anfratti ed echi, fatti di oggetti di ogni tipo – sovrapposti, impilati, sparpagliati – raccolti in un peregrinare caotico e famelico, mai sazio. Un’accumulazione bulimica che non può rinunciare a nulla, che tutto deve contenere, fatta di infinite possibilità rizomatiche, dove la scelta, come ordine morale e artistico, perde il suo valore esclusivo, per aspirare al tutto.

La mostra di Luca Dal Vignale (La Spezia, 1992) dal titolo Ordini dialoga con la personalità artistica di Argenti, riabitando e risemantizzando gli spazi della sua casa, cercando di ristabilire un ordine, operando una scelta (o più scelte) pescando dall’enorme bacino lasciato dall’artista. Ogni stanza della casa – Camera, Cucina, Studio – assumono un nuovo valore attraverso opere site specific che giocano tra equilibrio e disequilibrio, stratificazione e semplicità, ragionando sul valore dell’opera artistica, mantenendo chiara la propria riconoscibilità.

Luca Dal Vignale, Elementi per una scultura, 2021, particolare, foto Alessio Gianardi

Luca Dal Vignale, Elementi per una scultura (2021), particolare – foto Alessio Gianardi

Camera

Nella stanza più grande della casa spicca su tutte l’opera Colonna (2021), ottenuta impilando orizzontalmente quadri di Argenti di dimensioni diverse, le immagini all’interno delle cornici rimangono coperte, solo a tratti visibili dallo spettatore. Dal Vignale, mettendo ordine ai quadri sparpagliati nella stanza, ne ha eliminato la caoticità di volti e dimensioni, ridimensionandoli in una forma, per natura ordinata, quale la colonna. A contraltare, due altre opere del giovane artista: Senza titolo e Sovrapposizione e Trasparenza (2021), esempi della sua ricerca attuale, in cui la sovrapposizione di tessuti e materiali diventa veicolo per interrogarsi sul valore degli oggetti, sui processi che portano a stabilire un determinato risultato.

Cucina

Nella stretta e angusta cucina ad accogliere lo spettatore è l’opera Dal di dentro (2021) ottenuta cucendo insieme vari tessuti – scelti dall’artista Lorenzo D’Anteo che vive e lavora nella casa di Argenti – tra tovaglie, centrini e strofinacci recuperati in casa. Tessuti toccati, abitati, indossati dai corpi che hanno attraversato l’abitazione e che nell’opera di Dal Vignale prendono peso e fisicità, grazie al lavoro di sovrapposizione e accumulazione che, nell’ordine impartito dall’artista, diventano memoria viva.

Studio

Nello studio la vecchia rastrelliera di Argenti straborda di cornici, unica spia di quello che un tempo era la casa, della confusione di un ambiente usato come tela bianca in cui riversare e accatastare lavori, processi e idee. L’unico suono proviene dall’angolo a sinistra, vicino alla finestra, è l’opera Elementi per una scultura (2021), un video in cui il giovane artista, nell’atelier dell’Accademia di Anversa dove studia, crea una scultura smontando e rimontando elementi di recupero – assi di legno, stendini, tessuti – giocando tra equilibrio e disequilibrio. È proprio il momento liminare tra i due stati a colpire l’osservatore, a lasciarlo interdetto davanti alla perdita dell’ordine.

Luca Dal Vignale, Elementi per una scultura, 2021, particolare, foto Alessio Gianardi

Luca Dal Vignale, Elementi per una scultura (2021), particolare – foto Alessio Gianardi

La mostra di Dal Vignale risulta un dialogo aperto e in divenire con l’ambiente della casa, la sua storia e la presenza, ancora assordante, di Argenti, delle sue ossessioni e manie. Un concerto di sguardi e punti di vista, che nella stratificazione di materiali arriva a un ordine che non imprigiona ma apre a nuovi orizzonti, in cui l’accumulazione quasi feticista del vecchio artista prende nuova forma e autonomia. Attraversare questi ambienti è un’esperienza totalizzante e multisensoriale, in cui passato e presente, vecchio e nuovo, perdono i loro confini, fondendosi.

Sul retro di un quadro lasciato in bella vista si può leggere “e venne lo Spirito Santo” parole che, come scrive Francesca Cattoi nel catalogo della mostra, risuonano come un saluto e un augurio, come un messaggio dal passato da Argenti per Dal Vignale.

Per le visite alla mostra è gradita la prenotazione contattando i numeri di telefono di Lorenzo D’Anteo (339 8113560) e Francesca Cattoi (339 2160807).

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